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costituito dal presentare l'oggetto architettonico iso-

lato dal contesto urbano e trattato con una certa

astrazione. Per quanto riguarda gli aspetti più recenti

della città si rimanda alla già citata

Guida ail' archi-

tettura moderna di Torino

(

10

).

Il ricorso a tale tipo

di documentazione è stato utile soprattutto per l'in-

dagine su quel beni architettonici, quali monuments

celebrativi e piccoli manufatti, per i quali non di-

sponevamo di altro materiale iconografico.

3.10.

Aerofotogrammetria

Un'ulteriore fonte iconografica è costituita dai

rilievi aerofotogrammetrici. Tale tipo di rilevamen-

to, piuttosto recente, produce materiale datato,

completo e sistematico della città e del suo territo-

rio. Le serie di fotogrammi zenitali per strisciate

contigue, corrispondenti ad altrettante levate aeree,

oltre ad essere documente diretto per l'indagine sto-

rica, costituiscono base di supporte per restituzioni

cartografiche. Tuttavia la tôtalità delle informazioni

relative agli stati di fatto riprodotti nelle foto aeree,

proprio in conseguenza delle finalità e dell'uso della

carta medesima, trovano solo parziale trasposizione

nella carta stessa.

Per Torino le principali levate aerofotogramme-

triche sono quattro: quella del 1936-40, riferita alla

cola zona collinare (e non urbana) della città (

48

);

quella del 1961-62 finalizzata alla stesura del Piano

Intercomunale (

49

); quella del 1968 collegata alla

progettazione del Piano Comprensoriale, di cui perà

non venne effèttuata la restituzione cartografica (

50

);

quella del 1979 usata per la revisione organica della

cartografia per il Progetto Preliminare del Nuovo

P.R.G.C., e riferita al solo Comune di Torino (

51

).

Tale tipo di fonte, oltre che per verificare con-

temporaneamente ed in generale l'insieme dei Beni

di categoria I e 2 della presente ricerca, è stato

utilizzato anche nella definizione esatta dei Beni di

categoria 3, riferiti sia alla parte piana che a quella

collinare del territorio comunale.

4. CRITERI DI SCELTA ED UTILIZZO DEI

SUPPORTI DI TIPO CARTOGRAFICO

La scella delle carte di supporto fondamentali

per il riconoscimento dei Beni, si è basata princi-

palmente sul grado di attendibilità delle carte stesse,

in relazione anche ai periodi storici particolarmente

significativi per i fenomeni di sviluppo della città.

La maggiore o minore attendibilità del supporte car-

tografico è stata determinata soprattutto dal perfe-

zionamento dei sistemi di rilevazione, dalla raffigu-

razione di simbéllogia a carattere scientifico, dalla

precisione degli allineamenti dei tracciati viari e dei

corsi di acqua e dalla ridondanza di raffigurazione,

nonché dalla possibilità di cogliere i fenomeni non

direttamente oggettedi rappresentazione della carta,

(per esempio, la lettura dello stato fisico dei tessuti

storici in una cartografia catastale). Per tali motivi

— con l'unica eccelione della veduta di Torino a

vole d'uccello tratta dal

Theatrum

non sono state

considerate corne strumenti,generali le carte anterio-

ri alla seconda metà del XVIII secolo. L'attendibili-

tà delle carte scelte è stata poi verificata a posteriori

anche sulle carte più recenti.

Nella decodificazione o.lettura del materiale car-

tografico, particolare attenzione è stata posta al rico-

noscimento, per sezioni cronologiche e tipologiche

di cartografia, dei diversi toponimi, che a causa del-

le modificazioni di carattere dialettale o di cattiva

traduzione pôssono presentare sostanziali differen-

ze; le diverse scale in cui le carte sono redatte con-

tribuiscono spesso a rendere difficile il riconosci-

mento fisico dei luoghi.

Quando non è stato possibile utilizzare fonti car-

tografiche antiche, per lo studio di determinati fe-

nomeni si è fatto ricorso al cosiddetto metocio « re-

gressivo che consiste nel leggere le strutture più

antiche attraverso document posteriori; a questo

metodo di indagine si prestano soprattutto le fonti

cartografiche di tipo catastale, in considerazione del

lord grado di specificazione del dettaglio; tale pro-

cedimento è adottato di regola oltre che dall'indagi-

ne archeologica, anche dalla geografia storica.

Quando l'abbondanza della documentazione car-

tografica è apparsa particolarmente consistante, per

la definizione dei vari tipi di beni si sono operati

degli incroci tra le informazioni fornite dai docu-

menti a scala urbana e a scala territoriale. Cià è

valido soprattutto per:

— l'assetto della città barocca, e gli ampliamenti

sei-settecenteschi;

— l'assetto urbano dalla Restaurazione al periodo

preunitario;

— l'espansione urbana dal periodo postunitario al

1908;

— l'espansione della città della grande industria

(dal P.R.O. del 1908 al P.R.G.C. del 1959).

Criterio di utilizzo per le carte di tipo proget-

tuale — quali i Piani Regolatori e i Piani di Amplia-

mento — è stato quello di usare solamente gli ele-

menti riferiti aile illustrazioni dello stato di fatto

della città all'epoca della pubblicazione della carta.

5. CORkELAZIONE TRA LA CAktriGkAnA

STORICA E LE ALTRE FONTI

DOCUMENTARIE

Per la conoscenza

delle trasfortnazioni urbane

e

territoriali è indispensabile anche il ricorso alla car-

tografia storica, quale mezzo di indagine per la

comprensione della trasformazione del rapporto del-

la città Côn il territ6ti6. La sôla analisi delle fônti

cartografiche non è infatti sufficiente alla conoscen-

za della struttura e della trasformazione storica del

territorio, ma deve essere logicamente coordinata

con il supporte delle altre fonti documentarie e bi-

bliografiche, integrate

inoltre

da indagini di tipo

materiale. La lettura delle fonti cartografiche sto-

riche deve pertanto essere correttamente interpre-