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PARTE li — DESCRIZIONE GEOLOGICA

trici ad essa convenienti, e nereggianti foreste ammantarono i versanti

montuosi anche là ove non sono incisi da solchi di valloni, rattenendo

sulle ripide pendici le terre, che imbevendosi delle acque di meteoriche

precipitazioni mantengono in basso le sorgive e regolano, ritardandolo, il

movimento di discesa delle acque piovane. E quando nel

periodo gla­

ciale

le precipitazioni nevose furono sovrabbondanti, e le nevi si adden­

sarono in ghiacciai, e questi per le valli fluirono gelidi torrenti, e ne

uscirono invadendo la valle padana, altri e caratteristici accumuli de­

tritici si costituirono allo sbocco delle grandi valli, apparati collineschi

arcuati a difesa quasi dello imbocco vallivo, e nello aprirsi stesso di val­

loni nella valle alpina e sui fianchi dei monti dall’azione stessa gla­

ciale arrotondati, limati, foggiati in terrazze; e queste colline, e questi

accumuli e queste striscie di formazioni

glaciali

eminentemente atte

fisicamente e chimicamente alla vegetazione, si coprirono di boschi, di

vegetazione arborea, divennero aree coltivabili e su di loro sorsero bor­

gate, villaggi anche a grande elevazione sui

thalwegs

delle valli.

Là dove il fenomeno

glaciale

si verificò in iscala assai vasta, la regione

ne venne così profondamente modificata che assumendo speciale fisionomia

suggerì al Desor la fortunata espressione di

paesaggio morenico

, come a

sintesi di tutti quegli speciali caratteri, di quell’aspetto particolare che

tale regione differenzia a primo colpo d’occhio da altre in cui il feno­

meno

glaciale

o non fu in attività, o lo fu con minori intensità ed

energia. Ed anche questi accumuli

morenici

possono influenzare in certa

quota come regolatori benefici la discesa delle acque, od imbevendosene

ove la loro fisica costituzione lo permetta, od arrestandole in bacini la­

custri raccoglienti i rapidi e sovrabbondanti deflussi da monte, imma­

gazzinandoli e smaltendoli regolarmente a valle a mezzo di emissarii.

Le azioni endogene crearono le Alpi sollevandole dai profondi mari dei

tempi geologici, le acque

quaternarie

le foggiarono a diventar atte allo

sviluppo vegetativo, alla abitabilità. Le formazioni

quaternarie

nella

valle padana in corrispondenza degli sbocchi delle valli, sulle falde mon­

tuose latistanti a detti sbocchi, nell’interno delle valli sono più o meno

sviluppate e con caratteri distintivi più o meno spiccati a seconda della

maggiore o minore energia e durata d’azione dell’agente acqueo sotto

forma di piogge, di nevi, di ghiacci, di torrenti, ed a seconda ancora

della maggiore o minore attitudine della roccia a subire l’azione ero­

siva, degradatrice. Epperò l’ubicazione delle valli, l’ampiezza loro, la

configurazione, la costituzione geologica e petrográfica sono le princi­

pali condizioni che hanno influito in pro od in contro ad una spiccata

attività geologica demolitrice e costruttrice delle acque

quaternarie.

La

ubicazione, a seconda che la valle o per latitudine o per orientazione