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Una zona della città che si configura come un esteso paese di campagna circondato da ampi prati, in cui si distinguono alcuni aggregati
di case che creano spazi raccolti e dall’atmosfera un po’
rétro
, riportando a immagini del passato: è l’insieme delle aree borghigiane
di Bertolla e Barca. Nella realtà odierna è infatti difficile scindere le due entità e considerarle in modo separato – nonostante le loro
storie ben diversificate – in quanto si configurano come un unico ampio settore urbano in cui i prevalenti aspetti campestri creano
una netta frattura nella caratterizzazione ambientale con l’adiacente tessuto cittadino al di là del corso della Stura, mentre le discrete
differenze tra le due entità assumono un ruolo secondario nella percezione spaziale.
I due importanti assi delle strade di Settimo e di San Mauro, storici collegamenti tra il principale nucleo di Torino e i comuni che lo
contornano nella zona nord-orientale, costituiscono i segni dominanti della strutturazione urbana tanto primitiva quanto odierna; su
di essi si affacciano o si innestano i tracciati irregolari delle preesistenze più antiche, nonché gli inserti del verde, con prati e campi che
caratterizzano i due insediamenti borghigiani. Tale situazione genera scorci particolari, ove emerge il contrasto tra i segni della storia
che si sono mantenuti tanto da riproporre ancora oggi la dimensione ambientale del borgo, e i caratteri della grande città impostisi nel
tempo in affaccio alle due arterie principali. Il fenomeno è percepibile in modo evidente lungo le due strade intercomunali: entrambe
presentano infatti un’edilizia minuta e continua lungo i fronti (con caratteri stilistici diversi, ma tipologicamente coerenti), evidente
tuttora nella parte iniziale di innesto con il ponte Amedeo VIII; man mano invece che ci si allontana verso i territori extraurbani
il costruito di carattere borghigiano si disperde, con un passaggio graduale alla configurazione di un ambiente ove tra gli edifici
prevale una casuale discontinuità volumetrica e tipologica, accentuata dalla presenza di alcune costruzioni fuori scala, in cui l’aspetto
funzionale ha prevalso del tutto su quello estetico, pervenendo alla totale perdita di una identificabile connotazione ambientale.
La consistenza dei fronti che caratterizza l’innesto della biforcazione a Y di Barca e Bertolla estende al di là della barriera fluviale
quella continuità edilizia delle cortine che caratterizza le zone pianificate di antica costituzione di Torino, e dei loro prolungamenti
lungo i principali assi stradali. Una continuità che lungo il perimetro di strada Settimo – nel tratto di collegamento a piazza Sofia –
non è proposta attraverso fronti compatti, ma mediante l’alternanza ritmica casuale di rade case minute, tipologicamente conformi,
circondate da ampi spazi verdi. L’omogeneità dell’immagine percettiva delle cortine edilizie nel primo tratto delle strade Settimo
e San Mauro è tale da mettere in secondo piano le molteplici differenze stilistiche tra gli edifici, generalmente di due o tre piani,
in parte costruiti all’inizio dello scorso secolo e altri che nei decenni successivi hanno completato i fronti strada, o ne hanno
trasformato le fattezze con interventi epidermici (su rivestimenti di facciata, serramenti e loro sistemi di chiusura, o balaustre dei
balconi). L’affievolirsi lungo le due arterie di tale situazione si abbina, come già si è accennato, al graduale inserimento – sempre più
consistente verso la zona periferica – di edifici recenti, che propongono volumetrie e tipologie architettoniche autonome, prive di
ogni continuità con il contesto borghigiano.
L’assetto ambientale che caratterizza i due assi viari, spina dorsale bifida degli insediamenti, è però anomalo rispetto alle zone
circostanti. Un sintomo di facile percezione si può cogliere dal contrasto tra l’intenso traffico viario in entrambe le strade di
collegamento foraneo, che immerge lo spazio in un caos di movimenti, suoni e inquinamento, mentre, attraverso gli affacci su
profonde visuali laterali di prati e alberi – leggibile da alcune spaccature nella continuità dei fronti – si può cogliere un intorno in cui
si è mantenuta un’atmosfera tranquilla e silenziosa. Le ampie aree retrostanti gli affacci sulle strade di San Mauro e di Settimo sono
infatti caratterizzate da vie di dimensione contenuta, con un’edilizia di piccola pezzatura: a due o tre piani i fabbricati più antichi e
piccole palazzine moderne, anche di cinque o sei piani, che svettano, nonostante l’altezza di per sé limitata, sulla volumetria molto
contenuta dell’insieme. In molti casi i fronti strada sono movimentati dalla presenza di inserti dei giardini o degli orti pertinenziali.
Tale situazione propone un’immagine di paese, con accenni a una dimensione ambientale nettamente rurale inmolti scorci, che viene
enfatizzata dalla presenza delle molteplici pezzature a prato o a coltivo (di piccola, media, o grande dimensione) che, alternandosi al
costruito, creano quella inequivocabile riconoscibilità di Barca e Bertolla.
All’interno di queste caratterizzazioni generali, le due eree borghigiane si differenziano però attraverso alcune connotazioni proprie,
influenzate principalmente dalle loro origini.
L’area di borgo Bertolla si articola essenzialmente intorno all’antico nucleo polarizzato su piazza Monte Tabor e sull’omonima strada
comunale: un piccolo borgo a tutti gli effetti, con caratteri autonomi, in cui si respira ancora l’aria di un tempo passato. Case minute,
dai caratteri tipologici essenziali (volumetrie irregolarmente articolate tra loro, con fronti disegnati solo dal ritmo, non sempre
regolare, dei tagli verticali delle aperture generalmente prive di decorazioni), si sviluppano lungo il reticolo di piccole vie che hanno
mantenuto l’impostazione irregolare degli antichi tracciati delle strade e dei sentieri dei territori “fuori porta”.
La zona di Barca alterna, in un sistema viario anch’esso articolato e di dimensione contenuta, caseggiati residenziali (generalemente
a un paio di piani fuori terra), alcuni di antica fattura, altri più recenti, accomunati dalla semplicità tipologica delle architetture e dalla
frequente presenza di giardini e cortili pertinenziali. All’interno di questo tessuto risultano inseriti numerosi fabbricati industriali che
connotano configurazioni ambientali diametralmente opposte a quelle ancora agresti che si sono conservate in particolare lungo la
storica arteria della strada comunale tra Bertolla e l’Abbadia di Stura.
Sul confine tra le due aree borghigiane è interessante il caso di via Damiano Chiesa, che mantiene un considerevole numero di piccoli
edifici tra i più antichi, con una connotazione ambientale dalla volumetria contenuta. Se il nucleo con le sue minute case viene visto
attraverso i varchi tra alcuni palazzi lungo la strada di San Mauro, per lo più di sei o sette piani fuori terra, il raffronto volumetrico
risulta tale da rendere ancora più evidente la dimensione contenuta dell’edificato antico.
Un ampio insieme di borghi, dunque, quello di Barca e Bertolla, nel quale non solo si distinguono ambienti con configurazioni
diverse, ma entro cui gli stessi abitanti identificano ancora oggi nuclei, luoghi, strade, con l’antica denominazione radicata nel
gergo locale. Tale curiosa realtà manifesta chiaramente il permanere nella zona di abitudini tipiche del modo di vivere delle società
paesane. Questo sentirsi una comunità a sé stante è espresso anche nel tuttora comune uso degli abitanti di dire
mi vado ‘n sità
(vado in città) quando si apprestano ad andare in un’altra zona di Torino. È altresì ancora sentita anche l’appartenenza a uno dei due
nuclei borghigiani: da qui nasce il comune modo di dire
mi son ‘d Bertola
o
mi son d’la Barca
(io sono di Bertolla, io sono di Barca), o
addirittura
mi son dij Biason
, cioè dell’antico piccolo nucleo nella zona ovest di Bertolla.
RILIEVO URBANO