

DON OH 'SFPPF BENEDETTO COTTOI ENOO
rArcivescovo, e l'Arnm. di Sambuy fattosi in
contro all umile prelato gli dice in piemontese :
—
La città di Torino
è
presente con tutta
la sua popolazione a questa dimostrazione di
riconoscenza.
Nella chiesa tutto è pronto per la cerimonia.
La navata centrale è tenuta completamente
L'Altare del Beato Cottolengo
•Ila Piccola Casa della Divina Provvidenza
sgombra. L’altare è tutto illuminato dalla parte
del coro il quale è sovrastato da un quadro del
Beato Cottolengo. Subito dopo le autorità en
trano nel tempio, e prendono posto secondo il
cerimoniale stabilito. Il Cardinale Gamba, sale
sul pulpito. La chiesa è gremita di fedeli : nella
grande navata centrale emergono fitte le ban
diere delle Associazioni civili e religiose.
" Deo Gratias1 — esordisce il Cardinale, e la
folla dei fedeli sommessamente risponde " Deo
Gratias V Sia lodato Gesù Cristo — prosegue
monsignor Gamba. — Io non farò un discorso.
L’onorevole Comitato che con tanto zelo e tanto
amore promosse questa indimenticabile dimostra
zione di venerazione e di riconoscenza al Beato
Cottolengo e all’opera da lui fondata deside
rava che io dicessi qualche parola intesa a di
mostrare l’ossequio reverente dovuto al grande
benefattore di Torino. Ma che cosa potrò dire
io che non sia stato detto già da tutti voi che
avete partecipato a questa celebrazione della
fede e della riconoscenza?
"Tutta Torino è in movimento e una folla
enorme, si è riversata nella Piccola Casa. Ciò
dimostra il merito del Beato, ciò dimostra la
riconoscenza che gli è dovuta e che gli viene
tributata. Ho visto le Autorità e i cittadini ri
versarsi rella Piccola Casa. Ciò non mi ha
stupito, ciò non mi stupisce. Chi non conosce
questo prodigio della Provvidenza ? Chi non vi
ha ricorso, e chi, ricorrendovi, non ha ottenuto
ausilio
r
soccorso?
Non si poteva avere il centenario senza che
Torino vi prendesse viva parte e dimostrasse la
riconoscenza e la venerazione che è dovuta al
Signore. Al Signore: perchè dal Signore ogni
grazia discende. La piccola Casa è stata ispi
rata da Lui: dal Signore è stato ispirato, gui
dato, sorretto il fondatore della Piccola Casa.
Piccola per modo di dire, perchè è un grosso
borgo, anzi una piccola cittadina : ma il nu
mero dei sofferenti e dei bisognosi è tanto
grande che, in confronto, questa casa è pic
cola tuttavia.
" E il numero dei ricoverati di questa opera
prodigiosa è enorme: e ricoverati sono i dis
graziati che vengono rifiutati da tutti gli altri
Istituti.
« La Piccola Casa — prosegue monsignor
Gamba — costituisce la meraviglia non solo
di Torino : è ragione di stupore per il mondo
intero. Per questo esempio della Provvidenza
celeste salga il nostro ringraziamento a Dio.
Chi non ha visto la Piccola Casa, chi ne ha
solo una conoscenza approssimativa e superfi
ciale non comprende le mie parole, ma chi ne
ha varcata la soglia, chi ha osservato la bontà
santa con cui le sofferenze vengono alleviate e