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PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA
destro di tutta la valle padana. Questo in linea generale, chè modifi
cazioni poterono presentarsi localmente in dipendenza di circostanze spe
ciali di valore puramente locale; in genere le diverse conoidi presen
tano un carattere speciale petrográfico in rapporto con quello delle valli
donde provennero, senza escludere però certi espandimenti laterali delle
correnti ancora vagabonde e non inalveate, che avrebbero condotto a
miscela di elementi provenienti da vallate contigue; tanto più che per
minor elevazione della catena alpina, e meno avanzato lavoro erosivo le
vallate stesse dovevano essere meno nettamente definite di quello che lo
siano oggidì. La giunzione e miscela delle conoidi antiche, che chiame
remo come d’abitudine
diluviali
aggiungendo l’epiteto di
antiche
, si faceva
più specialmente sui lembi estremi periferici che non presso alle falde
alpine tra sbocco e sbocco di valle, ove generalmente rimaneva un in
fossamento triangolare colla base a monte, salvo nel caso di potenti in
grandimenti laterali per forti deviazioni delle correnti formatrici appena
uscite dalla valle originaria. Il Gastaldi ammetteva la formazione di
alluvioni che egli chiamava
plioceniche
, che avrebbero ricoperto tutto
l ’ambito della valle padana e che sarebbero in seguito state o abrase
dalle correnti alpine formatrici del
diluvium antico
od
alpino
(come lo
appella il Bruno), ovvero da questo ricoperte e mascherate completamente.
Noi siamo d’avviso che ciò non sia, giacché fin dalle formazioni delle
primissime alluvioni il regime alpino doveva esser ben diverso dal re
gime appenninico al quale, come esponemmo già, sarebbero dovute
quelle alluvioni. Il Sacco afferma d’aver seguito il passaggio graduale
dalle alluvioni tipo
villafranchiano
a quelle tipo
diluvium
proce
dendo da Est ad Ovest, specialmente lungo l’attuale corso della Stura
meridionale; noi non mettiamo in dubbio che colà, ove i rilievi si
fanno gradatamente da appenninici ad alpini, possa presentarsi un gra
duale passaggio fra le due formazioni, e diciamo due formazioni di
stinte appositamente ; ma questo passaggio graduale non si ritroverebbe
certamente più a Nord su una linea che da Villanova d’Asti, per esempio,
si dirigesse allo sbocco di valle di Susa, perchè ivi si passerebbe bru
scamente dall’ uno all’ altro regime, ed ove fosse possibile spingere lo
sguardo nelle profondità, crediamo che il
diluvium antico
, come forma
zione dovuta a fenomeno di più lunga durata, si fonderebbe lateral
mente, ricoprendola parzialmente, coll’ultimissima sfumata rivelazione
del
villafranchiano.
Epperò noi siamo d’avviso che non si possa conside
rare il
villafranchiano
come sostituito al piede delle Alpi dal
diluvium
antico
, ma che debbano queste considerarsi come due distinte forma
zioni alpina l’una, appenninica l’altra, sincrone forse nel loro iniziarsi, ma
di ben diversa durata e caratteri diversi per i fatti che le originarono. Che