

/1 Du om o di T orin o
tetto, n è riuscire nome nuovo cd oscuro. Natu nel 1430 da Francesco
di Domenico di Giu sto
eletto
il Caprina da Settignano e terzogcnito,
Am edeo lavor ò di scalpello in Ferrara clal 1453 fin verso il 1461 ; ma
nel 1462 era in Roma, dove, a quanto 'p are (2 4), dimorò fino al 1479
tro vandosi alla costruzione del palaz zo e della chiesa di San Marco, cci
. innalzanclovi per S isto
IV
e per Domeni co Della Rover e g li ed ifizii
attribuiti al T' ontclli ( 25) . Il 5 cii gennaio clcI 1491 concorreva con Be–
nedett o e Gug lielmo da Maiano, con Francesco cii Giorgio Mattini, col
Vcr occhio, col Pollaiu olo, col Francion c, co l Signorelli ed altr i celebri
presentando un disegn o a compimento della facciat a cii Santa Maria ciel
Fiore in Firenz e.
N è
probabilmente si dic hiarava eg li allora assente da
qu ella città, se non
perch è
occ upato in Roma od in T orino.
Per quanto poi fece in T orino si not ?,> che, sebbene li capitoli clel–
l'appalto fatti in R oma a base di canna romana dia no ' a Meo solamente
il titolo di
maestro
o mastro, le quietanze del
2
di agosto e 4 di ottobre
del 1494 là qualifi can o
maestro A medeo da S ettignano architetto e maestro
dclla f abbrica dclla chiesa torinese.
Nè
è altri menti designato che con
l'indicazion e cii
A medeo de Francisco de Domiuico nunc fa àricac ecctcsiac
cattedralis sancii fohannis de Tauriuo arc ùitectori
nel testamento fatto
In T orino da Guido di Gioa nni di Paolo scalp ellino ( 26.). A questa
sua cloppia man sion e di ar chitett o e di cos trutto re alludeva il padre Ga–
briel e Buccio, il quale, scrivendo la sto ria del conven to e .clelia chiesa
di Sant' Ag ostin o in Carmagnola, ricordava aver e eg li stesso affidato la
fabbrica della porta maggiore di quella chiesa
a maestro Amedeo fio–
reutino
il qualc presentemente costrussc l'opera ammirabile dci duomo
torin ese
( 27) . Ed al Buccio si unì il Bnldessano, il quale, scrivendo nel
seicento della fabbrica di essa chiesa , ricordava come il Cardinale Dome–
nico
aucssc fa tto venire un eccetiente arcùitetto detto ma estro Amedeo da
Fiorcuea
( 28) .
Poco di nu ovo possiamo sovrapporre alla bilancia che trabocca in
favore di Am edeo da S ettign an o, Si era osser vato dai fautori del Pon–
telli che Am edeo venn e ad assum er e la fabbrica del Du omo torinese
so lamente nel novembre del 149 2, quando l'op era era g ià bene avviata;
che egli dovette computare come ricevuti i denari spes i per lo innanzi
nella fabbri ca stessa da Gioa nni Beccuti ; che preesist eva quindi il disegn o
dell' opera e che di esso non era autore ma semplice esecutore mastro
Meo. Dall e notizi e che ab biamo date consta invece che Amedeo era
g ià in Torino per la fabbrica del duomo prima del
2
di novembre
dci 1491 e che in qu el g iorno ne partì volge ndo a Roma per accor–
ciarsi probabilme nte col cardina l Domeni co sul disegno e sul dispendio
dell'op era . Par e a nzi probabile che eg li fosse venuto in T orino nel maggio
del 1491 con g li otto sculto ri suoi compatrioti. Non v'è dunque motiv o
per attribuire al Pontelli il dis egno della chiesa sotterranea e si può
ritener e verosimile che essa sia stata dis egn ata da Amedeo , sebbene
ese 'uita a rischio del carclinale con dispendio pagato da Gioanni Beccuti