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non dire lieve, sono distribuite largamente e quasi uniformemente ai diversi

livelli rispondenti ai diversi periodi succedentisi di discesa ed abbandono

di esse alluvioni per opera delle correnti appenniniche, e queste appena

uscite dalla catena montuosa si espandevano lateralmente, si mescevano a

perdere quasi ogni loro individualità, rimescolando assieme gli elementi

petrografìci delle diverse vallate, d’altronde già poco differenti gli uni

dagli altri. Si comprende come questo relativamente tranquillo lavoro di

colmataggio e di alluvionamento non debba avere impedito lo svolgersi

di una flora e di una conseguente fauna erbivora assai rilevante, quale

caratterizza quelle prime alluvioni che

plioceniche

furono dal Gastaldi

appellate, non troppo opportunamente a parer nostro perchè al

pliocene

posteriori come il Gastaldi stesso opinava,

villafranchiano

del Pareto,

e con altri e troppo numerosi appellativi da altri geologi. Atteniamoci al

nome di

villafranchiano

da Villafranca d’Asti, ove quelle prime alluvioni

quaternarie

sono in modo classico sviluppate e ricche di ossami di mam­

miferi ora scomparsi, tanto come le sabbie e le alluvioni famose di Vai-

damo. Per quanto il rilievo delle Langhe e del Monferrato separasse il

regime che chiameremo appenninico da quello alpino, pure anche nel­

l’alta valle padana nella sua parte più elevata ed orientale dominava

puranche il regime appenninico, in corrispondenza in ispecie dell’at­

tuale corso del Tanaro fino a Bra e dell'antico corso di esso fino a Monca­

lieri; quindi mentre le prime alluvioni

quaternarie

ricoprivano

Vastiano

nella insenatura Novi-Alessandria-Felizzano da Est, eguali alluvioni si

deponevano espanse e minute presso a poco da Mondovì a Moncalieri

formandovi una specie di altipiano e lasciando scoperto il

pliocene

nelle

vallette di erosione sotto a Villanova e Villafranca.

A cominciare là dove la catena alpina si accentua più energicamente

in elevazione, ad Ovest del colle di Tenda, fino allo estremo orientale

del versante sinistro di tutta la valle del Po le cose procedettero altri­

menti. Le correnti più potenti e per massa di acqua e per ripidità di

pendìo, cariche di sovrabbondanti materiali detritici per più energica

denudazione e degradazione alpina, convogliarono al basso da ogni valle

congerie ben più imponenti di alluvioni, più grossolane in genere, e che

con andamento veramente torrenziale dispersero ed abbandonarono in

conoidi di deiezione su tutta l’ampiezza quasi della valle padana, a co­

minciare dalla valle della Stura meridionale allo incirca. Queste conoidi

si univano per i margini, si sovrapponevano alternatamente a seconda dei

periodi di maggiore o minore violenza delle rispettive correnti forma­

trici, e costituirono un assieme di piani inclinati a superficie convessa

verso il prolungamento dell’asse della valle d’origine e declinante verso

i lembi laterali, i quali piani inclinati così riuniti formarono il versante

B

a r b iti

,

Geologia della prov. di Torino.

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DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

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