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/1 Dll omo di T' o r
i
u o
cano dalla parete della fronte a sopportare il primo arco , nella elevazione
interna
( I I ),
nella maniera de lla fronte, nella cupo la
( 12)
e nei cartocci che
adornano i . profili dei tetti lateral i ( 13) .
.
Nè minore rassomiglianza corre nella maniera delle sagome adope–
rate nel nostro San Giovanni con quell e ' che furono usate in
tu tti
g li
anzid etti edifizi nonchè nei portici dei Santi Apostoli ,e di San Pietro in
Vincoli e nelle facciatine delle chiese fatte da Baccio pel gi ubileo de l
1475 .
Anche da Firenze, sua patria, por tò eg li a Torino l'ordine superiore
in quattro pilastri com'è in Santa Maria ovella
( 14),
i profi li de i tett i
1:lterali che usavansi allora dai fiorentini, ed il cupolino ' che è simile a
quello del batti ster o di Firenze eretto allora ancor esso su colonnine
isolate.
Che se la tori nese differisce da lle anzidette chiese per qualche esse n–
ziale mut azione, ebbe questa ragi onevoli motivi , come rinviensi nelle due
fi nes tre della fronte le quali furon o disposte per lasciar luogo alla grande
inscrizione che non poteva stare nel fregi o, 'e nell'attico di Santa Maria
Iovclla, che fu ammesso nel nostro du omo gi usta la più comune maniera.
Non è infine a tacersi che nel nostro fu seguìto con meravigliosa
esattezza il canone dato da Francesco di Giorgio Martini nel suo trattato
di ar chitettura scritto circa l'anno
149-1-
per ricavarne le altezze delle navi
di una chiesa della quale si abbia la pianta;
imp erocch è
F rancesco di
Giorgi o fu emulo di Baccio alle corti di Urb ino e di Sinig aglia fin
dal 148
l
( 15),
ed il suo cano ne fu scritto dopo che il duomo torin ese
era g i,\ stato fondato.
A cotali paralleli architett oni ci i fautori di Baccio aggiungono raf–
fronti d 'uomini e di tempi che conc ordano con l'età e le circostanze nelle
quali sorse il du omo di Torino. Na to infatti a Fi ren ze nel 1450, d isce–
polo del Francione, pitt ore, intarsiat ore ed intagliatore in Pisa nel 147
l ,
Baccio lavorò in Roma quale archit ett o di Sisto IV Della Rovere la
chiesa d i Sa nta Maria del Popolo compiuta da lui nel 1472, le ch iesette
dci Santi Ap ostoli, di San Pietro in Vin coli, di San Sisto, di San Cosi–
mate ed altr e erette nel gi ubileo del 1475.
el g iug no del 148 1 stava
111
rbin o a serv igio di Federico du ca di I\lontefeltro; nel luglio del 1483
era g ià ritorn ato in Roma, donde papa Sisto mandollo a visitare la rocca
di Civitavccchia; nella state del 1488 piantava quella di Osimo conqui–
sta ta dal cardinale Giulian o Della Roverc ; poco dop o innalzava a Gio–
vanni Della Rovere la fortezza di Sinigaglia c nel
149 1
la chiesa c
chiostro di N. S. delle Grazi e; c finalmente nel
1492
conduceva la fab–
brica della chiesa matrice di Orcea no, terra Rovercsca, che eg li aveva
disegn ata.
Aggiunga si, si disse, che Sisto IV si
se r vì
in
og ll i
sila impresa di
fa bbriche
( 16)
del solo Pont elli ; che costui l'ccc par ecchie cappell e in Santa
Maria del Popolo c quella particolarmente ord inatagli da Domenico Della
Rovere ; chc si ravvisa il fare del Pontelli nel castello di Vinovo
( 17)
riedificato a spese , di Martin o Della Rovere frat ello del cardinal Dome-