

mato a Lilaz, ma non fino a Moline come pare abbia immaginato in
un suo lavoro il dottor Virgilio, giacché il solco di valle fu compieta-
mente riempito dal
morenico
tanto che il torrente fu poi obbligato ad
aprirsi la via tra le rocce di destra ed il
morenico;
se lago allungato
fosse esistito esso avrebbe occupato gran parte del solco di valle in senso
trasversale, ed il torrente, dopo svuotato il lago, avrebbe percorso un
tratto pianeggiante verso il mezzo di detto solco. Se lago esistette questo
fu solo rispondentemente al piccolo bacino di Lilaz, e quindi in iscala
molto ridotta a petto dei veri laghi glaciali, come quello di Combai od
altri. Il dottor Virgilio pare abbia anche dato troppa importanza ad un
piccolo ristagno d’acqua che sta lateralmente a sinistra sul
morenico
,
presso le rocce del versante; questo ristagno insignificante è di forma
zione posteriore, dovuto allo arrestarsi delle acque nel solco impermea
bile che generalmente si origina nelle
morene laterali
, quando non piti
sostenute dal ghiacciaio, scivolano sul piano montuoso accasciandosi ; di
questi ristagni di acque in tali contingenze se ne trovano a centinaia
e centinaia ovunque si verificò il fenomeno
glaciale;
nel 1877 noi accom
pagnavamo il nostro lavoro geologico sul gruppo del Gran Paradiso con
una carta glaciale ed in quella che accompagna il lavoro del Virgilio
comparso molto posteriormente poco troviamo di nuovo e di diverso da
quello da noi indicato.
Quanto mai istruttivo riesce lo studio del bacino di Cogne sotto il
punto di vista
glaciale;
quando il ghiacciaio della valle si ritirò fino
ad Épinel il bacino doveva contenere una massa enorme di ghiaccio
scendente dai valloni accennati, e da quello di Valnontey, nel quale
sono bellissime le rocce levigate di Money e di Lauson; possiamo va
lutare a 2 chilometri lo sviluppo della massa glaciale tra Moline e Crétaz
e 2 in senso trasversale da Cimilian a Roubatte, superficie quindi di
4 chilometri quadrati che, moltiplicata per 250 metri di spessore, ci dà
una cubatura di un chilometro, cioè 1000 milioni di m. c. di ghiaccio.
Nella stretta valle sottostante al bacino la massa glaciale levigava po
tentemente le rocce, più specialmente nella curva forzata di Pont d’Ael ;
abbandonava ritirandosi le
morene
di Sisoret, Pian Bois, Senagy, Silve-
noire, Vieyes, Pessey, Arpisson alla confluenza della corrente di Nomenon.
In corrispondenza della curva si innalzava ad Ovest a raggiungere per
il colle di Pugnon il ghiacciaio di Savaranche ed un lembo
morenico
a Pugnon rivela tale comunicazione. A Pont d’ Ael si rovesciava a
destra innalzandosi ad Ozein, e creava il grandioso ammanto
morenico
corrispondente al periodo di ritiro nella valle originaria; come pure
contribuiva in parte alla formazione del
morenico
di Chan, Champlong,
Issogne sulla sinistra.
B
akettj
,
Geologia della prov. di Torino.
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DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO
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