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Sul retro della medaglia,

incisa dal Guinier,

i simboli del potere sovrano

In testa,

due importanti monete piemontesi

di recente acquisto:

grosso tornese di Teodoro I Paleologo,

coniato a Chivasso;

a destra, testone del

1662

del principe

Carlo Centurioni Scotti,

signore dei Campi

(undicimilaquattrocentoventun pezzi) e

la Romana (più di novemila).

La raccolta cIvica

Della seconda Raccolta, costituita ed

alimentata da Carlo Alberto e dai suoi

successori come medagliere privato

(detto S.M.

=

Sua Maestà) . è entrato

nelle nostre raccolte solo il bellissimo

nucleo, rimasto a Torino, delle meda–

glie e dei sigilli (quattromilaquattrocen–

tododici pezzi), mentre le serie di mo–

nete (seimilatrentotto pezzi) furono ri–

tirate nel

1923

da Vittorio Emanue–

le III e trasferite nella sua grande e

celebre raccolta di monete, che, donata

poi da lui allo Stato, si conserva oggi

nel Palazzo Barberini, a Roma. A quel–

la, tuttavia, manca l'importantissima se–

rie dei Savoia, trattenuta dal Re come

ricordo della famiglia; pertanto, moti–

vo questo di giustificato orgoglio, è la

nostra serie sabauda, la più importante

di quelle esistenti in Italia.

La raccolta Civica, infine, deve la sua

occasionale ed abbastanza recente co–

stituzione al generoso lascito che nel

1931

l'antiquario Ettore Mentore Poz–

zi fece al Museo Civico, lascito ove, in–

sieme ad altre pregevoli opere, figurava

un lotto di quattordicimilacinquecento–

cinquantatrè monete, fra le quali assai

pregevoli erano la serie Sabauda e la

Milanese: attratto dalla bellezza ed im–

portanza di molti pezzi, che venivano

ad aggiungersi ad un vecchio fondo nu–

mismatico del Museo

(2)

e stimolato

all'interesse per la materia anche da suc–

cessive donazioni, fra cui quelle dell'In–

gegner Pietro Antonio Gariazzo (che

arricchirono la serie greca e pratica–

mente costituirono la bizantina), su se–

gnalazioni di quest'ultimo

-

che ne fu,

per molti anni, il conservatore volon–

tario ed onorario

-

o

di propria ini–

ziativa, ma sempre, comunque, con l'en–

tusiasmo e la perseveranza di cui era

capace, il dottor Viale ottenne di arric–

chire il Medagliere con successivi ocu–

lati ed importanti acquisti (cinquemila–

quattrocentonovanta pezzi fino al

1939;

più di un migliaio fino al

1949)

ed altri

doni

(3).

La costituzione di un medagliere come

il nostro, ubicato in una antica e storica

sede che non consente grandi varia–

zioni agli ambienti, attivo ed autonomo

nel suo funzionamento , non è cosa nè

facile nè semplice, sicchè, quando, alla

fine del

1958,

presi possesso della carica

parecchi erano i compiti che si presen–

tavano, in attesa di poter disporre della

sede prescelta, che era allora occupata

dalla Biblioteca del Museo Civico. Pri–

ma cura fu studiare e ordinare, insie–

me al Direttore, gli armadi per le mo–

nete e medaglie, le schede e gli sche–

dari per le tre distinte raccolte e per

la biblioteca, scegliere ed ordinare gli

apparecchi scientifici e procedere alla

classificazione della Raccolta ex Rasero

(novecento trenta pezzi, molti dei qua–

li eccezionali, della serie piemontese, e

circa seicentotrentasei della serie ro–

mana) recentemente acquistata dal Mu–

seo; succeSi:vamente al trasferimento

(cui

io

stessa collaborai) della Direzio–

ne dei Musei e della Biblioteca nel–

la nuova sede della Galleria d'arte

moderna nel

1959,

prendere possesso

dei locali e predisporli per la nuova fun–

zione, in modo da garantirne l'assoluta

sicurezza e l'inaccessibilità ai malinten–

zionati, ordinare la biblioteca numisma–

tica ed avviarne la schedatura secondo i

moderni criteri a «sezioni aperte» -

che consentono l'inserimento di ogni

nuovo volume fra quelli riguardanti lo

stesso argomento

-

ed iniziare le con–

segne deìle' collezioni della Soprinten–

denza. consegne che, per la ristrettezza

di tempo concessa alla Soprintendenza

stessa per lasciare libera la sede di Pa–

lazzo Carignano e per un certo disordine

derivato a quel medagliere da tanti an–

ni di abbandono

(4),

furono fatte un

po' sommariamente, dapprima in quella

sede, poi addirittura con casse sigillate

(riaperte in seguito a Palazzo Madama

alla presenza dei rappresentanti dei due

Enti) soprattutto su base quantitativa

(dei pezzi nei vari metalli) e con ri–

serva di ulteriori riscontri per l'esatta

attribuzione dei pezzi (riscontri tutto–

ra, seppur saltuariamente, in corso, a

seguito dei solleciti del Ministero com–

petente, nonostante l'incompleta clas–

sificazione delle raccolte non consenta

risultati definitivi).

Forzata "coabitazione,, ·

Al termine di queste consegne, non po–

tendosi ancora accedere alle raccolte

reali

-

per quanto in gran parte cu–

stodite, in casse sigillate, nelle cantine

di Palazzo Madama fin dalla fine della

guerra

-

si procedette, con complicati

ed approssimativi calcoli per stabilire la

consistenza delle varie serie, al trasfe–

rimento ed alla sistemazione del mate–

riale civico e statale negli appositi ar–

madi, lasciando dei vuoti destinati ad

essere colmati dalla terza raccolta e riai

successivi acquisti.

E

il trasferime1ttG

non fu fatica indifferente, se si consi–

dera che, data la delicatezza della ma–

teria, i cassetti metallici con le raccolte

civiche si trasferirono di due piani esclu–

sivamente sulle braccia mie e su quelle

della mia aiutante! Purtroppo, per un

errato calcolo dell'incidenza sullo spa–

zio disponibile dei «nominativi» da

preporre ad ogni serie

o

gruppo, il nu–

mero degli armadi

è

risultato insuffi–

ciente e, per far posto a qualche migliaio

di monete rimaste forzatamente in cas–

se, saranno necessari altri trasferimenti e

ripieghi poco soddisfacenti quali la sepa–

razione delle serie milanese ed italiane

dalle altre monete e la loro forzata

«

coabitazione» con le medaglie e

i

sigilli, per l'impossibilità di gravare con

pesi eccessivi (ogni armadio pieno pe–

sa una tonnellata!)

i

pavimenti del vec–

chio palazzo.

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