

fitto: dai divieti per gli intermediatori di comperare sui mercati prima di mezzogiorno,
a quelli di accogliere nelle proprie case i contadini in arrivo con le merci, alle proibi–
zioni di servirsi di intermediari per fare acquisti eccetera
3 •
Gli stessi elenchi pubblicati
dal libraio Reycend nel 1815 e nel 1821 sotto il titolo de
I:Indicatore Torinese
conti–
nuano a testimoniare, anche durante l'epoca della Restaurazione, della debolezza
numerica e qualitativa degli intermediari rispetto ai produttori torinesi di manufatti ed
ai rari grossisti
4 •
Non vi
è
dubbio, tuttavia, che nei primi decenni dell'Ottocento qualcosa di rilevan–
te si modificasse nel quadro appena tracciato, specialmente a partire dal trasferimento
dei mercati dal centro alla periferia che si delineò negli anni trenta. L'ufficio del Vica–
riato, il 29 agosto 1835, intimò a tutti i venditori «con banco od in ambulanza degli
erbaggi, funghi, pollami, volatili, vivande cotte, carni d 'agnello e di montone, trippe,
cacio ed altri simili generi commestibili sulle piazze del Palazzo di Città, del Corpus
Domini, non che in qualunque altra contrada o sito delle sezioni Dora e Moncenisio»
di trasferirsi a partire da giovedì 3 settembre nella piazza Emanuele Filiberto, l'attuale
Porta Palazzo. Alla nuova e repentina disposizione (solo quattro giorni di tolleranza... )
si aggiunsero diffide ancora più draconiane: si proibì ai rivenditori con bottega di
sostituirsi a chi teneva i banchi trasferiti proponendo in vendita nei propri locali più
centrali le derrate obbligate a cambiare collocazione e si minacciarono i «panattieri,
vermicellai, macellai, od altri vendenti commestibili» che avessero voluto chiudere le
proprie botteghe danneggiate dalle nuove disposizioni di non consentirne la riapertu–
ra in futurd'.
Non vi
è
dubbio che queste disposizioni, prese dalla Commissione sanitaria, fosse–
ro giustificate dai tentativi di scongiurare
il
propagarsi dell'epidemia di colera che,
peraltro, a Torino non fu di particolare gravità, anche a causa delle decisioni assunte
3
Disposizioni strettissime furono emanate dallo stes–
so Ceveris
il
19 gennaio 1728 in ASCT,
Editti e manifesti,
1728, voI. 14 , 2 s., c. 68.
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L'indicatore torinese ovvero Pianta della
Città
di
Torino. Con Elenco alfabetico e categorie del nome, cogno–
me e domicilio delle Persone in essa
abitant~
distinte per
[, ..]
rango, impiego, professione, negozio ed arte,
Torino,
Reycend, 1815 e 1821. Analoghe considerazioni, tempera–
te da una maggiore presenza dei commerci di lusso (spe–
cie argentieri e orafi) potrebbero farsi sulla base dei dati
desunti dalla prima guida Marzorati, apparsa nel 1829.
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ASCT,
Carte sciolte,
n. 4744.
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