

La salda gestione istituzionale del racconto
in fieri
trattiene, ma non impedisce il
conflitto di visioni ed esperienze. Ho detto
in fieri,
perché eventi e racconto degli
eventi nascono in quel torno di tempo con una dislocazione temporale che si riduce a
volte a zero. In quanto nome del giornale di Balbo e di Cavour, lo stesso «Risorgimen–
to» (dal 15 dicembre 1847) è prima racconto che cosa. Questo è documentabile persi–
no seguendo la genesi dei monumenti pubblici - un fattore decisivo e inflazionato nel
rinnovamento dei modi di concepire e di vivere la piazza, strettamente connesso all'e–
mergere di nuovi ceti e bisogni, soggetti e oggetto di una nomenclatura non più
restringibile al carisma tradizionale dei sovrani e dei santi. Si tratta di forme di narra–
zione che, in linea generale, lavorano sulla selezione spontanea e organizzata delle
memorie del passato e che richiedono perciò tempi di sedimentazione e quindi rallen–
tati rispetto al racconto della contemporaneità mentre viene facendosi, cioè alla storia
dell'immediato quale la può sbozzare la parola dell'oratore (altra figura emergente o
rinnnovata della piazza) o la penna del giornalista, del polemista, del diarista
5 .
Eppure
i tempi di monumentazione delle figure-chiave si direbbe subiscano anch'esse le acce–
lerazioni del '48. Persino le statue inseguono il momento, danno forma e visibilità -
nella staticità del marmo o del bronzo - agli smottamenti e alle dinamiche dei movi–
menti di opinione. Arrivano addirittura a evocare avvenimenti che ancora non si sono
dati, rovesciando il nesso di consequenzialità tra il fare e il narrare. Penso alla fulmi–
neità con cui vengono proposte, si impongono e si concretizzano in tempi rapidi tre
scelte strategiche nella politica dell 'immaginario del dopo-'48 torinese, quali i monu–
menti a Siccardi (1850-1852), l'Alfiere sardo (1857-1859), Manin (1857-1861)6. Monu–
mentare in diretta può esporre anche a incidenti di percorso, come vedremo anche nei
tre casi appena citati. Carlo Alberto è vivente e non esiste ancora a suo titolo di merito
lo Statuto quando nel 1847 prende avvio a Torino il suo processo di monumentazione,
che è duplice. In Comune l'inaugurazione dell'opera di Luigi Cauda avverrà nel 1858
7 ;
nel 1861 quella del complesso scultoreo del celebre Marochetti
8 -
che è contempora–
neamente un monumento all'esercito sardo - nella piazza che dallo stesso Carlo Alber–
to prende il nome; ma intanto Novara, l'abdicazione, l'esilio, la morte hanno continua–
to a incidere sulla natura e la messa in forma del personaggio e a mettere a dura prova
l'intenzione ufficiale - del Comune e dello Stato - di imbrigliare concettualmente la
realtà. Sta di fatto che nell'anno dell'unità d'Italia la capitale dello Stato-guida ha già
ricuperato e messo in campo questo presidio della memoria piemontese ed è pronta a
zavorrarne quella nazionale, anzi a imporla essa stessa come nazionale; mentre Vittorio
Emanuele - più che mai "II" - non ha fatto a tempo a tornare da Napoli e non è anco–
ra re d'Italia che già, il 10 dicembre 1860, ha preso avvio per iniziativa della Giunta
quello che sarà poi il suo gigantesco simulacro torinese. Poco più di un decennio, ed
ecco tuttavia - nel 1872 - il Comune non trovar modo di opporsi a un sia pur discreto
obelisco simbolico, voluto dai veterani di moti del 1821 : gli imbarazzanti protagonisti
di un altro rivolo della storia , coloro che hanno sparato sulle guardie del re, messo in
fuga Vittorio Emanuele I e continuato per tutta la vita a scorgere in Carlo Alberto un
dappoco, se non anche un traditore
9 •
I casi più patenti, a Torino, di trasferimento immediato dell' attualità politica in
pungenti icone pubbliche possono comunque considerarsi quelli relativi al Siccardi e
all'Alfiere. Il moderatismo combatte alcune delle sue battaglie simboliche più radicali
) Sulla prima generazione di "storici" del Risorgimen–
to - i
saballdisti
che continuano a far politica e a combat–
tere con altri mezzi -
è
imprescindibile l'opera di UMBER–
TO LEVRA ,
Fare gli Ilaliani. Memoria e celebrazione del
Risorgimento,
Torino, Comitato di Torino dell'Istituto
per la Storia del Risorgimento Italiano, 1992.
6
Le notizie relative ai singoli monumenti e agli itine–
rari di ciascun progetto sono desunte da
Fantasmi di
bronzo.Guida ai monumenti di Torino 1808-1937,
Torino,
4
Martano, 1978; e dalla tesi citodi
C.
Lanfranco.
7
C.
LANFRANCO,
Il Risorgimento e
i
Savoia celebrati
cit., I, p. 240.
8
MAURIZIO CORGNATI, GIANLORENZO MELLINI e
FRANCESCO POLI (a cura di),
Illouro e
il
bronzo.
La
seultu–
ra celebrativa in Itolia 1800-1900,
Catalogo della mostra,
Torino, Dte, 1990.
9
C.
LANFRANCO,
Il Risorgimento e i Savoia celebrati
cit.,
I.,
pp. 356-363 .