

LA PROPRIETÀ ED IL IZ IA NELLA CITTÀ DI TORINO
Diagramma 3. - VANI PER ABITAZIONE SFITTI
(AL i° LUGLIO DI CIASCUN ANNO)
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sanamente dubbiosi sul come la vera inflazione di
alloggi creatasi fino al 1930 possa trovare rapido
riassorbimento. Non può quindi stupire il fatto che
nei quattro anni successivi al 1930, il numero di vani
sfitti in Torino siasi mantenuto ad un livello esagera
tamente elevato, sebbene una certa, seppure lieve,
diminuzione sia progressivamente tuttora in atto.
Ancora nel decorso 1933, a quanto risulta dalle
statistiche municipali, le camere dichiarate abitabili
(esclusi i vani accessori) furono 5796, contro un totale
di 1108 camere soppresse, per trasformazione o demo
lizione di immobili.
Questa constatazione, invero poco lieta per i
proprietari, è però praticamente mitigata nelle sue
conseguenze dal fatto che, per dò che concerne
Torino, il fenomeno dello sfitto non si è localizzato
a determinate zone della città, verificandosi invece
un certo avvicendamento tra i diversi stabili.
In ogni modo però la diminuzione delle domande
di alloggi, ed il contemporaneo aumento delle offerte,
sorti il naturale effètto di un rapido ribasso dei canoni
di affitto, che dal 1929 segnano una continua, sebbene
successivamente attenuata, discesa. Di più, per giu
stamente valutare l’attuale livello medio raggiunto
dai fitti, occorre anche tener conto di altri dementi,
che inddooo notevolmente sul reddito degli stabili,
quali: fe spese di gestione e dei servizi complemen
tari dell’abitazione, e la morosità.
Risulta infatti die le principali spese ordinarie:
tasse e imposte, flhimmaàone, acqua potabile, por
tinai, ecc., quando non sono addirittura aumentate,
sonopur sempre rimaste ai livelli ante-crm, ecceàone
fatta della lieve diminuzione verificatasi nelle spese
di custodia.
La morosità, poi, un tempo pressoché inesistente,
è ora abbastanza diffusa anche nella nostra città.
Lo dimostra il grafico 4, il quale segna per Torino,
in questi ultimi anni, un continuo aumento nel nu
mero di cause civili promosse per disdette e sfratti,
fino a raggiungere nel 1932 un totale di circa 8000.
Analogo andamento della morosità si è riscontrato
per Roma, e più ancora per Napoli, mentre fa netta
eccezione la città di Palermo che ha invece registrato
una sensibile diminuzione dal 1930 in poi.
Dalle considerazioni sopra esposte deriva, come
logica conseguenza, che il reddito netto del capitale
investito nel campo edilizio, ha in definitiva subito
una contrazione ancora più accentuata di quella
risultante dal diagramma 1 per l’indice dei fitti.
Venendo a stabilire dei confronti diretti fra le più
importanti dttà dd Regno, il grafico 5 dimostra
come per Torino (analogamente a quanto si è veri
ficato per Milano e per Genova), l ’indice dei fitti
abbia segnato un uniforme andamento discendente
dal 1929 in poi; per Roma invece, l ’indice diminuisce
dal 1930 in poi con tendenza a stabilizzarsi in questi
ultimi anni; per Napoli la discesa, iniziatasi pure
dal 1930, continua tuttora. Andamento invece dd
tutto particolare segna l ’indice dd fitti per la dttà
di Palermo, che dopo aver progressivamente rag
giunto il suo massimo nd 1930, ed essersi poi abbas
sato sensibilmente nd successivo 1931, si riprende
negli anni 1932 e 1933, stabilizzandosi sul valore
toccato nel 1929; conseguenza indubbia del notevole
sviluppo avuto da questa dttà.
Queste disparità, che si riscontrano da una dttà
all’altra, sono in diretta relazione con le particolari
condizioni economiche e sociali, proprie a ciascuna
di esse.
Niun dubbio che la depressione economica abbia
fatto sentire i suoi effetti anche sulle valutazioni delle
aree fabbricabili. Peraltro, in talune dttà, questa
ripercussione ha trovato un certo correttivo negli svi*
luppi, causati da particolari circostanze, che si sono
verificati nelle dttà stesse.
A quanto risulta dal grafico 6, l’indice dd presso
medio delle aree edilizie, segna per Torino una con
tinua, uniforme discesa dal 1927 in poi. Ciò è in
netto contrasto con il notevole ritmo costruttivo
avutosi ad esempio nd 1929-50, e può solo spie
garsi con la tendenza a realizzare di molti proprietari
di terreni periferia desiderosi di poter approfittare
dd rapido, ma certamente non indefinito, estendati
della dttà. In altre parole, Tarino, relativamente al
fenomeno speculativo di compra-vendita di terreni
fabbricabili, può, negli anni che consideriamo, riguar-
darri come una città già arrivata, non piè soggetta
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