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’ del colle di San Teodulo, sulle rupi del Cervino, del Dente d’Hérens,

della Punta di Cian.

In Valpellina si ha il ghiacciaio di Zar de Zan tra i Jumeaux ed

il colle dei Bouquetins, i ghiacciai di Mont-Brulé, d’Oren oltre ad altri

minori. Varii piccoli ghiacciai nelle valli di Ouomont, nel vallone di

Menouve. Nel versante italiano del gruppo del M. Bianco e nelle due

valli originarie della Dora abbiamo uno sfoggio di masse glaciali ali-

mentatrici della corrente principale di vai d’Aosta.

Nella valle della Thuille si presentano numerosi ghiacciai isolati oltre

alla grande distesa glaciale del Rutor. Ricche ancora di ghiacciai sono

la Yalgrisanche e la parte elevata di vai di Rhèmes. La Valsava-

ranche ci presenta già i numerosi ghiacciai del lato Ovest del gruppo

del Gran Paradiso oltre ad alcuni altri nella parte più elevata occiden­

tale. Ricchissima di ghiacciai è la valle di Cogne, per quelli special­

mente che scendono dalla facciata a Nord del gruppo del Gran Para­

diso. I valloni che giungono alla Dora Baltea da Sud tra Aymavilles

ed Issogne non contengono che scarsissimi e piccoli ammassi di.ghiaccio.

La valle di Champorcher ancor essa presenta poco sviluppo di ghiacciai.

L’intera vai d’Aosta tra grandi e piccoli conta circa 126 ghiacciai. In

valle dell’Orco i ghiacciai sono pochissimo sviluppati, tranne qualche

eccezione; sommano appena ad una ventina. Diminuisce ancora lo svi­

luppo glaciale nelle tre valli di Lanzo che non ne dànno complessiva­

mente che dieci. In valle di Susa per quanto amplissima non abbiamo

più che sei ghiacciai, gli ultimi della catena alpina sul versante italiano.

Epperò la sola Dora Baltea si può considerare come figlia di ghiacciai

alpini nella vera espressione della parola, e si comprende quanto erronee

siano le idee che persone anche di certa cultura hanno sull’origine di

alcuni fiumi e torrenti alpini come il Sangone, il Chisone, il Pellice,

che fanno derivare da eterni ghiacci, mentre non solo le valli originarie

non presentano ghiacciai, ma quasi completamente scompaiono nella

estiva stagione le nevi invernali.

,

.

I corsi d’acqua della provincia di Torino, astrazione fatta dai torren­

telli scendenti dalle colline tra Pralormo e il confine tra il’ circondario

di Casale, sono originarii dalla catena alpina e dal grand’arco di cerchio

di 330 chilometri da essa presentato, convergono al Po su un tratto di

esso ad arco di cerchio parallelo, concentrico al primo di 64 chilometri

tra Pancalieri e Crescentino.

Le cinque grandi valli alpine dànno ciascuna un còrso d’acqua, dei

quali quattro soli arrivano al Po; uno si unisce col suo vicino di mez­

zogiorno ed è il Chisone, che sbocca nel Pellice prima di raggiùngere

il Po. Maggiore fra i tributarii del Po è la Dora Baltea, che si origina

DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO

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