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uno sviluppo imponente in quasi tutte

le aree turistiche; in generale, circa i due

terzi del movimento turistico sono costi–

tuiti da turisti del settore extra-alber–

ghiero.

Accanto alle trasformazioni in corso nelle

attrezzature ricettive si osservano quelle

non meno profonde nelle altre imprese

e attrezzature turistiche, da quelle per

il

ristoro, per lo sport, agli impianti di ri–

salita , alla organizzazione degli spettacoli

e iniziative di cultura, ecc. che si vanno

via via qualificando.

In gran parte le modificazioni in corso in

questo settore sono indotte dall'esplo–

sione del turismo di week-end e festivo

nei vari periodi dell'anno, con partico–

lare riferimento ai periodi invernale ed

estivo.

Possiamo, a questo punto, affrontare il

nodo centrale delle previsioni di svilup–

po del turismo in Piemonte per il 1970.

~nnanzitutto

il problema metodologico.

Le

previsioni di sviluppo del movimen–

to turistico piemontese nel quinquennio

1966-1970 sono il risultato di una va–

lutazione analitica della consistenza at–

tuale, delle tendenze in atto, delle poten–

zialità di sviluppo e dei progetti esistenti

o fattibili all'interno di ciascuna delle

aree turistiche nelle quali è stato disag–

gregato il territorio della regione.

Per ciascuna delle aree turistiche consi–

derate è stato proposto un tipo di inter–

vento compatibile con la situazione esi–

stente e con le suscettività accertate.

Il tipo di intervento è stato definito pren–

dendo in considerazione i progetti di in–

vestimento pubblici e/o privati in fase

di elaborazione o di realizzazione o co–

munque fattibili.

Oltre una certa soglia iniziale di svilup-

po, si

è

constatato che nella maggior

parte delle aree considerate non è più

sufficiente l'accumulazione

locale

di ca–

pitali e di capacità imprenditoriali; ogni

sostanziale ulteriore sviluppo non può

non essere sostenuto anche mediante

l'apporto di capitali pubblici e/apriva–

ti e di capacità imprenditoriali formatisi

al di fuori delle rispettive aree e, nella

maggior parte dei casi, anche al di fuori

del settore turistico, per l'ancor troppo

scarsa consistenza dell'autofinanziamento

in questo settore.

I risultati di queste previsioni sono:

Complessivamente, nel quinquennio

1966-1970, il movimento regionale, in–

teso come continuazione di tendenze in

atto, per talune aree, e di interventi po–

tenziatori di tendenza in altre, si ipotizza

passerà dai diciotto milioni di giornate

di presenza annue del 1966, a ventisette

milioni nel 1970, con un incremento as–

soluto di nove milioni di presenze ed un

incremento percentuale del cinquantuno

per cento, al tasso medio annuo di oltre

l'otto per cento. Questo ritmo di incre–

mento è di gran lunga superiore a quello

previsto nel Piano Nazionale, secondo

il

quale lo sviluppo della domanda turistica

nel prossimo quinquennio dovrebbe av–

venire al tasso medio annuo del 4,5 per

cento. Questo tasso di sviluppo

è

frut–

to di una valutazione a nostro parere

eccessivamente prudenziale; infatti non

solo risulta inferiore al tasso effettiva–

mente registrato in Italia nel periodo

1958-1965, che è stato del 7,3 per cen–

to, ma è anche smentito dallo stesso an–

damento dei flussi turistici nel 1966, che

vede le presenze turistiche aumentate,

rispetto all'anno precedente, nella se–

guente misura:

'resenze turistiche

Tasso di incremento

1965/ 66

Tasso annuo di incremento

seconclo

il

programma nazionale

Alberghiere in complesso

- italiani

- stranieri

Extra-alberghiere in complesso

Movimento di frontiera

60

8,8

%

5,9

%

13.4

%

19,8

%

15,5

%

3,5

%

4,0

%

2,6

%

7,0

%

5,0

%

Il castello di Grinzane Cavour,

uno dei più antichi

e belli delle Langhe. Vi trascorse

parte della giovinezza

lo statista Camillo Benso conte di Cavour

che per undici anni

fu sindaco del paese

Nello stesso Piemonte inoltre, il turismo

ha presentato una dinamica di sviluppo

del 6,9 per cento medio annuo compo–

sto nel periodo 1958-1966 e del 7,6 per

cento nel più recente periodo 1960-1966.

In base a queste considerazioni sembra

pertanto ragionevole assumere per l'Ita–

lia e per il Piemonte un ritmo di incre–

mento superiore alle tendenze registrate

nel passato, anche perché non è possi–

bile considerare lo sviluppo del turismo

come un fenomeno affidato soltanto al–

l'azione di una serie di fattori che agi–

scono spontaneamente nel quadro di un

trend

del breve e medio periodo.

Al contrario, si constata che lo sviluppo

tUrIstlCO è da un lato sempre plU con·

dizionato ai progetti di investimento

degli operatori privati e pubblici, agli

apporti di capitali e di capacità impren–

ditoriali anche dall'esterno dell'area, dal–

l'altro alla realizzazione di un ampio e

strutturato intervento dell'operatore pub–

blico, volto a sollecitare la domanda tu·

ristica potenziale interna ed estera verso

le aree piemontesi; in assenza di questi

interventi pubblici e privati, sarà lecito

attendersi uno sviluppo che, nella mi–

gliore delle ipotesi, non si discosterà ec–

cessivamente dai risultati di una semplice

previsione «neutrale

».

La definizione dell'obiettivo per

il

quin·