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DELLA PROVINCIA DI TORINO

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questo non riceve valloni laterali importanti e si chiude a Nord colla

porta di vai d’Aosta, la stretta di Pont S. Martin.

La via corre lungo le falde a sinistra, nulla presenta di notevole e

temibile in ordine alla sua stabilità,, salvo forse al valico di qualcuno

dei torrentelli scendenti dal Mombarone. Non molto anticamente il piano

di valle era ancora impraticabile per poca consistenza delle alluvioni

straricche di acque, donde, tanto la via romana, quanto la attuale fu­

rono tenute contro le rocce, più la prima da epoca ben più remota.

Oltrepassata la stretta di Pont S. Martin il bacino omonimo riceve

il torrente Lys, il cui cono di deiezione lo ricopre quasi completamente,

e la strada lo valica in pendenza e contropendenza. Fa seguito la stretta

ben più angusta di Bard, e la nuova strada, chè l’antica passava sul

tracciato romano ad Est del forte, vi penetra con una piccola galleria

in buona roccia.

A monte di Bard la strada sale tra fiume e balza rocciosa rivestita

al piede da un caotico cumulo di massi enormi precipitati dalla balza;

il pericolo ivi sta nella eventualità di caduta di massi. Poi incontra il

cono di deiezione di Arnaz, ancora instabile, epperò sono a temersi dei

guasti alla via nazionale.

Il bacino pianeggiante di Arnaz non presenta ostacoli o difficoltà ri­

levanti.

A Verres nuovo cono di deiezione, quello dell’Evanfon, ma perfetta­

mente stabilito. Poscia la strada rasenta le balze di Plout e per chine

alberate su roccia comincia a salire assai fortemente e penetra nella gola

di Montjovet. Il tratto di cornice sorpiombante sulla Dora, è, special­

mente d’inverno, assai pericoloso fino a Silian, ove si valica il piccolo

torrente di Moron; forse era meglio salire in costa a Siséran e proce­

dere così a più alto livello verso Perral e Silian.

Nel bacino S. Vincent-Chàtillon la strada che percorre il pendio de-

tritico assodato ed a praterie può incontrare qualche pericolo nel valico

del torrente che scende dal Zerbion, in tempi di grandi piogge.

A Chàtillon, raggiunti i 500 metri di altitudine, dai 245 a Nord

della diga di Ivrea, la strada valica la Marmore sopra un ponte eleva­

tissimo sulle acque del torrente ivi racchiuso in profondissimo canale di

roccia ; gira in cornice il poggio roccioso dei Sarrasins e passa a Ciam-

bava stretta tra la balza sinistra e la Dora ; il torrente di S. Denis, crea­

tore del cono di deiezione su cui stanno i vigneti di Ciambava, po­

trebbe recar danno alla strada; così pure possiamo dire del maggior

torrente di Verrayes che scende a Diemoz formandosi un sempre am-

pliantesi cono di deiezione nel quale si ammirano frantumi di una bella

serpentina verde gialla, che costituisce la balza sconquassata e frammen