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Lav or ò altresì per la chiesa di San Gioanni un Amedeo Albini che,
oriundo da Moncalieri
( 136)
e probabilmente natovi
( 137),
abitò anche in
Av igliana, chiamato forse in quell'industr e borgo ad abb ellirlo di alcun o
di quegli affreschi che vi stanno
'tuttodì
sparsi nelle chiese e nelle cap–
pelle del contado
( 138).
A lui dunque fu affidata dal vescovo Lud ovico
di Romagnano nel
1458
una tavola che fugli pagata trecent o fior ini e
i ncastonata dentro certi pilastri costrutti in qu ell'anno medesimo
( 139).
Non sappiamo però se il quadro sia stat o posto nel duomo o nella cap–
pella del palazzo 'vescovile,
È
certo invece che il Capit olo torinese g li promise quattrocento
fiorini
p er la fattu ra di una tavola destinata aii'aitar maggiore de/la
chiesa torin ese
e che g lie ne anti cipò trecent o il
18
di ge nnaio del
1463 ( 140).
Vuolsi anzi credere che il dipinto fosse posto all'altare del San Gio–
vanni e ne effiggiasse il titolare, e che esso fosse un tu tto con quella
tavo la dell'altar maggiore che il capitolo comandò addì
16
mar zo del
149 2
allo stesso Amedeo togliesse accur atamente da detto altare ment re si
era in procinto di atterrare la chiesa
( 14
l )
e che fu infatti disgiunta poco
dopo .
Trovasi pur e cenno di un' immagin e di Sant a Lucia che Antonio
Scrivandi ordinò con test ament o del
30
ottobre
1470 ( 142)
fosse dip inta
nel San Gioanni all' altare della Sa nta per pr ezzo non inferiore a dieci
fiorini, g iusta il desiderio espresso dalla defunta sua moglie Giorgina di
Nuceto.
Tale era stata nel suo tutto e nei par ticolar i la chiesa eretta da
La ndolfo. E prima che fosse atterrata perd è anche la dignità di par–
rocchia, po ichè il vescovo Ludovico, trov ato troppo scarso il numero
dei suoi parr occhiani, ne concentrò la cura nell'attigu a par rocchiale di
Santa Maria con decreto del
25
di ottobre
1443 ( 143) ·