La totale riplasmazione degli antichi edifici medievali che definivano lo sbocco settentrionale della città, a partire dal 1729, sancisce nel disegno di Juvarra (1678-1736) il nuovo accesso monumentale alla città.
Gli edifici dell'isolato di Santa Croce compresi tra via della Basilica, via Porta Palatina e piazza Cesare Augusto furono danneggiati da diversi bombardamenti avvenuti tra il dicembre del 1942 e l'agosto del 1943. La Basilica Mauriziana situata tra via Milano e via della Basilica subì lievi danni durante l'attacco aereo del 13 luglio 1944.
I due isolati di Sant’Ignazio e di Santa Croce, il primo di proprietà della città, il secondo della Sacra Religione (Ordine Mauriziano), vengono commissionati come progettazione a Filippo Juvarra (1678-1736) sin dal 1729, nel contesto del progetto del sovrano Vittorio Amedeo II (1666-1732) di rettificazione dell’antica Contrada di Porta Palazzo (oggi via Milano), definito con il regio biglietto del 29 aprile 1729, e dello sbocco di questa verso nord, porta urbana settentrionale della città. In continuità interpretativa con quanto proposto per lo sbocco occidentale, Juvarra pensa alla nuova porta della capitale in chiave di spazio urbano aulico e di piazza d’armi, definita dai due isolati di palazzi da reddito, nelle isole appunto di Santa Croce e Sant’Ignazio. Il retro dei medesimi si apre sulla nuova piazzetta romboidale realizzata per dotare la Basilica Magistrale di opportuno sagrato. La monumentalità è cercata con l’impiego di grandi paraste a tutta altezza, di un fregio che alterna bucrani di toro (simbolo di Torino) a elementi classici e con la rigorosa scanditura delle facciate, come chiaramente indicato nelle Instruzioni di mano di Juvarra, del 1735..
La rapidità di esecuzione, tra il 1729 e il 1733 (nel 1730 gli edifici dell’isolato di Santa Croce sono collaudabili; nel 1731 iniziano i lavori nell’isola di Sant’Ignazio e nel 1733 termina la costruzione del medesimo isolato), è garantita dall’impiego di maestranze preminentemente luganesi, mentre il collaudo delle opere, nel 1736, è affidato al misuratore Luca Baretti (attivo nel corso del XVIII secolo per il sovrano e per la Sacra Religione).
La totale demolizione delle case medievali preesistenti permette la realizzazione delle grandi palazzate, nell’isolato di Sant’Ignazio prive di vincoli planimetrici, mentre in quello di Santa Croce soggette al rapporto, non semplice, con la manica dell’infermeria dell’Ospedale Magistrale della Sacra Religione (in quella sede fino al 1885) e con la stessa Basilica Magistrale. Entrambi gli isolati vengono poi allungati, nel 1819, su progetto dell’architetto Gaetano Lombardi (1793-1868) per meglio adattarsi al progetto della nuova piazza ottagonale (oggi piazza della Repubblica) voluta dalla Restaurazione. Nel 1890, infine, quando ormai l’ospedale è stato spostato nella sua nuova sede di corso Turati (all’epoca viale di Stupinigi), la municipalità apre una grande galleria coperta, intitolata a Umberto I, nell’isolato di Santa Croce, su progetto dell’ingegnere Lorenzo Rivetti.
29 aprile 1729, Regio Biglietto che fissa le direttive per la rettificazione (allineamento) e allargamento della contrada di Porta Palazzo e inizio lavori all’isolato di Santa Croce;
1730, gli edifici dell’isolato di Santa Croce sono collaudabili;
1731, inizio lavori nell’isola di Sant’Ignazio;
1733, termine dei lavori nell’isola di Sant’Ignazio;
1735, Instruzioni di Juvarra per l’affaccio dei medesimi isolati sulla piazzetta romboidale della Basilica;
1736, collaudo degli isolati;
1819, prolungamento su progetto di Gaetano Lombardi degli isolati sulla piazza della Repubblica;
1890, apertura della Galleria Umberto I all’interno dell’isolato di Santa Croce.
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
COMPLESSO JUVARRIANO DI PORTA PALAZZO
Via Milano e Piazza della Repubblica
Complesso di spazi urbani e di case con alloggi e botteghe d'affitto, realizzate in base a piani urbanistici unificanti.
Complesso urbano pianificato di valore storico-artistico, ambientale e documentario. Esemplari riplasmazioni, con disegno regolare ed organico, condotte su progetti urbanistici fissanti i fili esterni di fabbricazione e i disegni unificanti di facciata.
II complesso è stato realizzato nel Settecento sul progetto juvarriano (1729) fissante i fili della nuova Piazza d'Armi di Porta Palazzo e del "dirizzamento" di Via Milano. Gli edifici degli isolati sulla piazza, realizzati rispettivamente dalla Città e dall'Ordine Mauriziano come case da reddito, costituiscono
esempi di riplasmazioni radicali di ampio respiro, con disegno regolare e razionali strutture distributive ed edilizie. Le riplasmazioni sul lato di S-E della piazzetta a losanga parzialmente conservarono strutture preesistenti. L'androne a vela di Via Milano 16, è soffittato ma recuperabile. Il disegno unitario di basamento delle facciate, rotto dalle vetrine dei negozi, si presta ad essere reintegrato.
M. PASSANTI, 1945; ISTITUTO DI ARCHITETTURA TECNICA, 1968, vol. I. pp. 1295 sgg., p. 1363, pp. 745 e 746; C. ROGGERO BARDELLI, 1977
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