

Le confraternite
di Giuseppe Tuninetti
Verso la metà del secolo scorso, otto chiese, di un certo valore architettonico e arti–
stico, richiamavano ai torinesi l'esistenza delle otto principali confraternite cittadine:
Santa Croce (Santi Maurizio e Lazzaro), SS. Annunziata, SS. Nome di Gesù, San
Rocco, SS. Sudario, Spirito Santo, SS. Trinità, la Misericordia (San Giovanni Decolla–
to)!. A tali associazioni intende limitarsi il presente studio. Infatti la parola confrater–
nita o compagnia nasconde una realtà pluricentenaria, molto varia e complessa, all'in–
terno dell'associazionismo cattolico dei secoli scorsi. Non viene pertanto presa in con–
siderazione la ricca realtà delle confraternite-compagnie, sorte nei paesi cattolici
soprattutto dopo il concilio di Trento, fiorenti nello stesso Ottocento, in particolare a
livello parrocchiale, o collegati ad antichi ordini religiosi, aventi unicamente uno
scopo di culto o di catechesi: compagnie del SS. Sacramento, del SS. Rosario, della
Dottrina Cristiana ecc.
Le otto confraternite torinesi infatti, oltre agli scopi di culto e di perfezionamento
morale-religioso personale, avevano quello delle opere di misericordia, in genere o di
una in particolare. Anche quelle soppresse dal governo napoleonico avevano ripreso la
loro attività, prive però dello slancio del Settecento, per una triplice ragione: una
minore presa della chiesa sulla società civile, soprattutto sulla borghesia; apertura di
altri spazi per l'azione dellaicato - ad esempio le prime espressioni di Azione cattolica
o simili - all'interno della Chiesa (le Amicizie Cristiana e Cattolica, le Conferenze di
San Vincenzo), le prime iniziative governative o paragovernative nel loro tradizionale
campo di attività, quello dell' assistenza.
Infatti la diffusione delle confraternite nei secoli precedenti aveva rappresentato
per illaicato uno spazio e una relativa autonomia, attuata anche con la disponibilità di
una propria chiesa e gelosamente difesa nei confronti delle parrocchie e del loro clero,
pur avendo tra gli iscritti sacerdoti e anche vescovi. Allaicato esse offrivano un triplice
obiettivo: preghiera, perfezionamento morale-religioso, attraverso una più intensa pra–
tica sacramentaria, e vari campi di impegno di carità e di solidarietà cristiana, con
notevole incidenza sociale tramite valide opere - non raramente gestite in proprio -,
talora ancora oggi esistenti, sia pure laicizzate o statalizzate e trasformate, soprattutto
dalla legge del 17 luglio 1890, ma anche dalla stessa evoluzione della società.
La più antica confraternita torinese - fu infatti fondata nel secolo
XIV -
matrice di
alcune altre,
è
stata quella di
Santa Croce,
poi diventata dei
Santi Maurizio e Lazzaro
2 ,
l
La storiografia in questi ultimi decenni ha scoperto
l'importanza del mondo delle confraternite, soprattutto
fino alla Rivoluzione francese; della storiografia italiana
segnalo due studi abbastanza recenti: PIETRO BORZOMATI,
Confraternite e Terzi Ordini,
in
Dizionario storico del
Movimento cattolico in Italia,
1/2:
I fatti e le idee,
Torino,
Marietti, 1981, pp. 229-231 ; ROBERTO RUSCONI,
Confra–
ternite, compagnie e devozioni,
in
Storia d'Italia.
Annali 9:
La
Chiesa e il potere politico dal medioevo all'età contem–
poranea,
Torino, Einaudi, 1986, pp. 469 e sgg. Sul Pie-
monte e su Torino mancano studi complessivi recenti;
pertanto si deve ancora ricorrere all'ormai superato: GIU–
SEPPE MARTINI,
Storia delle Confraternite italiane con spe–
ciale riguardo al Piemonte. Studio di Storia di Diritto Eccle–
siastico Italiano,
Torino, Tipografia Editoriale Umberto
Franchini e
c. ,
1935. Qualche buono studio su singole
confraternite
è
stato invece pubblicato. Per questa ricer–
ca, quando
è
stato possibile, si sono consultati i singoli
archivi.
2
G. MARTINl,
Storia
cit., pp. 115·124.
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