

restituzione grafica finale, trova i limiti propri della
schematizzazione. È vero altresi che occorre garan-
tire che tale momento semplificativo non venga so-
praffatto con la scelta indiscriminata di filtri troppo
eterogenei che potrebbero compromettere la leggibi-
lità delle notazioni.
La scelta dei sistemi descrittivi omogenei realiz-
zata ad esempio anche attraverso una gerarchia del
segno grafico puà aiutare, ad una corretta lettura dei
dati trascritti. Nel nostro caso si è adottato il criterio,
comune alla descrizione di tutte le categorie di og-
getti interessanti, di evidenziare, attraverso la mag-
giore o minore incisività del segno grafico, il grado
di valore attribuito all'elemento in oggetto (o aile
sue parti), lo stesso è valso per gli elementi aggrega-
ti (insediamenti,...) e per quelle entità che esigevano
la materializzazione grafica dell'asse, e che sono
stati rappresentati attraverso sistemi simbolici lineari
(assi rettori della composizione urbana,
NOTE
( I) Tale assunto è chiaramente desumibile dalle premesse
inerenti gli obiettivi, i criteri e i contenuti della ricerca espressi e
ribaditi con attenta analisi da Vera Comoli Mandracci, che ha
coordinato e diretto il gruppo di laver°. e che qui non vengono
riportati per il carattere sintetico della presente relazione.
(
2
) Chiariticatore è in tal senso l'intervento di Vera Comoli
Mandracci al convegno A.N.C.S.A. Progettare la città esisten-
te » di Lucca-Pietrasanta del novembre 1983: « Quand° venne
prospettata nel 1981 da parte dcll'Assessorato all'Urbanistica la
possibilità di una convenzione di ricerca da effettuarsi con com-
petenze che si riconoscevano essere presenti in un settore della
docenza del Politecnico, tra i medesimi docenti l'aftinità di
intenti e la convergenza di competenze era ancora per gran parte
virtuale o perlomeno latente. Per certo il tema en nuovo; nuovo
non certo. se considerato a fronts del lungo dibattito critico che
sta, corne si dite, a monte. dei problemi del restauro, del recu-
pero. del riuso, del progetto nell'esistente, ma certamente nuo-
vo almeno per noi e anche molto signiticativa per la domanda
reale, espressa da una amministrazione comunale in termini
concreti, con l'urgenza e la consistenza di un richiamo ad un
assolvimento preciso; in particolare quello della vigente legge
regionale piemontese in materia urbanistica tutela ed uso del
suolo in merito aile norme generali per i beni culturali am-
bientali nella forrnazione degli strurnenti urbanistici; qui. per la
stesura detinitiva della Variante al Piano Regolatore Generale
del Comune, che era da poco (1980) stata approvata con Proget-
to Preliminare Cfr. anche Politecnico di Torino — Diparti-
mento Casa-Città,
Beni Culturali Ambientali ne! Comune di
Torino, Catalogo della Mostra.
Celid, Torino 1984.
(
3
) Ex lege 56/77 Regione Piemonte: art. 24; Il piano
Regolatore individua sull'intcro territorio comunale i beni cultu-
rali ambientali da salvaguardare comprendendo tra questi:
I. gli insediamenti urbani aventi carattere storico-anistico
do
ambientale e le aree esterne di interesse storico e paesaggi-
stico ad essi pertinenti;
2. i nuclei minori, i monumenti isolati e i singoli edifici civili o
rurali cd i manufatti con le relative aree di pertinenza, aventi
valore storico-artistico e/o ambientale o documentario,
3. le aree di interesse paesistico ambientale [.. .1.
Spetta altresi al Piano Regolatore Germait, individuare,
nel rispetto delle competenze statali, le arec dt interesse archeo-
logico [...] .
(
4
) Ex lege 56/77 Regione Piumonte: (*art. 14; Elaborati
del Piano Regolatore generale. Il Piano Regolatore Generale è
costituito dai seguenti elaborati: [...h 3) le tavole di piano com-
prendenti [...] c) gli sviluppi del Piano Regolatore Generale
in
scala non inferiore a I : 2000. relativi ai territori urbanizzandi
ed ai dintorni di pertinenza ambientale, e all'art. 24:.. sullc
carte di piano devon° essere evidenziati, in particolare, gli edi-
fici, gli spazi pubblici, i manufatti, gli agglomerati ed i nuclei di
rilevante interesse, oltreché le arec esterne che ne costituiscono
l'integrazione storico-ambientale; [...J».
(5) G.
DE FIORE,
Dizionario del disegno
(Voce Rille-
vo »), La Scuola Editrice. Brescia. 1967.
P.G.
BARDELLI, S. COPPO,
Sistemi di rappresentazione e
tnerodi di rilievo. Esempio di applicazione al rilievo urbanisti-
ro,
in Quaderno n. Il dell'Istituto di Elementi di Architettura e
Rilievo
dei
Monumenti. Genova. 1973.
(6) A titolo di esempio: X /Y, ove X = numero del quar-
tiere di appartenenza, Y = numero d'ordine all'interno del quar-
tiere. X/Y rintraccia altresi la relazione d'ambito corrispondente
e la sottolineatura della sigla (doppia, semplice, o assente)
ne individua il grado di valore attribuiti.
(
7
) Una numerazione progressiva per quartiere, risponden-
te alla numerazione di scheda è servita per l'indicazione localiz-
zativa sulla cartografia in scala I : 2000. La qualificazione per
gradi di valore è stata segnalata oltreché dalla diversa campitura
degli elementi individuati, anche attraverso la (doppia, semplice
o assente) sottolineatura. Inoltre la necessità di approfondimen-
to tramite indagine specitica, è stata indicata tramite simbolo
apposito.
La
redazione della cartogralia in scala I : 10000 ha privilegiato l'adozione di un sisterna descrittivo simbolico più marcatamente
schematizzato. Per gli ambiti, ad esempio, pur mantenendo il criterio di descrizione della relativa individuazione, si è tuttavia
tralasciata l'evidenziazione puntuale delle singole unità cdilizie, cosi corne si sono tralasciate le denominazioni simboliche dei diversi
elementi qualiticanti, riportandone in mappa precipuamente la localizzazione e la classificazione.
— stralcio della cartografia di base, riprodotto in scala reale I : 10000.
— stralcio della mappa di restituzione con la visualizzazione del sistema descrittivo impiegato per i beni e per le segnalazioni.
— stralcio della riduzione in scala I : 25000.
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