

CAPITOLO V
lIL
T .\ C E R E
di coloro che con ipotesi vol–
garc cd arbitraria attribuirono al Bra–
munte il disegn o del duomo rovercsco ( [) .
si conte nde da
pi ù
che dicci lustri tra i
fautori del fiorentino Baccio l' ont clli c
que lli di Amedeo del Caprina da Se tti–
g uano, fiorentino anch' cg li, per stabilire
a qual e di costoro spetti il vanto d 'aver
co ncepito c disegnato opera sì bella c cosp icua.
Carlo Promis (2) e Luigi Cibrario (3) stettero pcr Baccio, volendo
ravvisare in Amed eo solamente il mastro ed appaltato re de lla fabb rica;
Luigi Canina (4) , Milan esi
(S),
Angelucci (6) ed Antonio Bosio ( 7), questi
due ricredutisi, militarono per Amed eo che qualificarono autore, ar chi–
tetto, mastro ed appaltatore dell'opera,
Molti argomenti si addussero a difesa di Baccio che fu veram ent e
valenti ssimo architetto, e, ign orato negl i scorsi seco li, fu g iusuullcn te col–
locat o dal nostro tra Brun ellesco e Bramant e.
Si invocò anzitutto la stretta analogia che corre fra il duomo di
Torin o ed altre opere di lui; poich è, a tace re delle chiese minori, di San
Pietro in Mon torio e di Santa Maria della l'ace ere tte in Roma, come di
qu elle che si accostano alla torin ese solamente per la man iera delle sagome,
si mise in luce che la nostra ha scala e ripian o come il San t' Ag ostino
cre tto in Roma dal Pontelli nel q.83, e che da l medesimo ritrae Ic di–
mensioni della fronte e la cupola (8) c la stre tta rassom igl ianz..a di form a,
di dimensioni, di contorno nella pianta, di nave tra versa c di coro (9) .
Rapporti più evide nti corro no tra SanUI Maria del Popolo e il duomo
torin ese nci pilastri della nave maestra
( IO),
nei mezzi pilastri che si sp ie-