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Intinto s’arrabattava ad accudire questo e

quello, a propinare le medicine, regalategli ogni

volta in segretezza dal farmacista della Corte

Reale, Paolo Anglesio, e a dividere le por­

zioni per le bocche avide.

In quell’ora, i Canonici del "Corpus Domini",

asj>ettato a lungo e invano il collega che, secondo

il solito, tardava a comparire alla mensa, ordina­

vano, un poco indispettiti che si sparecchiasse.

— Ma che tipo !

Per lui c’è sempre qual­

che novità !

— S p e r iam o che

sian rose...

— Già! Se no, pur­

troppo, pungeranno!...

Q u a t to , quatto, il

Cottolengo, giunto tar­

di alla Congregazione,

filava dritto in cucina,

rifugiandosi tra i fami­

gli ; della minestra e

della pietanza faceva un

unico intruglio che in­

gollava lestamente, sen­

za scambiar parola, nel­

l’attitudine contrita di

chi sa d’aver mancato

alle buone regole di

casa.

Dentro, però, gli bol­

liva una gran gioia- Lo

svelavano, in luogo delle parole, le rapide e

furtive fregatine di mano che egli si dava sotto

la tovaglia, a commento di quello che aveva

fatto ed a incoraggiamento per il di più che —

cascasse pure il mondo

si proponeva ancor

di fare...

Cosi nasceva nella nostra città, sul finire del-

I anno 1827 , la Piccola Casa della Divina

Provvidenza : "Deposito ", in un primo tempo,

di malati che non trovavano più nè medici, nè

medicine per le loro infermità e che ancora non

giustificavano i becchini ; poi, più tardi, Ospe-

daletto vero e proprio, allogato nelle scure e

strette camere degli alloggi al terzo e quarto

piano della casa dalla Volta Rossa, con una

disponibilità di trentacinque letti, tutti occu­

pati da gente che era stata raccolta, quasi

in

extremis,

nelle soffitte e per le strade della

Parrocchia.

— Opera santa! Ma dove ti porterà... e

come finirà?! — gli domandava un giorno il fra­

tello Alberto, dei Pa­

dri Domenicani, ch’egli

aveva tra sc in a to fin

lassù.

Non lo so mica !

— rispondeva il Cot-

tolengo — V a un pò

a sapere che cosa vorrà

farne la Divina Provvi­

denza... Se si pensa che

l’Ospedale di S . G io­

vanni è nato con due

o tre letti nel campa­

nile del Duomo...

— E i soldi ? —

incalzava perplessa, po­

co tempo dopo, la so­

rella T e r e sa , durante

una scappata del Cot-

tolengo a Bra.

— 1soldi ?Ma guar­

da ! Non ci ho mai

pensato... Finora me li

ha mandati sempre a tempo debito la Prov­

videnza. Continuerà così, io spero... Bisogna

fare tutto "in Domino", allegramente!...

1

malati, però, esigevano un’assistenza non

soltanto pietosa ma anche assidua.

Ed ecco reclutate dal Cottolengo una tren­

tina di ragazze, in aggiunta alle dodici Dame

della Carità, che, ogni giorno, dalla prima fon­

dazione dell’Ospedaletto, venivano a passare

qualche ora tra gli infermi ; ecco assicurata spe­

cialmente nella notte la vigilanza al capezzale

dei ricoverati : primo germe della grande famiglia

religiosa che oggi, da quasi un secolo, costituisce

il precipuo, inesauribile tesoro della Piccola Casa.

Ritratto dal vrro del Beato Cottolengo eseguito dal fratello

il pittore Agostino