

«per assicurarsi per sempre dal trapelare della puzza». I sotterranei che correvano
sotto i portici continuarono invece per oltre mezzo secolo ad accogliere le sepolture
dei torinesi; non erano poche, del resto, le famiglie che ancora aspiravano ad acquista–
re una tomba privata nell'antica necropoli di borgo Dora, preferendola al vastissimo e
«democratico» Cimitero generalé. Ben diversa la sorte di San Lazzaro, che, ormai
accerchiato dalle case, e da troppi anni in grave stato di degrado, venne definitivamen–
te chiuso; in seguito, con piena soddisfazione degli abitanti di borgo Po, all'interno
delle sue mura fu costruito il convento, con annessi chiesa e giardino, d i padri minori
osservanti riformatF.
Secondo i calcoli dell' architetto Lombardi,
il
Cimitero generale avrebbe potuto
accogliere più di 63.000 sepolture individuali. Tra il 1829 e il 1848, mentre Torino
arrivava a sfiorare i 137.000 abitanti, i decessi furono quasi sempre più di 4500
l'anno
8 ;
i chimici, però, assicuravano che le fosse singole, ben distanziate tra loro, non
rinnovabili prima che fossero trascorsi almeno cinque anni e profonde 180 centimetri,
avrebbero impedito le esalazioni nocive. Lungo i viali, ad ogni buon conto, vennero
subito messi a dimora cipressi, cedri (ridotti anch 'essi «in forma di cipresso») , abeti
neri, siepi di bosso e altra «verzura la più ridente», che avrebbe contribuito a purifica–
re l'aria, trasformando il cimitero in un parco «fatto geniale passeggio alle persone
meditanti il pregare per le anime dei trapassati»9.
Così, mentre i proprietari d'immobili di borgo Vanchiglia e
di
borgo Dora, chiede–
vano (senza successo) la chiusura del cimitero degli israeliti, di quello di San Pietro in
Vincoli e, soprattutto, del «lurido camposanto degli impiccati», colpevole di «spar–
g[ere] d'intorno un senso di malinconia e ribrezzo che scoraggia i Capitalisti»
IO,
il
] OHAN ]ACOB FALKEISEN,
Nuovo Cimiterio.
Incisione in acciaio, in
Vues de la ville de Turin ,
Torino,
Maggi, 1852 (ASCT,
Collezione Simeom,
D 551 ).
6
ASCT ,
Ragionerie,
1830, voI. 30, pp. 191 e 276.
7
ASCT,
Ordinati,
voI. 345, c. 72, verbale della seduta
29 ap rile 1829.
ASCT,
Tipi e disegni,
9.1.1a-4; GI USEPPE FILIPPO
BARUFFI,
Il Camposanto de' torinesi,
Torino, Stamperia
Reale, 1855, p. 24.
9
ASCT,
Carte sciolte,
n. 4814,
Testimoniali di rela–
zione giurata fatta dal sig. cavaliere Giacomo Maria Bara-
bino ingegnere,
14 marzo 1829; ASCT,
Ragionerie, 1829,
voI. 28, p. 151 ; ANTON IO GIORDANO,
Piantagioni pei
cimiteri,
in «Letture di famigli a», n. 44 , 2 novembre
1844, p. 347 .
IO
ASCT ,
Ragionerie,
1837 , voI. 45 , p. 467; GIAN
G IACOMO BONINO,
Il cholera morbus nella città di Tori–
no nell'anno
1854, Torino, Tip. Eredi Botta, 1855 , pp.
3-4 e 81.
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