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scrizioni dei manoscritti, guida preziosissima per g li's t u ­

diosi che sino ad ora mancava.

Anche in questo suo recentissimo studio il Sacco ha di­

mostrato un simpatico aspetto del suo singolare carattere

di studioso: e l'aridità inevitabile della materia ha saputo

animare e rendere viva con il suo appassionato amore per

la

ricerca, con il suo grande affetto per il I*iemonte, con la

sua inestinguibile fede nell'avvenire di esso.

P

a o lo

R

a m k l l o

.

A n to n io R o s m in i,

Saggi di scienza politica,

a cura di

lì. B. Nicola. G. B. Paravia. L. 12,50.

11

Rosmini fra i 25 e i 30 anni (1822-1827) coltivò di pre­

ferenza e con grande ardore gli studi politici. Kgli lasciò

vari manoscritti dedicati a questi studi, i quali non vennero

mai pubblicati. Lo scritto che oggi vede la luce costituisce

la prima parte dell'opera, divisa in tre parti: 1* I massimi

criteri politici; 2* I mezzi politici; 3» 11 modo di usare del­

l’ottimo mezzo.

Il

presente volume contiene la parte prima, che per

ragione di argomento può stare da se: essa ha pure il van­

taggio di essere stata scritta di seguito, senza interruzioni,

in breve tempo, nel dicembre 1822 e nel gennaio 1823.

Vi si trovano pagine ancora troppo giovanili ed astratte

o di pura erudizione, certamente vasta: ma ad un tratto

si presentano sovente frasi luminose e profonde medita­

zioni: sopratutto si rivela già un sistema: c ’è già tu tto il

Kosmini con il suo ingegno vasto e la rapidità improvvisa

di concludere proprio quando alcune divagazioni ci face­

vano pensare lontana la fine.

Il

libro è preceduto da un diligente utilissimo studio

di G. B. Nicola, il quale dopo aver esposta la storia degli

scritti politici del filosofo passa a narrare le condizioni

della cultura in Kuropa e specialmente in Italia, il sistema

di S. Tommaso e l’idea religiosa dopo il Medio Evo e spiega

quindi la dottrina politica rosminiana fra i sistemi contem-

(toranei e le vicende politiche del suo tempo.

1>ott. N ic c o lo Q r a r t a r a ,

La guerra chimica e la difesa

della popolazione civile.

L. 10.

Dire a tu tti gli Italiani l'enorme strage compiuta nel­

l'ultima guerra dai gas, metterli sull'avviso degli enormi

progressi fatti da tu tte le Nazioni in questo campo per ren­

dere le future guerre più micidiali e terribili, svelare la

natura dei prodotti chimici che potranno essere eventual­

mente usati ed i modi con cui si può difendersene, è opera

veramente umanitaria e quindi degna di quel zelante apo­

stolo della Croce Rossa Italiana che è il Dott. Quartara.

Egli vuole che tutti gli italiani sappiano che se rom ­

bile

flagello dovesse abbattersi ancora una volta sulla nostra

terra, che se la necessità ci chiamasse ancora una volta

a

difendere o ad aiutare un popolo amico, non solo il Governo

dovrà pensare a difendere il suo popolo dalla guerra chimica

che

si svolgerà certamente in tutto il paese, ma spetta ad

ognuno il dovere di coadiuvare l’opera ufficiale di prote­

zione. di prevenirla, di completarla.

Se ogni famiglia saprà e vorrà pensare alla sua integrità

seguendo le norme facili e semplici dettate dall'autore, se

ognuno, anziché sottrarsi a suoi obblighi, donerà la sua opera

per sé o per il fratello colpito frustrando i tentativi nemici

per gettare l’allarme, il terrore, la morte anche nell’interno

del paese, nelle retrovie, dove si lavora e si opra per quelli

<he combattono, si avrà già vinta una bella battaglia.

Il

libro si vende a totale beneficio della squadra Pronto

Soccorao ed Antigas Croce Rossa Italiana.

A . ZlGNOLI.

F ra n c e s c o C ognasso,

Storia di Torino.

Edit. Lattes.

Torino, 1934.

Coi tipi del Rattero e adorna di molte e belle illustra­

zioni in nitide tavole fuori testo, è stata pubblicata recen­

temente dall'editore Lattes una storia di Torino dovuta

alla penna di Francesco Cognasso.

«Vi si legge — annunzia la nobilissima prefazione det­

tata da S. E. De Vecchi di Val Cismon — una storia d'onore

e di nobiltà, che quasi sempre si accompagna, negli ultimi

nove secoli, alla storia millenaria della Casa di Savoia; fatta

non soltanto signora, ma ben anche, attraverso uno Stato

da lei creato con linee inconfondibili, madre di questa

terra ». «Vi si legge una storia guerriera... ».

« La narrazione, piana e trasparente, interessa molto

più d ’un romanzo e più di quello avvince chi rinverdisce

tanta tradizione, attraverso i fatti più vagliati all'indagine

e alla critica, facendolo orgoglioso di appartenere ad una

simile progenie di forti, taciturni ed ordinati cittadini e

guerrieri ».

Perciò ammonisce ancora l’eroico Quadrumviro * questo

libro deve essere letto e meditato. Lo dovrebbero leggere

tutti gli Italiani. Lo debbono leggere — soggiunge — tutti

i IVmontesi di qualche cultura ».

Di sì alto e squillante giudizio ha meritato di essere

confortata, fin dal suo apparire, la recente opera del pro­

fessor Cognasso, nella quale, invero, le belle doti di scrit­

tore e di storico che l'Autore ebbe già a rivelare nelle pre­

cedenti fortunate sue monografie di storia Sabauda, sono

messe largamente a profitto di una viva e compiuta rico­

struzione del passato della nostra città. Il libro del Cognasso

non è, infatti, la solita arida composizione di erudite notizie

accostate in un certo ordine le une alle altre a costituire

una raccolta quasi aneddotica di fatti soltanto rilevati nella

fredda esteriorità formale del loro avvenimento, ma un'in­

telligente rielaborazione e vivificazione dei fatti medesimi

storicamente accertati e storicamente intesi, studiati cioè,

e giudicati nel valore del loro logico e pur fat..

luppo.

Più che grandi o piccoli avvenimenti, ci si rappresen­

tano cosi sopratutto gli uomini che quelli promossero o

subirono, gli uomini — dico — nella concretezza delle loro

passioni, nell'evoluzione della loro civiltà, nel vario atteg­

giarsi delle forme politiche e sociali che li governano, nella

loro cultura e nella fede loro, nelle virtù e nei vizi di cui

risultano illuminate od oscurate le loro azioni nel fluire del

tempo. Questo importa sopratutto alla storia e a questa

stregua i fatti son da intendersi come testimonianze. Ecco

anche perchè molte cose che invano si cercano nel quadro

storico della nostra città già da altri tracciato, vivamente,

invece, balzano in questo in opportuno rilievo.

Naturalmente, secondo la ricchezza o povertà delle fonti,

talun aspetto del quadro si colma e tal altro scarseggia di

elementi; di qui una qualche disuguaglianza che a torto si

imputerebbe all'autore e non piuttosto allo stato delle

nostre possibili conoscenze.

Un altro difetto comune a quasi tutti gli storici citta­

dini, quello, cioè, di essere facilmente portati a spostare il

campo della narrazione dalla storia propria della città a

quella del potere politico dello Statoceli cui essa fa parte,

pare in questo libro anche evitato.

Qui la città rimane, infatti, costantemente l’oggetto

della narrazione, campeggiando nel quadro e pur assumendo

luce e rilievo dalla storia generale antica, comunale e Sa­

bauda che ne costituisce lo sfondo.

La città ha, come tale, una sua vita che è qui segnata

nella intimità del suo palpito, dal sorgere della colonia ro­

mana sul territorio incuneato fra il Po e la Don,

dove i

Taurini avevano precedentemente stabilito il. centro del

loro popolo al moderno irraggiarsi dei suoi rioni

dove

furono i campi insanguinati dalle battaglie del 1640 e del

1706, attraverso il continuo dilatarsi, abbellirsi e acconciarsi

ai bisogni della crescente popolazione, coi suoi stabilimenti,

colle sue vie, colle sue piazze,

colla

gente che vi

passa,

vi

commercia, ozia, si diverte o vi

si addensa per celebrare

i

grandi avvenimenti civili e religiosi o vi

si schiera a

difesa.

Il

popolo

e la

corte,

il

nobile e

il

borghese, l’ecclesiastico e

il soldato, il cittadino e il

forestiero

la

riempiono delle

lor