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di quelli della valle del Chisone, e frequentemente intercalati con rocce

serpentinose ed amfìboliche; l’ammasso poi di serpentine, eufotidi, dioriti

del vallone di Gimont riproduce assai bene i caratteri delle serpentine,

eufotidi ed altre rocce magnesiache della falda alpina, tra gli sbocchi

delle due Dorè, che in alcun modo non possono separarsi dalla

zona

delle pietre verdi;

qui come colà, sono in rapporto con rocce più gio­

vani

{paleozoiche

e

mesozoiche)-,

stanno tali masse eruttiviformi a segnare

il limite della

zona delle pietre verdi,

almeno nella provincia torinese.

Se noi non crediamo pronunciarci in modo definitivo, come già dichia­

rammo, sul modo di origine di tali rocce esterne ad oriente ed a occi­

dente, non possiamo perù mettere in dubbio che esse, insieme cogli schisti

verdi e rossi ftanitici formino parte importante della

zona delle pietre

verdi.

Queste rocce si presentano evidentemente come seguito di quelle

che lo Zaccagna trovò a Sud Ovest del M. Viso; e nel vallone di Thures

sotto alla serpentina s’incontra una roccia quarzosa, come quarzite de­

composta, alla Eocca di Sabla, che potrebbe benissimo rappresentare l’equi­

valente delle lenti quarzitiche del Pelvo sopra Bellino in valle di Va-

raita, con anageniti che a noccioli schiacciati di quarzo roseo simulano le

rocce

permiane.

Alle rocce del vallone di Gimont rispondono poi quelle

descritte dallo istesso Zaccagna tra il Pie du Pelvat e la Pointe Mary

in territorio francese, e questa rispondenza è segnalata dallo istesso geo­

logo colla notazione che essendo esse rocce al Monginevro poggianti

sui calceschisti e da questi ricoperti nel versante francese, debbono ri­

tenersi, come noi le riteniamo, incorporate alla

zona delle pietre verdi

e non superiori ad esse riferendole al

permiano,

e ciò afferma lo Zaccagna

non ostante le analogie tra esse rocce e quelle

eoceniche

appenniniche

di uguale costituzione mineralogica. Noi siamo lieti di questo nostro

accordo di opinione con un geologo così coscienzioso come lo Zaccagna.

A compiere la corrispondenza notiamo ancora degli affioramenti di ofi-

calce nel vallone Ciandellot scendente a Cesanne dalla massa eufotidica

serpentinosa.

A compiere la rivista delle formazioni tra Bardonecchia e Sauze di

Cesanne occorre ancora esaminare una sezione, la quinta, che si diparte

dalla quarta a Balma in valle del Chisone e si dirige presso a poco a

Ovest pel Fraitève, Fenils, il colle del Chaberton ed il colle Lavai sul

confine. In vai Chisone, lasciando il gneiss

centrale

alla Balma, taglia

le rocce micaceo-gneissiche

recenti

con steatite e calcari cristallini che

stanno di fronte a Sud di Fenestrelle; entra nei calceschisti, con inter­

calazioni serpentinose amfìboliche, e calcari al Trac Calabrie, al Grand

Mioul e non li abbandona che in alto del vallone di Fenils sotto il

colle del Chaberton. Ivi i calceschisti sono coronati da una lente di serpen-

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

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