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DELLA PROVINCIA DI TORINO

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potrebbe salire a Balangero, da Balangero a Corio e da Corio scendere

a Rocca Canavese e Levone; l’altro tronco da Ciriè giungerebbe pure

a Rocca Canavese o direttamente a Levone.

Altri tronchi verrebbero in sussidio nelFintervallo tra la via

sotto­

alpina

e la

padana

, quali quello da Pianezza a Druent, a Venaria Reale

a Caselle, quello da Torino ad Abbadia di Stura, a Settimo Torinese,

a Volpiano, la provinciale Caselle-San Maurizio-San Francesco al Campo-

Front-Busano-Valperga, il tratto Ciriè-San Carlo-Vauda di Front-Bar-

bania-Rivara. Da Levone la

sottoalpina

farebbe un leggero giro per

giungere a Rivara donde seguirebbe per Pertusio a Valperga ove sa­

rebbe raggiunta dalle due provinciali da San Maurizio e da Rivarolo e

pel tronco già costrutto giungerebbe allo sbocco della valle dell’Orco a

Cuorgnè. Da Cuorgnè il tragitto è indicato dall’attuale per Castella-

monte e Parella ad Ivrea, che grande sussidio riceverebbe pei paesi

sottostanti dalla Rivarolo-Ozegna-Castellamonte, dalla Rivarolo-Ozegna-

Agliè-Bairo-Bettolino, dalla Rivarolo-San Giorgio-Strambino. Da Ivrea è

costrutto il tronco che superando la Serra conduce a Mongrando e Biella

in provincia di Novara, che può essere aiutato col porre in comunica­

zione i paesi dall’Ovest all’Est parallelamente al Po dalla via che da

Ivrea conduce a Cavaglià, e dall’altro che, costrutto il ponte sulla Dora

Baltea, unirà Strambino a Tina ed Albiano. La costruzione o sistema­

zione di una strada

sottoalpina

allacciante gli sbocchi di valle, riunita

colla

padana

od anche con un arco stradale intermedio per mezzo delle

irradianti e di tronchi obliqui, coprirebbe questa regione piemontese ed

in ispecie la canavese di una razionale rete stradale, che renderebbe

possibile 1’ utilizzamento di molte terre ora o improduttive o scarsamente

produttive, e darebbe uno slancio salutare al commercio locale tra

borghi e borghi, commercio che è oggidì in gran parte ucciso dall’at­

trazione verso Torino. E questi fatti si impongono colla loro evidenza e

s’imposero fin da tempo, tanto che sorse altre volte l’idea di una fer­

rovia

sottoalpina

, di cui parte sarebbe stata quella vagheggiata da Ivrea

a Biella, al lago Maggiore pochi anni or sono, come scorciatoia ferro­

viaria da Torino al Gottardo. Non è nostra intenzione ora trattare questo

argomento pel quale facemmo degli studi in proposito, ma di insistere

presso le autorità provinciali e governative per ciò che si studii, si

prenda a cuore il tracciato di strade parallele alla falda alpina che

saranno di grandissimo vantaggio a venire. Le difficoltà che possono de­

rivare dai due altipiani di Fiano e delle Vaude non sono poi tali da

arrestare l’opera benefica invocata; le strade possono vincere queste

difficoltà quando ideate, progettate, costrutte con ogni regola d'arte, e

colle spese necessarie per una buona costruzione ed una lunga durata;