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A n n o

VII - N. 9

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1927 (a. V)

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E D I T A A C U R A D E L M U N I C I P I O D I ’i O K I N O

DON GIUSEPPE BENEDETTO C O T I

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ENGO

E LA SUA “PICCOLA CASA"

Di se stesso, il Canonico Giuseppe Bene­

detto Cottolengo diceva con sincera convinzione

e con accoramento :

— Un buono a nulla. Uno zotico qualun­

que, goffo e materiale. Ma cosa farci? Biso­

gna che gli altri mi compatiscano, con santa

pazienza...

Delle sue Suore:

— Tante

ciócote

( I ) che s ingegnano come

possono per fare a questo mondo il minor male

possibile !

E a chi, fermandolo per via, gli chiedeva

notizie della sua opera :

— Macché! Non so mai che cosa fare.

Vado e vengo dall’osteria, combinandomi " tre-

sette" e quartucci di quel buono, alla salute

mia ed a quella degli altri ! E' così lungo il lu­

nario da sbarcare!

Poi faceva due passi saltellando, sventolava

la destra in segno di saluto e tirava via, attra­

verso la Piazza delle Erbe, ammiccando ai ven­

ditori che gli gridavan dvcro: —

Bon <Ti,

Canonie!

— fermandosi ai banchi delle don­

nette che strepitavano : —

C ’a cena

si,

Don

Cotolengo!

— e gli tendevano cartocci di su­

sine o gli riempivano le tasche di caldarroste.

(I ) l briache.

Ma che brace fije ! V ou ij lo setic ch'j són

un pooer ciaoatin... e J ’couj galup, per giunta!

E via con un sorriso e due saltetti, palpan­

dosi allegramente le golosità donategli.

Intanto, nelle due misere stanze al terzo pianò

di via Palazzo di Città, n. 13, la vecchia pa­

ralitica Margherita e gli altri suoi compagni di

dolore aspettavano affamati e rassegnati che il

buon dottore e infermiere Granetti traesse dal

vuoto armadio a muro, fungente da dispensa,

il cibo che occorreva due volte al giorno.

Allo scoccare di pranzo e cena, con i suoi

pacchetti in mano e l’aria più gioviale del mondo

dipinta in viso, il Cottolengo appariva puntuale

nel vano della porta.

/

s ó n s)

mi!

"In nomine Patris, Filii,

et Spirictu Sancti . Chi non ha appetito, odori

qui! Roba da far risuscitarci morti... Allegri,

su, voialtri, che siete sani e vispi!

E andava da un tettuccio all'altro, mettendo

sotto gli occhi e il naso dei malati i pani fra­

granti che aveva comperato coi suoi soldi, la

carne che s era fatto dare a credito e la frutta

che aveva avuto in elemosina.

— " Deo Gratias ! \ Sotto, Granetti, che

anche quest'oggi la Divina Provvidenza ci ha

fornito un pranzetto da signori!