Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Palazzina Ostorero

L’opera appartiene alla prima produzione dell’ingegnere Pietro Fenoglio, caratterizzata dalla cura per una decorazione pittorica raffinata che ben si discosta dalle vivaci e poliedriche invenzioni art nouveau delle costruzioni immediatamente successive, prime tra tutte Villa La Fleur. Quì morì il 15 febbraio 1937 Vincenzo Lancia.


VIA CLAUDIO BEAUMONT 7

Progetto: 1900

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Categorie

  • abitazione | liberty | casa

La palazzina, a due piani e con sottotetto abitabile, fu commissionata all’ingegnere Pietro Fenoglio (1865-1927) da Andrea Ostorero, “tra la strada di Francia e una via a denominarsi”, nel pieno dell’espansione urbanistica intorno alla stazione capolinea Torino-Rivoli. L’abitazione venne ultimata nel 1902, anticipando le decorazioni che, nello stesso anno, ornavano i padiglioni del Valentino per l’Esposizione di Arte Decorativa e Industriale, creati da Raimondo D’Aronco (1857-1932).
L’ingresso della palazzina è al centro del lato sulla via, mentre il vano scala è a sinistra dell’edificio, sottolineato esternamente dalle finestre a tre battenti con una cornice ad arco di circonferenza elegante; il gioco su più livelli è rimarcato da un tetto a capanna e la novità del villino è costituita proprio dal movimento strutturale dei corpi di fabbrica di altezza diversa, in cui l’alzata di due piani è subordinata alle torrette di tre piani, rese più leggere dalle finestre binate. La raffinata eleganza delle quattro facciate, tutte con caratteristiche diverse seppur omogenee, è sottolineata dai colori tenui, dal grigio dello zoccolo al rosa pallido dell’alzato, fino alla decorazione della cimasa a fiori bianchi su fondo azzurro, il cui motivo è ripreso dalle modanature delle finestre. La facciata anteriore è piatta, asimmetrica, movimentata dalla sopraelevazione e dal terrazzo laterale, mentre sul lato verso il giardino la soluzione è a giorno, con ampie finestre a tre e due luci e una veranda al piano terra. Posteriormente la struttura è mossa solo da un balcone, mentre nel quarto lato la tromba delle scale ispira suggestioni neogotiche animate da ferri battuti e rilievi in cemento, con l’arioso terrazzo aggettante.

Fonti Archivistiche

  • Archivio Storico della Città di Torino, Progetti Edilizi, 1900, pratica n. 233

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Ente Responsabile

  • Associazione L&M – I Luoghi e la Memoria