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A partire dagli anni venti dell’Ottocento l’introduzione

della tecnica litografica consentì una drastica riduzione dei

costi di lavorazione e un notevole allargamento del mercato.

A Torino gli stabilimenti litografici si moltiplicarono,

passando da uno nel 1829 a ventiquattro nel 1878. Le

stampe, soprattutto di argomento sacro, realizzate con

intento spiccatamente didascalico, diventarono oggetto

di dono, alla portata anche dei ceti più umili della

popolazione, vendute nei mercatini di Natale allestiti ogni

anno in piazza San Carlo e in piazza Castello, nella fiera di

Carnevale oltre che presso le chiese e i santuari. Si trattava

di immagini molto ingenue, colorate in tinte vivaci che

raccontavano fatti e personaggi delle sacre scritture o storie

di santi con i loro attributi iconografici, destinate a vegliare

su modeste abitazioni, botteghe e laboratori artigianali.

Facendo riferimento a simboli iconografici universalmente

noti nel mondo cattolico, il loro racconto per immagini

era compreso anche da chi non sapeva leggere: la santa che

reggeva gli occhi su un piatto era santa Lucia, il santo sulla

graticola san Lorenzo, il santo con le chiavi in mano san

Pietro. La loro esperienza terrena, oltre a renderli ideali

mediatori tra l’uomo e Dio, contribuiva ad avvicinarli alle

persone, che vi facevano ricorso per le loro specificità.

Nelle raccolte dell’Archivio Storico della Città più di duecento

sono le stampe a soggetto sacro realizzate nell’Ottocento nelle

botteghe dei litografi torinesi le cui vicende si intrecciano

nell’arco dei decenni centrali del secolo. Il primo stabilimento

litografico fu aperto al n. 9 di via Bogino nel novembre 1817

da Felice Benedetto Festa (1774-1828), a cui il re Vittorio

Emanuele I accordò il privilegio per dieci anni con patenti

del 2 maggio 1820, poi prorogato fino al 2 maggio 1840.

Nel 1828 prese le redini dell’impresa il figlio Demetrio che

l’anno seguente, recatosi a Parigi per reclutare tecnici esperti,

portò con sé lo stampatore Brisson e il ventenne Michele

Doyen, di Digione, al quale affidò la direzione artistica. Nel

1829, alla morte di Felice Festa, l’estinzione del privilegio

SS. Crispino e Crispignano

,

litografia Pietro Briola, 1861.

Archivio Storico della Città

di Torino. Lo stesso tema è

trattato da diverse botteghe.

SS. Crispino e Crispiniano

fratelli romani martirizzati

l’anno 303

, litografia

Verdoni, Torino, 1875 circa.

Archivio Storico della Città

di Torino.

La creazione del mondo,

il peccato originale e la

cacciata dal Paradiso

Terrestre

, litografia Doyen,

Verdoni editore, Torino 1848.

Archivio Storico della Città

di Torino.

Iconografia popolare

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Popular iconography

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