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li

labirinto dei toponimi

di Rosanna Roccia

Al visitatore occasionale approdato nella capitale carloalbertina, Giacomo Serra,

libraio in contrada Nuova, offriva il sostegno di un presuntuoso libercolo di 36 pagine

intitolato

I:amico del forestiere in Torino e suoi dintorni,

dato alle stampe nel 1840; vi

era acclusa una pianta della città e borghi in scala 1:20.000 disegnata e litografata da

Giuseppe Antonio Musante

1 •

La piccola carta, coeva alla guida, era corredata da una

legenda

con i toponimi numerati di novanta «contrade» dello scacchiere urbano, indi–

viduabili sul tracciato mediante altrettanti richiami, peraltro scarsamente intelligibili.

Le dimensioni ridotte, la difficoltà di lettura, e soprattutto l'illogicità del percorso dei

numeri, zigzagante e discontinuo, limitavano di gran lunga l'utilità della mappa. Tutta–

via, sinché nelle botteghe dei venditori di stampe non comparve la

Pianta della

città

corredata dalle

Indicazioni necessarie al forestiere,

con la toponomastica rivoluzionata

nel 1860 dai nuovi regolamenti municipali

2 ,

quella del Musante rimase a lungo l'unico

strumento tascabile di orientamento disponibile sul mercato.

Per rintracciare contrade, baluardi, corsi, vie, vicoli, piazze e piazzette sopravvive–

vano validamente due piante meno agevoli, ma più nitide e preziose, l'una incisa nel

1817 da Pietro Amati e Pio Tela, ristampata negli anni trenta3, l'altra pubblicata nel

1831 a cura di Giovanni Battista Maggi, aggiornata nel 1834

4 ;

entrambe con l'elenco

immutato di circa centoventi toponimi.

Ma più d'ogni altra attendibile e utile era la grande

Carta geometrica ,

dal disegno

perfetto, realizzata dal misuratore Andrea Gatti nel 182J5. Quest'ultima consentiva di

spingere lo sguardo e i passi sin dentro i cortili, gli androni, i portici e i giardini priva–

ti; inoltre, forniva una selezione accurata e cospicua dei «luoghi più soggetti a fre–

quente ricerca» - ovvero palazzi pubblici e uffici dello Stato, chiese parrocchiali e

«sussidiarie», conventi e monasteri, case di educazione e collegi, accademie e teatri,

caserme e istituti di pena, ospizi, opere pie e ritiri, «principali alberghi» e mercati -

dei quali indicava l'esatta ubicazione mediante tutte le coordinate di riferimento: la

sezione urbana e il numero «dell'isola» di appartenenza, la contrada o la piazza e il

«numero della porta», infine il codice alfanumerico di «riscontro sulla pianta». Nella

legenda

esplicativa elencava infine i complessivi duecentosettantasette toponimi delle

sezioni, isole, piazze, contrade, viette e vicoli dell'intreccio cittadino.

1

ADA

PEYROT,

Torino nei

secol~

Torino, Tipografia

Torinese Editrice, 2 voll. , 1965, II, p. 627, n. 428. In

ARCHIVIO STORICO

DELLA

CITTA

DI

TORINO (d'ora in poi

ASCT),

Collezione Simeom,

D 94, un esemplare della sola

Pianta

sciolta.

2

La pianta annessa alla

Piccola guida di Torino e din–

torm;

pubblicata ancora da Giacomo Serra intorno al

1862 (ASCT,

Collezione Simeom,

G 17), conteneva

il

pro–

spetto comparativo delle vecchie intitolazioni e dei nuovi

nomi adottati dal Consiglio comunale

il

19 giugno 1860,

nonché l'estratto dd

Regolamento per la nuova numera–

zione delle porte.

In A. PEYROT,

op. cit.,

II, p. 780, n.

542/25 la pianta è erroneamente attribuita al 1852.

3

A.

PEYROT,

op. cit.,

I, pp. 400 e 549, nn. 276 e 386.

Esemplari di entrambe le edizioni

in

ASCT,

Collezione

Simeom,

D 79 e 85 (attribuita da mano ignota al 1827).

4

A.

PEYROT,

op. cit.,

II, pp. 523 e 541, nn. 360 e 376.

Esemplari in ASCT,

Collezione Simeom,

D 87 e

Tipi e

dise~ni,

64.4.14.

A.

PEYROT,

op. cit.,

II, p. 436, n. 304. Esemplare

in

ASCT,

Tipi e disegni,

64.4.4. Ristampata nd 1825, con

l'impiego dello stesso rame,

fu

allegata all'opuscolo

Topo–

dexia della città di Torino per rintracciare facilmente le vie,

le pia1.1.e, le case,

Torino, Alliana e Paravia, 1825.

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