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La proprietà ed iliz ia nella città di Torino

M

olti studiosi hanno diffusamente trattato degli

effetti della crisi economica sulla proprietà edi­

lizia. È infatti generalmente noto come anche questa

forma di investimento di capitale, ognora conside­

rata tra le più solide e tranquillanti, non abbia potuto

sottrarsi alle ripercussioni che la crisi ha esercitato

su tutti i settori economici.

Tuttavia, potranno riuscire anche interessanti

alcuni rilievi che emanano dall’esame dei dati sta­

tistici di questi ultimi anni, relativi al mercato edi­

lizio in Italia, con particolare riferimento alla nostra

città di Torino.

La raccolta e la elaborazione di questi dati stati­

stici è stata iniziata, dalla Federazione nazionale

fascista della proprietà edilizia, fin dal 1927 e da

allora diligentemente proseguita, considerando sia le

maggiori come anche le più piccole tra le principali

città d’Italia. Si hanno per tal modo elementi abba­

stanza sicuri su cui poter basare lo studio dei più

interessanti fenomeni economici verificatisi nel campo

della proprietà edilizia, considerati dal duplice punto

di vista, del reddito e della intrinseca consistenza

patrimoniale.

Risulta per l’appunto evidente, anche da una

rapida consultazione di dette statistiche, come la

crisi economica, tuttora in atto, si sia manifestata

nel mercato edilizio, e quasi ovunque, in una note­

vole contrazione dei redditi e, conseguentemente, in

una sensibile, e talvolta anche più accentuata, svalu­

tazione patrimoniale.

Le considerazioni che seguono, si riferiscono par­

ticolarmente alla città di Torino; peraltro, per taluni

casi tìpici, si sono pure stabiliti dei confronti con le

altre più grandi città.

• • •

Nel dopo guerra, i redditi delle case non hanno

seguito 11 rapido ritmo di contìnua ascesa verifica-

tosi invece per i redditi in quasi tutti gli altri campi

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Se aumento vi fu, esso venne rallentato e miti­

gato, prima dal vincolismo degli affitti, poi dalle

note nonne timitatrid alfe quali generalmente i pro­

prietari

si

sono attenuti.

D diagramma 1, die registra l'andamento del­

l’indice dei fitti (non vincolati) per abitazioni di tipo

medio, con riferimento base all’annata 1927, segna

d à ma« imi per gii anni 1929 e 1930, seguiti dalla

repentina, progressiva dimesa verificatasi poi negli

anni successivi. L ’aumento avutosi nel biennio 1929-

1930 è spiegato dal fatto che, malgrado le provvi­

denze legislative tendenti a facilitare le nuove costru­

zioni, la deficienza di alloggi era in quegli anni ancora

molto sentita, sia per il continuo, rapido aumento

della popolazione, sia per la tendenza generale verso

alloggi nuovi e sempre più comodi e moderni: frutto

forse delle condizioni di relativo benessere economico

dd periodo che si stava allora attraversando. Si era

cioè verificata una notevole richiesta di abitazioni

nuove, a danno degli stabili di vecchia costruzione,

per i quali però, nonostante la maggiore difficoltà

di collocamento, gli affittì continuavano a conser­

varsi sempre molto alti.

La continua ricerca di alloggi; l'avvicinarsi dd

termine di esenzione dell’imposta concessa per i fab­

bricati di nuova costruzione; l ’iniziata sensibile dimi­

nuzione nei costi di costruzione, verificatasi sullo

scordo dd 1929 e nd 1930, che diede allora l’impres­

sione di poter costruire già a buon mercato; ed infine

anche la tendenza ad investire in beni immobili, i

capitali che già incominciavano ad abbandonare im­

pieghi a redditi considerati più aleatori, determina­

rono fino al 1930 un più intenso ritmo costruttivo. Il

grafico 2 indica infatti che nd 1930 è stato raggiunto

un massimo di circa

37.500

vani, per alloggi dichia­

rati abitabili.

Lo stesso grafico dimostra

pure come

nd succes­

sivo 1931 siasi poi verificata però una brusca, note­

vole diminuzione di nuove costruzioni, conseguenza

dd manifestarsi, anche in questo campo, dd primi

sensibili sintomi di depressione economica. La sen­

sibile

dd redditi individuali determinò

infatti già nd 1930, ed ancor più accentuatamente

nd 1931, una sempre crescente rarefazione nella

ricerca di alloggi Come immediato riflesso ne segui

die il gran numero di vani costruiti negli anni pre­

cedenti, non trovando più V 1*!* assorbimento, venne

determinare u repentino anniento oegn sntti.

Il diagramma 3, die si riferisce appalto ai vani,

ad uso abitazione, risultati disponibili perchè sfitti,

segna infetti il suo massimo nell’anno 1931.

Dal confronto poi di questo grafico con quello dd-

l’anmento della popola«ione (diagramma 2), ne deriva

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