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FRA I LIBRI

Tali parole mi son venute spontanee alla memoria chiu­

dendo il libro di Cozzani. Dove i protagonisti sono la mon­

tagna dei marmi e la sua gente in un dramma convulso e

perenne di fecondazione, di dono e di morte. Di vita apoca­

littica e di non lungo fastigio, eternamente tormentata,

sola ed incompresa, che altro non sa fare che donare. Feriti,

uomini e cose, lacerati, usati, muoiono come è morta — e

vissuta — la figura più poeticamente compiuta e perfetta

di

Un uomo

: la madre di Cesare Ferroni. Quell’Elvira che

non riuscirò a dimenticare più.

• • •

Il romanzo non ve lo racconto. Leggetelo, è un dovere

vostro, lettori. La trama è semplice e tutta imperniata

sullo sforzo gigantesco che compie un uomo per riuscire

nella sua vita; un uomo al quale l'esistenza non risparmia

ferite e gotate; che è messo bruscamente da parte dagli

eventi e continua a battersi e a salire; tremendamente

umano ma con qualche fulminea apertura d'intuizione, con

qualche brivido di luce. Lo spirito, il lampedeforo, insomma,

che risorgono in ogni coscienza al richiamo misterioso delle

supreme Armonie.

In questo romanzo è espressa, soprattutto, la vita dura

della nostra gente italica che fa del lavoro scopo della sua

giornata e non concepisce altra soluzione a questa che non

sia sudar sull'opera che le dà il pane; non castigo, ma suprema

accettazione di una grande legge di vita.

Forse, in qualche momento, si desidererebbe una strin­

gatezza maggiore in quanto ad espressione. I pregi stili­

stici, consistenti nella semplicità dell’eloquio, nella man»

canza d’ogni ricerca d'effetto, risalterebbero in modo mag­

giore se chiusi in una cornice più serrata ed i tipi, aspri,

asciutti, nervosi decisamente tratteggiati con tocchi sagaci

entro linee dialogiche scarne e nutrite di pensieri emerge­

rebbero ancor più salienti da una minor descrittività am­

bientale.

Il

pathos

salirebbe ancor più di tono, emergendo dalle

linee maggiormente scarnite e liberate da qualche pagina

soverchia; ma, detto questo, bisogna riconoscere che il

tono del romanzo, l’intreccio, l’ardore espressivo del poeta

sono resi come meglio non si potrebbe e sopratutto con

evidenza plastica rilevantissima.

A

n g io l o

B

ia n c o t t i

.

A.

S o d d a s in o .

Reuse ’d me giardin.

Poesie piemontesi.

Ediz. Negro. Torino.

1934

- L. io.

Questa nuova raccolta di Arnaldo Soddanino esce in

elegante veste tipografica, editore Negro, con una bella

copertina dovuta al pittore Vellan, il quale accompagna al

fine disegno con un

ritrai dl'aStór

nonché con un grazioso

sonetto che varrebbe la spesa riportare per intero.

11

volume è dedicato al Duce, al quale l'A . esprime

l'intima devozione materiata di fede nei destini della Patria.

Rara ed eclettica tempra quella di Arnaldo Soddanino

vero figlio delle sue opere ed idealista ad oltranza, che le

molteplici occupazioni non distraggono da quella che per

Lui costituisce la suprema ragione di vita, il culto alla

Poesia. E questa segue alk precedenti raccolte alle quali

non mancò il successo di critica e di popolarità. Basti

l’elenco:

La legenda d" Pietro Micca,

sonetti;

Storia del

Carin i d'Ivrea,

sonetti;

Pagine d’Or,

glorificazione degli

Alpini dell'ultima guerra, come

Steile d'itdlia

lo è degli

aviatori, ed il suo poema più organico e finito:

La Canxon

dia vita.

Ed oltre a questo alcuni lavori teatrali rappresen­

tati con successo al Teatro Rossini, quando non era ancora

infeudato alle riviste, che ne segnarono la decadenza. Kgli

ha poi collaborato, quale redattore e corrispondente a

giornali politici e letterari, sia di Torino che italiani ed

esteri.

La tradizione vuole che i poeti eludano la vecchiezza

ed il nostro è un eterno giovane, sia nel fisico che nello spi­

rito vivido di entusiasmi; ma in questa tormentata alba

del 900 permane un fedele all'800. e la sua poesia di limpida

vena e di carezzevole armonia sgorgata dal cuore è al cuore

si rivolge in un accordo d'esuli incanti e di nostalgiche

dolcezze.

Ma il poeta dell'amore, che canta la divina passione dai

tremoli albori ai radiosi meriggi, e dai corruscanti vesperi

alle notti lussureggianti, quando gli eventi lo impongono,

cede il canto al cantore di Italici sensi; e la lyra esaltatrice

di Pietro Micca, s’ingemma dell’epica glorificazione degli

eroi della guerra nazionale, di quelli del mare, degli arditi,

e delle aquile del cielo, e per intima preferenza degli alpini,

gloria del suo Piemonte.

Un ingrato dovere di critica m’astringe ad accennare,

sia pure fuggevolmente, ad inevitabili intermittenze di

vieto e di manierismo, ma queste non offuscano la genia­

lità dell’insieme perchè se qua e là affiora qualche nota

stridula, il canto subito si risolleva per l’onda travolgente

dell'ispirazione e per i) fluttuare di vaghe immagini e per

la patetica passionalità che conquide.

A.

L id i.

UNA NUOVA CASA ED ITR ICE IN TORINO:

LA S.

A . G I U S E P P E C AM B I N O

La nostra città che già vanta un nobile primato nel

campo deH’industria editoriale, si arricchisce di una nuova

Anonima Editrice la quale si propone di svolgere una sua

particolare attività culturale nel campo del libro.

La nuova Società prende il nome di « Casa Editrice

Giuseppe Gambino S. A. » con sede in via Nicola Fabrizi

16 bis ed è diretta da un esperto del commercio editoriale:

il Cav. Uff. Giuseppe Gambino. che per oltre tre lustri fu

direttore della Casa Editrice Giovanni Chiantore, succes­

sore di Ermanno Loescher.

La nuova Casa Editrice, assicuratasi già la collaborazione

di valenti letterati e studiosi, intende rivolgere la sua atti­

vità libraria nel campo scientifico, letterario e scolastico: un

programma, dunque, di vario, ma serio e disciplinato lavoro,

che, sviluppandosi in perfetta rispondenza ai postulati della

moderna cultura e alle necessità della rinnovata Scuola

Nazionale, sarà immediatamente attuato e realizzato almeno

nelle sue linee essenziali.

Sappiamo che l’editore ha già sotto i torchi lavori di

insigni scrittori, quale l’Èrcole, il Neri, il Pezzani ed altri.

L'Italia che scrive

- Rassegna critico-bibliografica per

l’Italia che legge - Diretta da A. F.

F o rm ig g in i

e

G iu ­

se p p e Z u c c a

- Fondata e pubblicata da A. F. Formig­

gini. Editore in Roma - Anno X V III, 1934 (XIII) • Ogni

fascicolo mens. L. 2 - Abbonam. L. 20 (Estero L . 25) - Per gli

abbonati a questo Periodico: L. 17,50 (Est. L . 22,50). Il più

vecchio, il più giovane, il più diffuso Periodico bibliografico

nazionale.

Commenta, preannuncia, incita il moto culturale della

Nazione.

La intera collezione costituisce un vero dizionario di

consultazione bibliografica.

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