Villa Matilde, già Villa Magri, già Vigna La Margherita
Sulla strada alla Villa d'Agliè si trova questa villa che nel passato aveva anche il nome di "Cavajà". Il Della Chiesa, nella “Redazione del Piemonte” edita nel 1635, afferma che nacque come vigna reale in quanto proprietà di Emanuele Filiberto e che la denominazione di “Margarita” fosse stata scelta in omaggio a Margherita di Valois, moglie del duca.
Ancora vivente, Emanuele Filiberto fece donazione della vigna al principe ereditario Carlo Emanuele.
Dopo essere stata di proprietà di Emanuele Filiberto, passò al principe ereditario che a sua volta se ne disfece nel 1582, con altri suoi possedimenti, a favore della cugina Renata di Tenda in cambio delle sue terre savoiarde.
Renata di Tenda non era ben vista a Torino per la sua aperta adesione alla Riforma protestante, sicché nel 1588 fu costretta, anche sotto la pressione dei suoi creditori, a mettere all'asta questa vigna, che venne aggiudicata a una potente famiglia di La Loggia, i Darmello.
All'inizio del '600 Giacotto Darmello fu costretto a retrovendere la vigna al duca Carlo Emanuele, che la ribattezzò “L'Emanuella”, per non oscurare il ricordo della madre: il nome Margherita era anche quello della sua moglie morganitica, Margherita di Rossillon. Scelse la vigna quale dimora stabile del suo figlio illegittimo, anche se riconosciuto, Vitichindo.
Il duca ordinò al figlio di abbandonare la vigna dopo un caso di peste tra i vignolanti nel 1630.
Nelle mappe dell'assedio del 1640 questa vigna è presente con il nome di “La Margarita”, denominazione ripetuta nella planimetria del 1696.
Dopo la morte di Carlo Emanuele, gli eredi Darmello riuscirono ad ottenere la restituzione della vigna nel 1630. Per via ereditaria passò alla famiglia Gonteri o Gontery, forse di origine francese, e precisamente a Paolo Gonteri, marchese di Cavaglià, generale delle Poste e ammiraglio del Po presso il duca di Savoia.
Dopo un secolo, l'ultimo discendente Ercole Carlo Maurizio morì nel 1770 lasciando solo prole femminile. Nel 1776 il monsignor di Rorà nelle sue visite pastorali incontrò i nuovi proprietari, i conti Melina del Capriglio, citati dal Grossi.
Attualmente ha la denominazione di “Villa Matilde”.
Sulla facciata è presente un orologio solare.
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA MAGRI, GIÀ VIGNA LA MARGHERITA
Strada alla Villa d'Aglié 15
Vigna - villa.
Edificio di valore ambientale e documentario, memoria storica di antica residenza reale, elemento qualificante l'ambiente di strada alla Villa d'Aglié.
L'antica villa era denominata la «Margarita», e il Della Chiesa la ricorda come proprietà dei Savoia già all'epoca di Emanuele Filiberto (sec. XVI). Citata dal Grossi come «il Cavajà […] con antico casino […] forma due corpi di fabbrica civile e rustico»; la struttura attuale ha una immagine consolidata di gusto tardo barocco ed eclettico.
A. DELLA CHIESA, 1635: A. GROSSI. 1791. p. 40; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI]. 1866. fol. XIX; E. GRIBAUDI ROSSI. 1975. pp. 136-140.
Tavola: 43