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Tomba della Principessa Beloselsky nel Cimitero di S. Lazzaro; Stemmi ed Emblemi presso alle tombe

Decurionali.

Litografie di Jean Junck,

in

ANTONIO

BARATTA,

Il torinese Campo Santo effigiato e descritto,

Torino, Cassone, 1846 (ASCT,

Collezione Simeom,

C 4174) .

Le cose cambiarono quando, il5 novembre del 1829, venne inaugurato il Cimitero

generale, destinato ad accogliere tutti (o quasi) i defunti della città. TI marchese Tan–

credi Falletti di Barolo, sindaco di Torino nel 1827 , che, «spinto da viva brama di con–

correre al più pronto eseguimento di un opera la quale riflette[rà] al pari la salubrità

pubblica e la religiosa riverenza dovuta alle ceneri degli estinti», ne aveva personal–

mente finanziato la costruzione, sborsando di tasca propria l'enorme somma di

300.000 lire, aveva chiesto all'architetto Gaetano Lombardi di progettare un edificio

decoroso, ma senza inutile sfarzo, senza portici né sepolcri sotterranei, formato da

fosse individuali uguali per tutti, poveri e ricchi

4 •

Agli angoli del grande campo qua–

drato, che occupava una superficie di circa 115.000 mq (oltre quaranta volte quella di

San Pietro in Vincoli e di San Lazzaro) e sorgeva lungo la strada del Regio Parco, a

breve distanza dalla Dora, vennero ricavati quattro piccoli recinti triangolari: due ossa–

ri , il nuovo cimitero dell'Ospedale di Carità, che avrebbe sostituito quello dei Santi

Bino ed Evasio, e il cimitero di coloro che non potevano essere sepolti in terra consa–

crata . Due larghi viali alberati dividevano l'area dei cattolici - il «camposanto» vero e

proprio - in quattro settori identici, tre per gli adulti e uno per i bambini, mentre le

tombe private avrebbero trovato posto

di

fronte alle mura perimetrali, in corrispon–

denza dei nicchioni in

cui

sarebbero stati collocati i monumenti funebri e le lapidi

5 .

Già all'indomani dell'apertura del nuovo cimitero, i pozzi comuni

di

San Pietro in

Vincoli furono sigillati (non svuotati, però) e fatti coprire con mezzo metro

di

terra,

4

LUIGI CIBRARIO,

Storia di Torino,

Torino, Fontana,

pp.

283

e

295.

1846,

voI.

II,

pp.

73-74; ASCT,

Ragionerie,

1828,

voI.

26,

5

ASCT,

Tipi e disegni,

9.1.1'-4;

L.

CIBRARlO,

op.

ai.,

p.

73.

218