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FRA I L I B R I

ed erroneamente creduto copia del

Libro della Calma

dal

quale differisce per la disposizione dei capitoli statutari,

pel testo e il contenuto di essi e per la grafìa.

Chiarendo l'intricata materia, precisando il valore e la

portata degli Statuti del i3<>o. inquadrandoli nell'ambiente

del tempo ed analizzandone le tonti, ia dottorerai Bizzarri,

libero docente alla nostra l'niversità e studiosa già favo­

revolmente nota del nostro passato, ha colmata una lacuna

da tempo sentita ed ha fatta opera — allo stato degli atti

posseduti — esauriente e completa.

Altri chiarimenti sulla vita di Torino trecentesca jn>r-

tano gli Statuti della Società di S. Giovanni Battista di

Torino del 1389, già pubblicati nel 1870 dal sacerdote

Antonio Ceruti su di una copia in parte modificata conser­

vata presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, ed ora

editi criticamente dal prof. Mario Chiaudano sul testo auten­

tico del 138»» (1

>

novembre) conservato presso l'archivio

municipale di Torino.

Torino, come molti altri Comuni, era, praticamente,

dominata dalle maggiori famiglie — le

magne parentelle

ricche di censo e d'influenza, saldamente organizzate, capaci,

aU’occasione, ili imporre al principe la propria volontà o,

quanto meno, di limitarne il potere. Da tale stato di cose-

era stato determinato il provvedimento ili Giacomo d ’Acaja

di costituire nei Comuni del suo dominio società a carat­

tere militare fra gli

homtnes

del popolo minuto politica-

mente ancora disorganizzato, atte ad equilibrare lo stia{H>-

tere delle grandi consorterie: finalità chiaramente espressa

nella costituzione della Società ilei popolo di Pinerolo

luglio 1337).

Già nel 1331* la Società analoga, istituita a Torino nel

nome di San Giovanni Battista, partecipa attivamente

alla amministrazione comunale per tramite dei proprii ret­

tori, non sempre benevisi alle

magne parentelle

nè al Comune

da esse tenuto: verso il 1344 quest'ultime riebbero il soprav­

vento e soltanto con le franchigie dell'ottobre 1360 il con­

flitto fra le parti venne sanato coll'ammissione della rap­

presentanza del popolo nella amministrazione comunale

mediante la norma che 1 quattro chiavari cui spettava la

nomina dei membri della Credenza dovessero essere scelti

duo* ex nobilibus et duos de populo.

I

pili antichi Statuti della Società sono andati perduti:

al testo confermato da Amedeo d ’Acaja il iz novembre 138(1

vennero successivamente apportate varianti di diversa en­

tità nel 1340 e nel 131*9: Lodovico d 'Acaja riconfermò il

tutto il 16 febbraio 1417 p<xo prima della morte.

Ancora nel 14114 si trova traccia della Società in un

documento tlcU'archivio comunale e poi su di essa scende

il silenzio: il Chiaudano ritiene che abbia cessato di esistere

poco dopo tale anno.

In questa sua nuova pubbli* azione il Chiaudano, già

benemerito illustratore del materiale archivistico torinese,

ha una volta ancora dimostrate le sue doti eccellenti di pre­

cisione e di critica: r, restituito alla sua forma originale

con un accurato studio delle varianti date dalla edizione

precedente, il documento da lui pubblicato costituisce un

interessante e prezioso contributo per la conoscenza del

nostro passato non inglorioso.

P

a o lo

K

a m e l l o

.

I t a l o M a rio Sacco,

Statuii di Savighano.

(Biblioteca della

Società Storica Subalpina. Voi. CXXV , pubblicato sotto

il Patronato del Comune di Savighano). Tonno, 193Z.

pagine xxvi-390. con quattro tavole fac-simili fuon

testo e una cartina topografica. L. 35.

Notevole è stata l'importanza del Comune di Savighano

nel dormi.10 sabaudo nei seeoli XIV e XV: notevole per la

entità del suo complesso territoriale demografico ed eco­

nomico (nei contributi di denaro e di uomini corrisposti ai

Duchi di Savoia, Savighano ha sempre tenuto fra i Comuni

Uberi il primo posto: nel 1450 con 196 uomini e 600 fiorini

contro 194 uomini e 583 fiorini dati da Torino; nel 1476

58

lH‘n 100 uomini e 131 fiorini contro 1114 uomini e iz8 fiorini

per Torino, 158 uomini e 104 fiorini per Moncalieri, ecc.) e

notevole per il mantenimento delle comunicazioni fra T o ­

rino la contea di Nizza e il mare, minacciati di continuo

a ponente dalla Francia e da Saluzzo e a levante da Asti

e Moliferra tu.

K, sopratutto, notevole per la fede che il Comune, libe-

ramente datosi, mantenne agli Acaja e ai Savoia: fede

eroica e profonda che il Sacco ricorda e celebra con parole

commosse di piemontese e con dottrina sicura di studioso.

Di questa fede egli addita gli elementi e le cause nelle

condizioni ambientali del tempo e nella ininterrotta opera

ili prudente saggezza con cui i Savoia seppero avanzare nel

Ihemonte meridionale aggregando ed assimilando Comuni

liln-ri e feudi, andando incontro alle nuove necessità della

vita sociale, creando la coesione del dominio, geografica­

mente infelice, sul sostrato della sicurezza della giustizia

uguale

jk t

tutti, e delle moderate richieste di contributi

personali e pecuniali, subordinate esclusivamente alle neces­

sità dcH'amministrazione e della difesa.

Documenti preziosi jier la conoscenza della Savighano

trecentesca e quattrocentesca sono gli Statuti pubblicati

per la prima volta dal Sacco sul testo del codice pergame­

naceo del 14(15 conservato nel palazzo del Comune: com­

plesso interessante i)i norme comprendente gli Statuti ori­

ginari del 1305 in sei collazioni, modificati mediante la

incorporazione delle variazioni intervenute per varie cause

fra il 1305 e il 1397. il testo dei capitoli aggiuntivi appro­

vati fra il 13«»7 e il 14(15 e il testo dei capitoli approvati

111 materia statutaria dopo la scritturazione del codice

sino al 1507.

Al pari degli altri Statuti del tempo, anche quelli di

Savigliano vennero a poco a poco perdendo ogni efficacia

in ortiine al reggimento |K>htico giudiziario e militare, e

si ridussero a disporre per i tributi, l’amministrazione in­

terna e la polizia: ma. come nota acutamente il Sacco, se

è vero che nell’ambito della materia sottratta agli statuti

comunali la legislazione sabauda ha avuta una sempre

maggiore prevalenza, è vero jier 1mitro che le preesistenti

disposizioni ilei Comuni hanno avuta gran parte nel formarsi

e nell'evolversi della legislazione stessa, per le pattuizioni

intervenute in occasione degli atti ili dedizione con i quali

1 Comuni cercavano anzi tutto la garanzia della proprie

liliertà nella autorità del Sovrano liberamente accettato.

Anche cosi ridotta, la materia degli Statuti saviglianesi

è però interessante ed originale (è vietata — ad esempio

— la tortura mentre è tenuto in alto conto il giura­

mento. ecc.): curiose alcune disposizioni di annona (divieto

di tenere vino d ’uva e vino di frutta negli stessi locali di

vendita), di polizia (divieto di molestie e dileggi agli sposi;

divieto di rimanere nelle taverne dopo la campana di

notte, ecc.), di disciplina del lavoro e dei salari, ecc. comuni,

per altro, agli altri Statuti del tempo, ma che con evidenza

vivissima rievocano e illustrano cose uomini e costumi.

K il fascino di questo passato, unitamente all'amore

della buona terra nostra, ha sentito profondamente il Sacco

nel suo lavoro: nella cura del particolare, nella precisione

con cui ha riprodotto il testo, nel fervore con cui ha condotta

la sua fatica. Basterebbe a provarlo l'indice minuzioso che

è insieme commento, glossario, indice, illustrazione, raf­

fronto, storia, inquadramento della materia vastissima.

Egli ha ideato il suo lavoro come doveroso contributo

all’opera di esplorazione archivistica sulla quale si augura

sia ricostrutta la storia della nostra Regione: e per racco­

gliere le fila di quanto si è fatto sinora ha pubblicato anche,

recentemente, sul Bollettino della Società per gli studi sto­

rici archeologici e artistici della provincia di Cuneo, alcune

diligentissime note in cui, premessi akuni punti sulle ori­

gini dei Comuni in provincia di Cuneo e su le fonti del rispet­

tivo diritto positivo statutario, traccia un programma siste­

matico eh ricerche in proposito. II breve studio si conclude

con il catalogo degli Statuti editi e inediti dei comuni del

cuneese, prezioso per le indicazioni bibliografiche e le de