

"dal basso" , come spazio della decenza, del passeggio "civile" e della separazione dei
ceti. Dall'altro, nonostante le ormai sempre più stanche proibizioni della intermedia–
zione, così classicamente derivate dalle concezioni annonarie dell'Antico Regime, for–
nirà un impulso decisivo alla riorganizzazione di un commercio di intermediazione
dignitoso, destinato appunto alla nuova clientela "borghese" e confinato nelle botte–
ghe specializzate, meno soggette alla manifestazione ed allo scatenamento dei caratteri
"popolari" dei sempre più periferici «rivenduglioli».
In
certo senso questa trasformazione sarà confermata proprio dal riapparire episo–
dico delle derrate alimentari nelle grandi piazze torinesi in occasione degli eventi del
1848. Quando il Comune, per «la solenne pubblica dimostrazione di gioia per lo Sta–
tuto concesso a' suoi popoli dal Magnanimo Re Carlo Alberto», organizzò una lotteria
di generi alimentari (con tutti i biglietti vincenti) nelle piazze san Carlo, Castello,
Palazzo di Città e Carlina fece, certo, riemergere dal recente passato quei pani, cappo–
ni, quarti di castrato e vini che ne erano stati espulsi. Ma confermò anche, in via defi–
nitiva , che solo un avvenimento eccezionale, e ben organizzato dall' alto, avrebbe
ormai potuto legittimare la presenza occasionale di ciò che la decenza e la dignità ave–
vano definitivamente espulso da quei luoghi decorosi e civili
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l3
CITTA
DI
TORINO,
Piano delle lotterie gratuite di
dimostrazione di gioia
L..],
27 febbraio 1848,
in
ASCT,
commestibili che si eseguiranno
L..]
nella solenne pubblica
Editti e manzfesti,
1848, voI. LlV, n. 25.
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