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Sul rovescio della moneta
da cinque doppie
recante il motto
«Fide et ferro»
sono rappresentati una colonna
e il vessillo con la croce mauriziana
già si sta lavorando, che mentre si pro–
pone lo scopo scientifico di redigere un
corpus
delle monete della repubblica
romana dotate di simboli presenti nelle
nostre raccolte, vuole richiamare l'atten–
zione del pubblico sulle testimonianze
della vita romana in età precristiana,
fornite dalle monete stesse, e confida
di avvalersi dei confronti con oggetti
e monumenti per identificare simboli
oscuri, sconosciuti o malconiati.
Benemeriti del medagliere
Quanto, oltre questa mostra, resta da
fare? Poichè le programmazioni sono
molto di moda esporrò, per sommi capi,
anche la nostra:
1)
anzitutto completamento del!'ordi–
namento delle medaglie con redazione
dei cataloghi, cui si è accennato più so–
pra (già ordinate sono la parte Savoia
e quella italiana fino al 1900; restano
le medaglie papali, quelle di T orino e le
straniere) ;
2)
I~secuzione
del positivo in materia
speciale, lettura, classificazione e sche–
datura dei sigilli, la cui esatta datazio–
ne potrà, per ogni pezzo ancora inedi–
to, scaturire soltanto da un singolo stu–
dio, mirante ad indagare la data di vita,
fondazione o attività di ogni persona
od ente di cui costituiva il contrassegno;
3) il suaccennato, vasto e forzato rivol–
gimento nell'attuale ordinamento delle
monete;
4) classificazione e schedatura delle mo–
nete da completare (il che comporta la
compilazione della scheda per lo sche–
dario, e della schedina d'accompagno
della moneta, la trascrizione su catalo–
ghi-inventario di uso interno e quella
sugli inventari veri e propri e spesso
la pesatura).
5) continuare, ovviamente il disbrigo
della corrispondenza e lo spoglio dei li–
stini di vendite od aste, per se[!.nalare
al Comitato Direttivo, formato da per-
sone qualificate, i pezzi di qualche in–
teresse per il medagliere per deciderne,
unitamente ad esso, l'acquisto;
6) incrementare le iniziative culturali
(mostre, pubblicazioni, conferenze) per
sensibilizzare un sempre più vasto stuolo
di Torinesi all'amore per la scienza nu–
mismatica ed alla sfragistica, facendo
loro conoscere ed apprezzare i molti
tesori di cui sono, seppure spesso ignari,
«
comproprietari
»;
ciò nell'intento non
solo di divulgare questa scienza così
spesso ignorata o trascurata, ma anche
di risvegliare in essi l'orf!.of!.lio di citta–
dini ed il desiderio di vedere accresciu–
te le loro raccolte; questo sentimento
potrebbe spingerli domani a seguire lo
splendido esempio dei benemeriti del
Medagliere
-
Ettore Mentore Pozzi,
Pietro Gariazzo, Giuseppe Mazzini -
lasciando in dono al Museo pezzi di al–
to valore o comunque mancanti alle rac–
colte, che per eredità o per passione di
collezionisti fossero giunti nelle loro
mani:
è
'recentissimo il gesto di due no-
(1)
Regio Museo di Torino,
ordinato e de–
scritto da
A.
Fabretti, F. Rossi e R. V. Lan–
zone; voI. III,
Monete greche,
1883; voI. IV,
Monete romane consolari e imperiali, 1881.
(2) Una pratica che si trascinò dal 1897 al
1902 rivela l'avvenuta alienazione di una
parte di monete e medaglie del Museo, pro–
posta dal Direttore del Museo stesso (con
riferimento al precedente del 1875. quando
con lo scambio di molte fra le più importanti
monete si erano ottenuti dal Museo d'Anti–
chità tre colossali gruppi di legno e avorio:
quelli di Simone Troger con
il
giudizio di Sa–
lomone e
il
sacrificio d'Isacco) e la conserva–
zione soltanto dei pezzi di maggior interesse
cioè: a) quelli riguardanti le zecche di Savoia
e Piemonte; b) quelle di altre zecche italiane
solo se di specialissima importanza storica ed
artistica; c) quelle coniate in Italia dalla fine
del sec. XVIII in poi e che «possono costi–
tuire un documento per la storia del Risorgi–
mento Italiano...
».
A questo gruppo di cui si
ignora la consistenza e l'anno di formazione,
vanno aggiunte le 2889 monete ed i punzoni e
conì di monete e medaglie passate nel 1870
bildonne piemontesi di antica casata,
le marchese Pallavicino Mossi, che
rimettendo nelle mie mani tutte le
vecchie monete della famiglia, con la
proposta, illuminata e discreta che io
scegliessi per il medagliere quanto potes–
se interessarci, ci ha permesso di arric–
chire, oltre che alcune serie minori, la
serie di Savoia con un raro mezzo scudo
d'oro del
1627
di Carlo Emanuele
I ,
che ancora mancava alle nostre raccolte.
L'intelligenza e la modestia con cui il
dono
è
stato fatto valga d'esempio a
coloro che, pur desiderosi di lasciare
qualcosa al Museo, spinti da una punta
d'orgoglio o dalla sopravvalutazione di
quanto possiedono, vincolano i loro do–
ni o lasciti con tali condizioni da costrin–
gere i Comitati Direttivi del Museo a
rifiutare in blocco l'offerta, per non le–
dere il prestigio del Museo stesso e non
riempire i magazzini di
«
croste
»,
scar–
ti o duplicati.
Anna Serena Fava
dalla Regia Zecca di Torino all'Accademia
delle Scienze e da questa al Museo Civico.
(3)
I doni dell'ingegner Gariazzo, in data
1933 e 1935, comprendevano 348 monete
d'oro, 176 d'argento e 766 di bronzo oltre
a 229 monete d'oro già della Collezione Tri–
vulzio. Altri benemeriti donatori furono i si–
gnori Maggiora Vergano, Nigra, Sciolla, Fisch–
Kempten, Bocca, Cerrato, Besozzi, Ricci, Cote,
Cravosio, cui si sono aggiunti, recentemente,
l'avv. Giuseppe Cerrato e
il
conte dr. Lando
Rossi di Montelera.
(4) Solo una parte del materiale era stato
ri–
controllato di recente, ma la grave deficienza
di personale scientifico lamentato dalle So–
printendenze non aveva consentito di presta–
re cure costanti a quelle raccolte,
(5) La schedatura effettuata dal Gariazzo era
talora troppo generica e non comprendeva i
pezzi di più recente acquisto.
(6) In precedenza il senatore Mazzini aveva
donato 2737 monete fra aurei, medaglioni
d'argento. denari, bronzi ed i due rarissimi
aurei di Diadumeniano e di Alletto.
a.s.F.