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MOTTI S T O R I C I S ABAUD I

teris in limbo omatam:

Karolus Dux Sabaudiae,

élc.

Postiram implet insigne Sabaudiensium Ducum atque

additur lemma

Sit nomea Domini Benedictum

».

2)

NON TAMEN INDE MINUS -

Non è, tuttavia

,

/>er

questo,

da

meno.

(Sole levante»! su d’una tempesta, offuscato dalle nobi).

Alludente alle lotte ed alle fazioni, che travaglia­

rono

il suo Regno, di continuo agitato dalle ingor­

digie di Luigi X I di Francia e dai Marchesi di Saluzzo

da lui vinti. Il sole dell'impresa rappresenta il Duca

ergentesi vigile e vincitore sulla tempesta delle agi­

tazioni.

3)

DOMINUS ILLUMINATIO ET SALUS MEA

(Dav., Salmo, 26, 1) «

I l Signore è la mia luce e la

mia salvezza.

(Scudo di Savoja).

Il

motto tolto dal Salmo 26 di Davide fu adottato

«lai Duca dopo ch’Egli assunse — e trasmise poi ai

suoi successori — il titolo di Re di Cipro e di Geru­

salemme per cessione a lui fatta da Carlotta di Lusi-

gnano sua zia, nel 1487.

4) x p s vincit, x p s r e g n a t , x p s im­

p e r a i

«

Cristo vince, Cristo regna. Cristo impera.

5) X P S REX VENTT IN PACE DEUS -

Cristo

re viene a noi Dio in pace.

Il

maestro zecchiere Nicola Gatti lavorò nella

zecca di Cernavin, presso Ginevra, medaglie e monete

reputatissime del Duca Carlo I, su cui era effigiata

la figura del Sovrano con le due leggende suddette.

Il Promis

(op. cit.,

I, 151) così scrive: « Il Duca Carlo I

introdusse una grande novità nella sua moneta adot­

tando l'uso che cominciava a riceversi dai principi

italiani, di mettere sulle monete d'oro e d’argento il

proprio ritratto; ma questa non fu la sola, poiché

volle, per il primo, che attorno il campo, sul rovescio

delle principali sue monete, dove era precedentemente

o il nome di S. Maurizio od una parte dei suoi titoli,

si mettessero leggende ordinariamente estratte dai

libri santi, o come nelle monete di Francia,

Cristus

vincit, Cristus regnat, Cristus imperai,

oppure

Cristus

rex venti in pace Deus

, ed alle volte

S it nomen Domini

Benedictum

; il quale uso continnossi dai suoi succes­

sori e specialmente fu in vigore sotto Cario Ema­

nuele I che si distinse nell'applicare tali leggende

alle cose sue ». Alla tesi del Promis, essere cioè stato

Cario I l'iniziatore delle figure del Sovrano neOa mo­

netazione Sabauda, debbo apporre che tale uso fu

invece inisiato dal Duca Ludovico nel 1453.

6)

SANCTA SYNDON CHRISTI OSANNA!

Quid Carolum ejus nominis primum commemo-

rem? cuius Caroli numisma quoque avito esemplo

ad Sindonis memoriam cusutn est; angelo Sindonem,

quasi tropheum extollente »

(P

ingon

,

Sindon Evangel.).

Tale fu il fervore di devozione dei popoli subalpini e

savojardi per la S. Sindone che in breve volgere di

anni ed in parecchie città, a Pinerolo nel 1478, a

Chambéry nel 1487, a Vercelli nel 1494 i Duchi di

Savoja fecero esporre per parecchi giorni al culto dei

fedeli il sacro lenzuolo. Durante il regno di Carlo I,

l'ostensione avvenne una sola volta a Chambéry nel

1487 per celebrare con lo splendore del culto le gesta

precipue del giovane e bellissimo Duca. Nel 1487 in­

fatti egli diede una terribile lezione al Marchese Ludo­

vico di Saluzzo che aveva creduto di poter approfit­

tare della debolezza Sabauda per sottrarsi da ogni

obbligo di vassallaggio. Carlo riuscì ad occupare molte

terre del Marchesato, poi strinse d'assedio la stessa

Saluzzo che, dopo aver resistito valorosamente per

parecchi mesi, dovette alfine capitolare il 3 aprile 1487.

Nello stesso anno ereditava dalla zia Carlotta di Lusi-

gnano, morta a Roma il 16 luglio, il vano titolo di

Re di Cipro, che ai Principi Sabaudi portò più danni

e noie che non utili vantaggi: e nel 1487 infine egli

si libera energicamente da ogni segno di protezione

che su di lui aveva sempre ostentato il Re di Francia.

A commemorare questi eventi del suo Regno volle

il Duca che nel settembre di quell'anno, la Santa

Sindone restasse esposta, quasi per rendimei 1 ’ •

grazie alla Divina Provvidenza, tre giorni e tre noni

alla venerazione dei fedeli accorrenti da ogni parte

(P

ingon

,

op. cit.).

CARLO GIOVANNI AMEDEO

(1489-1496)

HAERENT SUB CORDE SAGITTAE

m

Le freccie

rimangono infitte nel cuore.

(Faretra infissa nel cuore).

Per significare che le ingiurie a Lui fiatte Ma

sarebbero state facilmente dimenticate. Vìase appena

sette ««ai, di cui cinque come Duca di Savoja, sotto

la reggenza dell’accorta madie Bianca di Monferrato.

(C

mkmm

)

R. A. MAR I N I

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