

MO T T I S T O R I C I SA
sollecitava la sua signoria, e la regina Giovanna di
iNapoli gli cedeva il Contado di Ventimiglia. Ma splen
dido campo di gloria e nobile causa di potenza fu per
il Conte Verde la spedizione in Oriente nel 1366-67,
la presa di Gallipoli e la liberazione dell'imperatore
Giovanni Paleologo, prigioniero dei Bulgari. La fama
di magnanimo e valoroso ch'erasi acquistata indusse
Biella a darglisi nel 1379 e le Repubbliche di Genova
e Venezia sceglierlo quale arbitro nella pace di Torino
del 1381. Prima di morire vide ancora accresciuti i
suoi Stati dalla cessione fattagli da Ludovico di Angiò
di tu tti i domini angioini del Piemonte, Cuneo com
presa. Il motto è tolto da Virgilio,
Eneide
, IV, v. 175.
Fama mobilitate viget, virnque arquirit rundo.
La fama aumenta col diffondersi e con l’andare acquitta forze.
3)
PATANS MO * ANSITO
-
Attendo la mia stella!
(Leone col capo chiuso nell'elmo; cimiero del leone alato,
scudo di Savoia sul dorso, con aquila fra le branche).
Amedeo VI, nell'aprile del 1373, sigillava con questo
motto una lettera diretta al Conte di Ginevra, con la
quale gli concedeva un termine per prestare il dovuto
omaggio dei feudi tenuti dal Conte di Savoja. Il motto,
già usato dalla Contessa Beatrice di Savoja. con il
biblico
Stellam vidimili
, tolto dal Vangelo dell'Epi-
fania (ripetuto poi da Carlo Alberto nel 1831 e nel
1848). allude alle speranze che il nostro principe con
cepiva per il prestigio e l'ingrandimento dello Stato,
dopo l'impresa d'Oriente del 1366, che gli doveva pro
curare tan ta fama di valore, di disinteresse, di pietà.
Nel 1372 Amedeo VI era difatti dichiarato capitano
generale della Lega stretta fra lui, il Papa, Firenze.
Venezia, Napoli ed altri Stati contro i Signori di Mi
lano; più tard i veniva dai Genovesi e Veneziani eletto
arbitro nella contesa che da un secolo li consumava,
concludendo in Torino la pace del 1381. In tal modo
accrebbe e rinforzò territorialmente e politicamente
il dominio Sabaudo.
4) ALAHAC!
-
Dio i giusto!
(Motto arabo-turco).
(Croce di Savoja caricata di cinque meuelune).
Trovasi nella Cappella sua d'Altacomba in Savoja,
dove fu sepolto. Dio f giusto: lascia fare e non sopraf
fare; nor paga il sabbato; ma da buon padrone sa
quello che fa, e presto o tard i premia i meritevoli.
AMEDEO VII “ Il Conte Rosso „
(1360-1391)
1
) EN PREUV!
mAlla prova!
(Scudo di Savoja con elmo e pennoni).
Ecco il grido generoso e fortunato di Amedeo VII.
Re Carlo VI di Francia, liberata per aiuto efficace del
Conte di Savoja la città di Ipres assediata dai Fiam
minghi e dagli Inglesi, corre ad assediare Borburga.
Secondo i costumi di quell'epoca, si diedero sotto
questa fortezza vari combattimenti d i sfida fra i mi
gliori cavalieri delle due armate. Il Conte Rosso ani
mosamente si profferisce campione; scende in campo
e vince alla lancia il Conte di Hedinghton, alla
’ ’
il Conte di Arundel, all'asta il Conte di PembrociL,
vale a dire i tre migliori campioni d'Inghilterra.
Alla prova
adunque, fortuna e gloria sorrisero alle
rosse insegne del Conte di Savoja. Il grido, per altro,
era già stato primieramente usato dal Conte Aimone.
2
)
BENEDICTUM S U NOMEN DOMINI NOSTRI
DEI JESU CHRISTL
Leggenda coniata sopra
grossi tornesi
d’argento
del 1391, all'imitazione dei Re di Francia, sulle cui
monete
è
posta fin dal 1226. L'usarono pure molti
successori del Conte Rosso fino a Carlo Emanuele I.
3)
VKULANTIA ET CONSILIO
-
Con la vigilanza
e col senno.
(Stormo di gru, di cui la prima, quale guida vigile e assen
nata. segna il volo alle altre).
(Motto ammonitore ai discendenti e successori).
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