

menti, che, apparso nel «Costituzionale subalpino», fu riferito, il 9 marzo, in una note–
rella dell'«Opinione»:
Abbiamo letto [...] ieri una proposta per cangiare i nomi delle principali vie di Torino. Applaudia–
mo a quest'idea ed al progetto perché formato sopra memorie care e gloriose al Piemonte e all'Italia.
Uniamo quindi
il
nostro voto [...] perché desso venga attuato presto, ed
il
cittadino come
il
forestie–
re percorrendo la capitale abbia continuamente sott'occhio un nome che gli rammenti una gloria
nazionale!
16.
L'auspicio della stampa non fu accolto prontamente; né ebbe maggiore fortuna la
proposta di restituire, nel centenario della nascita, a via San Carlo il nome di Vittorio
Alfieri17, già attribuito a quella contrada nei brevi anni dell'impero. Fu necessario
attendere la primavera del
1851,
perché il Consiglio comunale, in funzione da un paio
d'anni, si risolvesse a esaminare l'«elaborata relazione» presentata dal conte Cibrario,
anche a nome dei colleghi Baruffi e Della Chiesa di Benevello, sulla «convenienza
d'imporre nuove denominazioni ad alcune vie della capitale [...] designate con nomi
del tutto impropri»18.
Tra le intitolazioni ritenute «improprie» o «basse troppo», v'erano le vie dei Guar–
dinfanti, dei due Buoi, del Fieno, delle Quattro pietre, dei Conciatori, di cui non
importava «conservar memoria». La plurisecolare via di Doragrossa appariva «mal
denominata dopoché niun rigagnolo» scorreva «più lungo la medesima»; la via Nuova
poi «da lungo tempo» nuova non era più. Mentre alle prime si sarebbero potuti
imporre i nomi delle «glorie nazionali», ovvero «degli uomini di cui più si onora[va] la
patria», le ultime due erano egualmente candidate «alla consacrazione» dello Statuto,
a «perpetua gloria del Re» che lo aveva magnanimamente promulgato.
Nel timore di creare «confusione nelle menti del popolo», con l'introdurre «ad un
colpo» tante «mutazioni», i cambiamenti progettati furono accolti in minima parte: a
via San Carlo fu restituito il nome dell'Alfieri e alla strada tendente alla Piccola Casa
della Divina Provvidenza fu attribuito quello benemerito del Cottolengo; il baluardo
di Mezzodì fu inoltre chiamato, mesto ricordo, <<Via di Oporto». A proposito del ram–
mentare ai posteri la Carta costituzionale, la preferenza parve cadere su via Nuova, ma
fu bocciata, mentre la proposta isolata e improvvisa di dare il «nome glorioso dello
Statuto» alla piazza del Palazzo di Città cadde nel silenzio
l9 ;
l'individuazione di un sito
appropriato fu rinviata agli anni successivi.
li
rifiuto popolare alle innovazioni, la persistenza della memoria, l'affezione per i
segni e i simboli del passato ostacolavano i deboli tentativi postquarantotteschi di
aggiornare la toponomastica cittadina 20 . A meno di dieci anni tuttavia il cambiamento
sarebbe stato radicale: le targhe delle vie e utili manuali avrebbero insegnato ai torinesi
e ai forestieri la nuova lezione della storia 21 .
16
«L'Opinione» , 9 marzo 1848, n. 31, p. 124.
17
Atti del Municipio di Torino, ossia Raccolta dei ver–
bali delle sedute del Consiglio comunale dal
1849
al 1856,
voI. I, annate 1849 e 1850, Torino, 1859, p . 8, seduta 2
gennaio 1849.
18
Ibid.,
voI. II, annate 1851 e 1852, Torino, 1861, pp.
136-138, seduta 21 marzo 1851. La commissione per la
«mutazione dei nomi delle vie» era stata istituita
il
31
maggio 1850: ASCT,
Consiglio delegato,
voI. II, 31 mag–
gio 1850, verbale della seduta 32'.
19
Atti del Municipio,
voI. II cit., pp. 145-146, seduta
del 29 marzo 1851.
20
Ibid. ,
p. 379, seduta del 24 dicembre 1851.
14
21
Per le prime varianti, si veda NICOLA
MANrEGAZZA,
Guida alle case della Città e sobborghi di Torino,
Torino,
Eredi Botta, 1856; inoltre: CmA
DI
TORINO,
Nuova deno–
minazione delle vie e nuova numerazione del/e porte di Tori–
no in rapporto alle antiche ed ai possessori delle case,
ms.
s.d., ma 1860, in ASCT,
Collezione XII,
voI. 227. Si veda–
no, inoltre,
GIUSEPPE
TORRICELLA,
Guida al/e vie di Torino,
Torino, Libreria delle Famiglie, 1867; ID.,
Torino e le sue
vie,
Torino,
G.
Borgarelli, 1868; EMILIO
BoRBONESE,
Per–
sonaggi e fatti celebri dai quali presero nome le vie e le piaz–
ze di Torino,
Torino, Pettini, 1878; infine la recente ricerca
di
BRUNO DAVISO DI CHARVENSOD,
Torino «dentro della
cerchia antica...
»,
Torino, Centro Studi Piemontesi, 1984.