

Rivista MuseoTorino / n.8
Iconografia
e religiosità popolare
di
Luciana Manzo
Immagini destinate
a vegliare su modeste
abitazioni, botteghe
e laboratori artigianali
a diffusione delle stampe devozionali è
legata alla figura dei
colporteurs
, «venditori
ambulanti piuttosto singolari che nelle fiere
o nelle sagre esponevano la loro mercanzia
attaccandola a uno spago teso sui muri delle
chiese o sotto i portici; […] sulle spalle,
legata con una cinghia di cuoio, portavano
la cassetta di legno con dentro un centinaio
di fogli distesi e divisi per argomento e serie.
Erano, quelle stampe iconografiche, gli unici oggetti d’arte
che da tre secoli diffondevano le opere dei grandi maestri
tra la gente delle campagne e tra i popolani delle città, e nei
casolari sparsi per montagne e pianure. I tesini, vecchi ed
esperti venditori ambulanti – un tempo lontano giravano
l’Europa vendendo pietre focaie – erano giunti a piazzare
stampe remondiniane, quelle delle famose stamperie di
Bassano Veneto, in ogni paese del mondo» (Mario Rigoni
Stern,
Storia di Tönle
, Torino, Einaudi, 1978).
La figura dei tesini, originari della valle del Tesino,
che da mercanti di pietre focaie si erano trasformati in
venditori ambulanti di stampe, è inscindibilmente legata
ai Remondini di Bassano, tipografi e librai la cui impresa,
nata a metà del Seicento, raggiunse il massimo sviluppo nel
Settecento con la produzione di libri, carte decorate, ma
soprattutto con le stampe popolari.
Nell’Ottocento, quando l’impresa dei Remondini iniziò
a declinare, il sistema del
colportage
, del commercio
ambulante, fu soppiantato, almeno nelle città, dalla
distribuzione presso le botteghe dei librai e presso venditori
specializzati. Nel 1836 a Torino, secondo la
Guida
della città
edita da Cassone e Marzorati, risultano sette «negozianti da
stampe», tra cui figurano i fratelli Reycend, con bottega in
piazza Castello «accanto al n. 13», Pietro e Giacinto Marietti
in contrada di Po, rispettivamente al numero 48 e 42 e
Giovanni Battista Maggi, «provveditore da stampe di Sua
Maestà», sempre in contrada di Po, «accanto al n. 56»
L
M. Vergine SS. della
Consolata protettrice
di Piemonte
, litografia
Cordey, 1860. Archivio
Storico della Città di Torino.
42