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nel 1888 18. Si deve alla Confraternita anche la fondazione nel 1774 del Ritiro delle

Figlie dei militari (che dava il nome all'attuale via San Domenico) , specialmente quelle

rimaste orfane, cui si provvedeva alloggio, assistenza e istruzione.

È

stato invece l'Ospizio dei catecumeni, destinato a ospitare e aiutare i convertiti al

cattolicesimo, l'opera più importante gestita

dall'Arciconf raternita dello Spirito Santo,

fondata il3 marzo 1595 e il cui stemma, pure riportato sul saio, fu poi lo Spirito Santo

sotto forma di bianca colomba. L'abiura più nota, più problematica e più discussa fu

quella fatta dal calvinismo dal sedicenne ginevrino Jean-Jacques Rousseau il 12 aprile

1728 19 . Gli

Statutz2°

del 1838 contemplavano ancora un direttore e una direttrice per il

servizio interno rispettivamente di neofiti-catecumeni e neofite-catecumene; il giorno

di Pentecoste, festa dell'Arciconfraternita, veniva distribuito il pane ai «cattolicizzati».

Spulciando i nomi dei confratelli degli anni trenta si notano:

il

conte Giovanni Maria

Balbiano di Viale e il marchese Michele di Cavour, il canonico Pietro Riberi della

Metropolitana e l'arcivescovo Luigi Fransoni, il tenente Giuseppe Castelli e il capitano

Maurizio Gromo, il senatore Vincenzo Persico, architetti, avvocati e medici 21 .

Vigeva la consuetudine di offrire «la torchia e la palma a S.M. e a tutte le persone

della Real Famiglia»22 , accogliendole all'ingresso della chiesa. Lo stesso futuro Vittorio

Emanuele II fu priore nel 1843 .

Erano i membri della

Confraternita di

S.

Giovanni Decollato detta della Misericordia

a indossare la divisa più appariscente: una lunga tunica in rada tela tinta in nero con

sistemi vegetali - raccolta ai fianchi da una corda, mentre le ampie maniche scendeva–

no sulle mani fino a nasconderle - e un cappuccio (detto la «buffa»), tagliato in sbie–

co, munito soltanto di due fori per gli occhi; le consorelle indossavano cappe gialle,

cinte di fune ai fianchi , con il lungo scapolare nero e un ampio velo giallastro 23 .

La Confraternita continuava a essere molto attiva anche nella prima metà dell'Otto–

cento, poiché gli scopi per i quali era stata fondata continuavano a essere attuali: assi–

stenza ai carcerati e ai condannati a morte; le Confraternite della Misericordia d'al–

tronde erano attive in grandi città come Firenze e Roma (alla cui Arciconfraternita si

aggregò nel 1581 quella torinese) e anche in molti centri piemontesi, anche minori,

come Carmagnola e Cavallermaggiore 24 .

Quella torinese era stata fondata nel 1578 nella chiesa dei Santi Simone e Giuda;

passata prima nella chiesa di San Dalmazzo, degli antoniani e poi dei barnabiti, e suc–

cessivamente nel 1698 in quella dell'Ospedale della carità, poté finalmente avere come

sua nel 1720 la chiesa già delle monache di Santa Croce o Canonichesse Lateranensi,

sostituita nel 1751 dall' attuale, opera di Giuseppe Nicolis di Robilant 25 .

La manifestazione più spettacolare della Confraternita era la grandiosa processione

del Cristo morto del venerdì santo, regolamentata nei minimi particolari 26 .

Nell'Ottocento, tra i confratelli compaiono Carlo Alberto di Savoia, principe di

Carignano, con la funzione di governatore nel 1825 e nel 1826

27

;

Luigi Cibrario, Carlo

18

Ibid.,

p. 14 e sgg.

19

Si vedano MAURIZIO MAROCCO,

Cronistoria della

veneranda Arciconfraternita dello Spirito Santo in Torino,

fondatrice ed amministratrice dell'Ospizio dei Catecumeni,

Torino, Tipografia Bellardi e Appiotti, 1873, pp. 206-207;

G . MARTINI,

Storia

cit., pp. 125-139.

20

ARCHIVIO ARCIVESCOVILE

DI

TORINO,

Fondo del–

l'Arciconfraternita dello Spirito Santo,

20.1.29:

Statuti e

Regolamenti dell'Arciconfraternita dello Spirito Santo.

21

Ivi,

Arciconfraternita dello Spirito Santo,

7:

Confra–

telli della

m.to

veneranda Compagnia dello Spirito Santo.

Esistevano anche le consorelle, si veda: 7/8:

Consorelle del–

la molto veneranda Arciconfraternita dello Spirito Santo di

Torino.

22

Ivi,

Statuti

cito

23

Lo studio migliore sulla Confraternita:

Arte, pietà e

morte nella Confraternita della Misericordia di Torino ,

Torino, Quaderni dell'Arciconfraternita della Misericor-

dia, 1978; ricco di informazioni

è

L'Arciconfraternita San

Giovanni Battista Decollato e Patronato Liberati dal carce–

re detti della Misericordia, nel VII cinquantenario della

fondazione in Torino

(1578-1928), Torino, Stabilimento

tipografico della Società Editrice Internazionale, s.d.; G.

MARTINI,

Storia

cit.,

pp. 140-166.

24

GIACOMO BRACHET CONTOL,

La confraternita di

San Giovanni Battista Decollato e della Misericordia. Cenni

storiCI;

in

Arte, pietà e morte

cit., p.

11

e sgg.

25

Si veda CARLA TORRE NAVONE,

Note sull'Arcicon–

fraternita della Misericordia e la sua chiesa in Torino,

in

Arte,tietà e morte

cit., p. 39 e sgg.

2

ARCHIVIO DELLA CONFRATERNITA DELLA MISERI–

CORDIA, in Torino,

Istruzione e Regolamento della Fonzio–

ne e Processione solita a farsi nel Venerdì santo dall'Orato–

rio Venerando di

S.

Giovanni Decollato detto della Miseri–

cordia;

la stesura

è

del 1760, snt.

27

Ivi,

Libro nel quale sono ascritti tutti i Fratelli del

147