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MO T T I S T O R I C I S A B A UD I

Chapelle di Chambéry) Paulus II Pontifex maximum

in Ecclesiam Collrgiatam erexit; ipse «‘tiara Ludo-

virus ex auro, aere, argento

numismata cudi ju ssit

,

quihtis una ex parte Duci* efligies. ex altera angelus,

qualis fere in Christi tumulo apparuit, Sindonem

passi» ulnis ostentans, repraesentatur»

(Pingon. Syndon

Evangelica.

Torino, 1581).

5)

FRACTA MAGIS FERIUNT

Rotte feriscono f>iù

crudemente.

(Trofeo d'archi e di l’rerrie rotte).

Allusivo alle sue disgrazie. Secondogenito del Duca

Ludovico di Savoja egli sposava nel 1452 Carlotta

di Lusignano, erede del Regno di Cipro, per cui

lo sposo otteneva il tronco dell'isola: ma ben presto

un bastardo pretendente — Jacopo di Lusignano, —

ne lo cacciava col soccorso delle armi mussulmane e

Cipro rimaneva perciò devoluta alla Repubblica di

Venezia. ! 'ex-regina Carlotta trasmise più tardi le

sue ragioni nella Casa di Savoja, la quale mai non

n'ebbe in effetto che il vano titolo di Re di Cipro e di

Gerusalemme. Secondo il Typotius (Vedi GtJlCHENON,

II. 120) il motto potrebbe anche leggersi

Tracia magi:

s

feriunt

per significare che le freccie avrebbero maggior

forza se invece di cadere. — l'impresa rappresentava

anche un albero da cui cadevano le freccie. — fossero

state tirate scoccate con più destrezza.

BONA DI SAVOJA

(n . Avigliana 1449 • m. 1503)

13* FIGLIA DEL DI CA LUDOVICO E DI ANNA DI CIPRO

2*MOGLIE(1468) DI GALEAZZO

M.

SFORZA

D i c a d i M ila n o

1) NEC FORTE NEC FATO -

N i per fortuna nè

fier destino.

(Ijiuro colpito dalla folgore).

Il lauro colpito dalla folgore dette corpo all'im­

presa di Bona di Savoja, seconda moglie di Gian Ga­

leazzo Sforza, Duca di Milano, il magnifico e liberale,

quanto crudele e sospettoso aspirante al titolo di Re

d'Italia. L'impresa si fonda sulla favola che il lauro

«prescriva l'ira del Gelo, quando il gran Giove tona »,

perchè essendo l'albero sacrato a simbolo di gloria dal

tonante Giove, per volere degli dèi era immune dalla

folgore. Ma l'impresa ha pure un intendimento poli­

tico, perchè è una bo tta senza parata al cognato di

Bona, a Ludovico Sforza detto il Moro, che pur sapen­

dola ardita ed accorta, le ne fece vedere di ogni colore

e dopo averla cacciata dallo Stato, la privò di questo

* del figlio. L'ingiustizia patita è ben espressa nell'im­

presa dove l'albero sacro (l'anima di Bona), che do­

veva segnare il trionfo ond'ella si sentiva degna, era

per tradimento colpito dalla folgore (Ludovico il

Moro) contro ogni giustizia divina ed umana.

2)

SPOLIAT MORS MUNERA NOSTRA *

La

morte ci spoglia dei nostri doni.

(Mano che scaglia una folgore).

L'impresa ha l'intento di rinfacciare al cognato

Ludovico il Moro le persecuzioni da lei subite e la

morte immatura del figliuol suo Gian Galeazzo Sforza,

colpito dal fulmine scagliato dalla mano dello zio,

prima che l'albero (il nipote) avesse maturato i frutti

(le virtù) di cui era carico.

3)

SOLA FACTA, SOLUM DEUM SEQUOR -

Rimasta sola, seguo il mio Dio soltanto.

(Fenice che mira il sole).

Cacciata dallo Stato di Milano ch'essa reggeva per

il figlio e rimasta vedova fin dal 1476. si chiuse in

convento ad Abbiategrasso per piangervi il marito ed

il figlio perduti insieme con gli splendori di una corte

ch'Ella principessa ardita, accorta, magnifica, era riu­

scita a rendere meravigliosa e desiderata anche da

principi stranieri.

AMEDEO IX “ Il

Beato „

(1435-1472)

1

) FACITE JUDICIUM ET JUSITTIAM ET DI-

LICITE PAUPERES ET DOMINUS DABIT

PACEM IN FINIBUS VESTRIS

-

Abbiate senno

e rendete giustizia, amate i poveri

e

il Signore conserverà

la pace nei vostri Stati.

(San Maurizio con scudo sul quale è incisa la biblica leggenda).

Parole del profeta Isaia (Salmo 56, 1) che il Prin­

cipe soleva ripetere nelle tristi vicende della sua vita.

Affresco del secolo XV nel vecchio p a lano dei

Principi d'Acaja in Pinerolo. — Tela ad olio del

.Serangeli nel P a la n o Reale di Torino. — Statua del

Beato nel Duomo di Vercelli.

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