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VITA C IT T A D IN A

lia, ricordò l'opera tenace, umanitaria e civile

del Duca in quelle lontane terre, ed esaltò !a

azione del governatore De Vecchi. S.A.R. pro­

nunciò le seguenti parole di ringraziamento :

« Or sono pochi mesi, a Genova, nel ricevere

l'artistico dono offertomi da S. E. Raineri

a

nome di tutti i cavalieri del Lavoro, io ero ben

lieto di salutare nel palazzo San Giorgio una lar­

ga rappresentanza del Piemonte. Oggi, per

la

gentile iniziativa del Presidente S. E. conte

1 eofilo Rossi di Montelera, ha il piacere di co­

noscere tutti gli esponenti più insigni delle cate­

gorie industriale, agricola e commerciale del

Gruppo piemontese dei cavalieri del Lavoro.

« Sono veramente dolente che manchi a questa

simpatica riunione S. E. il conte Teofilo Rossi

che alle grandi benemerenze da lui acquistate

verso questa regione e verso questa sua città

aggiunge quelle acquistate a suo tempo nella

sua qualità di Ministro per l'industria verso

l’intero Paese. Sono sicuro d’interpretare i

sentimenti di tutti i presenti nel formulare i più

ardenti voti perchè S. E. il conte Teofilo Rossi

possa riacquistare quella salute che per tanti

anni sempre lo assistette nella sua inesausta atti­

vità di opere rivolte al pubblico bene. Sono

poi vivamente sensibile a voi tutti, egregi col­

leghi, per questa affettuosa manifestazione che

oggi ricevo nella sede stessa del vostro Gruppo,

in questa città che da oltre un millennio è le­

gata alla mia casa, in questa città che serba ca­

ro il ricordo dei miei genitori, in questa città

che si appresta ad onorare la memoria di un

Principe grande per opere militari e politiche.

«La nuova colleganza con uomini che come voi

tanto e tanto più di me operaste nel campo del­

l'economia nazionale per meritare quella onori­

ficenza in virtù della quale oggi ci troviamo qui

riuniti, non può essere per me che un potente

stimolo ad elevarmi nella vostra simpatia attra­

verso ad una intensità sempre maggiore che mi

propongo di imprimere al duro lavoro cui da pa­

recchi anni mi sono accinto. E, come già

ebbi a dire a Genova, mi auguro che mai debba

venirmi meno quella volontà e quella tenacia

che sempre soccorse voi nella fortunosa e for­

tunata vita di lavoratori. Il Piemonte, che ha

pure tutta una tradizione storica di ardite ini­

ziative tanto nell'agricoltura, quanto nell'indù-

stria e nei commerci, credo che molto a voi,

debba per quel favore di attività di cui sapeste

permearlo in questo ultimo mezzo secolo di sua

vita economica. Chi come me si trova costret­

to a lunghe e periodiche residenze fuori d’Ita­

lia, è meglio di ogni altro in grado di constatare

ad ogni suo ritorno in questa terra di quanta

costanza ostinata di lavoro, di quali ardimenti

nella tecnica produttiva si alimenti il magnifico

progredire della nostra regione. Si potrebbe

ben esclamare, parafrasando il detto del poeta,

che qui nessun giorno passa senza la sua fatica.

u Per i vostri nomi, egregi colleghi, così noti

oggi nel mondo dei produttori nazionali ed

esteri, ritengo che lo storico futuro ben po­

trebbe tessere la storia radiosa di mezzo secolo

di vita economica paesana. Questo vi dica più

di qualsiasi mia parola quanto orgoglioso io mi

senta di essere vostro presidente onorario. Ca­

valieri! Egregi Colleghi! Il mio saluto nell’ora

che volge, in vista dei nuovi orizzonti che ia

raggiunta unità politica della Patria ci ha aper­

ti e la mano ferma del suo Duce ci segna, non

può essere che un solo, ora come prima, come

sempre : per la prosperità del nostro Piemonte,

per la grandezza della nostra Italia, al lavoro! ».

Una vibrante acclamazione accoglie le fervide

parole del Duca, che ancora prima di lasciare

l’adunanza, si intrattenne affabilmente e parti­

colarmente con tutti gli intervenuti.

L'OMAGGIO DEI VICE-PODESTÀ’ AL

PRINCIPE DI PIEMONTE. Il 29 marzo il Prin-

cipe di Piemonte ricevette in particolare udien­

za i due vice-podestà, recentemente insediati :

nob. avv. Alessandro Buffa di Perrero e nob.

ing. Alessandro Orsi, accompagnati dal Pode­

stà, ammiraglio di Sambuy. L’Augusto Principe

espresse ai due neo-eletti all’Amministrazione

della sua carissima Torino il suo cordiale com­

piacimento. Quindi s'intrattenne col Podestà e

coi suoi collaboratori su questioni di vita cit­

tadina.

LA VISITA DEL PODESTÀ’ ALL’ACCA­

DEMIA ALBERTINA. Nel pomeriggio del

22

marzo l’ammiraglio Di Sambuy, Podestà di To­

rino, accompagnato dal comm. prof. Emilio

Zanzi, visitò l’Accademia Albertina. Fu accolto

nell’aula magna dal presidente architetto prof.

Ceradini, e da tutti i componenti dei Consigli

accademico, didattico e amministrativo, dagli

insegnanti, dal personale amministrativo e da

tutti i giovani allievi. Il prof. Ceradini, in un

saluto rivolto al Capo della città, ricordò le vi­

cende dell'istituto e chiese al Municipio l’ap­

poggio morale e materiale per il sempre miglio­

re sviluppo dell'Accademia, oggi diventata, per

volontà di Governo, una vera e propria univer­

sità di studi artistici, pur ospitando nelle ore se­

rali, negli speciali corsi di decorazione, oltre

cento allievi operai e artigiani. Il Podestà di­

chiarò la sua profonda ammirazione per l’arte

e per gli artisti e promise di occuparsi delle

scuole per essi istituite e specialmente della di­

lettissima Albertina. Quindi, ricordato il So­

vrano fondatore dell'istituto, accennò all’opera

svolta da quell’autentico e nobile artista che è

Benito Mussolini, ricostruttore della scuola e

della politica italiana. Dopo aver visitato tutte

le scuole, la Pinacoteca Mossi e la Biblioteca, il

Podestà s’intrattenne negli studi privati di Ce­

sare Ferro e di Giacomo Grosso.

COSPICUA OBLAZIONE A FAVORE DEL­

LA CROCIATA CONTRO LA TUBERCOLO­

SI. Il 16 marzo il Podestà ricevette una Commis­

sione composta dei signori Oliaro, Faraudo,

Schiavoni liquidatori della Società cooperativa

anonima dipendenti Fiat, i quali offrirono alla