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letteratura

in

pie'IDontese

Il volume edito da Casanova,

a cura di

C.

Brero e

R.

Gandolfo

e con un «profilo storico» di

G.

Facotto presenta

i testi importanti della letteratura in piemontese

con note linguistiche e storiche

considerando

il

dialetto come rivalsa e secessione

dalla lingua, trattò la letteratura dialettale quasi sol–

tanto sotto l'aspetto demo-psicologico. Perché dice

bene Lorenzo Mondo : «È proprio di ogni uomo

sradicato (soprattutto queLlo del nostro tempo, aper–

to a prospettive sovrannazionalie cosmiche) risco–

prire con nostalgia la sua piccola patria ». Ma la pic–

cola patria è appunto così piena di dolcezza in quan–

to non si dimentica, e tanto meno si vergogna, del–

la grande.

Superfluo avvertire che l'interesse linguistico è qui

inseparabile dall'interesse artistico. Ecco il piemon–

tese dell'età del ferro, nodoso, ancor tutto involto

di latino. Giace nei 22 «Sermones subalpini» di

ignota provenienza, nel codice « Il detto e i pro–

verbi », nei «Testi chieresi

»,

nella «Sentenza di

Rivalta» e in altri cimeli dissepolti dagli archivi.

Eccone il sapore:

«Lo rey comanda ali doncey chy

tasen

/

quand la Regina dormey ».

La

"vis

comica"

dell'Ali ione

Ma eCCOCl

III

pieno Quattrocento, con l'ampia scel–

ta di un primo « autore », quel Gian Giorgio Allio–

ne astigiano, autore dell'« Opera jocunda », del qua–

le e della quale

il

Pacotto discorre così bene nel suo

« profilo ». Il lettore gusterà la

vis comica

delle far–

se allionesche, così miracolosamente spontanee e fuor

di tradizione, e se mai preannuncianti le dotte ri–

sate degli autori del

Gargantua

e

del

Baldus.

Seguo–

no, nel Cinque e Seicento alcune «commedie pasto–

rali », l'anonima «Historia della guerra del Mon–

ferrato », quella gemma che è «El cont Piolèt» del

marchese di Entraque, già illustrata dal Croce, e un

gruzzolo di «canzoni popolari» (fortemente segna–

te dalla storia: « L'assedio di Verrua », « La marche–

sa 'd Cavour », «Baron Litron », «I giacobin ed

Turin») che schiudono

il

Settecento dove campeg–

giano i 1812 versi rimanti

(<< ...

rime senza piè -

faite fedelment a la buona»)

dell'« Arpa discorda–

ta» di Francesco Antonio Tarizzo, un poemetto

di-

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