

F R A
I
L I B R I
A
n g io lo
B
ia n c o t t i
,
Il Crocefisso dell'Isola.
Edizioni Montes.
*
Torino.
L.
io
.
Di Angiolo Biancotti, nome noto a quanti in Italia si
dedicano alla professione delle lettere, già ebbi a parlare
quandodi lui apparvero
I poemi della Beatitudine Spirituale.
Oggi ho dinanzi a me un suo volume di novelle che dalla
prima prende il titolo:
Il Crocefisso dell'isola,
e ne parlo
volentieri giacché piace di constatare in un autore i continui
progressi nel duro arringo e l’accrescimento sempre più
notevole della sua sfera d’attività mentale e delle sue pos
sibilità d'arte. Forse il Biancotti non ha ancora trovato
la sua vera via: egli volteggia qua e là nei vari campi: a
volta a volta poeta, novelliere, critico, giornalista, autore di
biografie romanzate, commediografo: sempre animato da
nobili fini, desideroso di raggiungere la sua
forma,
che gli
consentirà la desiderata durevolezza nella sua affermazione.
Col nuovo volume egli compie ancora una tappa del faticoso
cammino; ma è più che vicino alla meta. Il
Crocefisso del
l'isola
è un volume, che non ha unità organica, in quanto
è composto di novelle di valore e contenuto disparato, senza
un filo ideale (una tesi, una concezione particolare della vita,
determinati aspetti sociali, ecc.) che tutte le congiunga
attraverso le differenti trame. V’è soltanto un carattere
comune; cioè più d’una abilità formale di scrittore: generale
elevatezza di stile, e attitudine costante a fondere in una
plastica descrizione l'aspetto naturale panoramico dei luoghi
con l’indole delle vicende ivi svolte. Gli argomenti sono
diversissimi: molti toccano leggende popolari del Piemonte,
vecchie storie o tradizioni del Medio Evo e dell’età moderna
connesse a tesori nascosti, o a invasioni nemiche — il Pie
monte, per più secoli percorso e taglieggiato da stranieri,
contro cui pur seppe sempremantenere l’unità politica sotto
gli auspici degli indomabili Sabaudi, ne ha una ricchissima
letteratura — e si leggono con interesse, causato, in parti
colare, dalla evidenza plastica della narrazione e, come dissi,
dalla fusione degli elementi descrittivi con i narrativi.
Alcune, che costituiscono la seconda parte del volume, sono
di argomento o di sfondo teosofico
(A strano convito più
strani convitati, Il cranio riscattato, La rosa damaschina,
I suoi martedì sera. La mano insanguinata).
Il Biancotti dà
alla sua costruzione artistica il substrato di un profondo
sensodi religiosità: nondicochequestasia sempreortodossa,
ossia accuratamente confinata nei limiti del più rigido teolo-
gismo; ma esiste. Il ponderoso problema ha attratto già
la sua vena poetica con la citata raccolta di versi:
I poemi
della Beatitudine Spirituale,
di sapore francescano, con pa
recchie liriche dell’altra raccolta:
Il serto e la spada,
e più
ancora — presumo — con le poesie di prossima pubblica
zione:
Una stagione in Paradiso:
ma è rimasto incerto nella
risoluzione, sia pur questa considerata negli angusti confini
consentiti ai mortali. Da una parte lo avvince la risoluzione
teologica tradizionale, che costituisce il fondo delle credenze
dell’umanità cattolica e quindi anche le sue; dall’altra lo
lusingano le speculazioni teosofiche dello Steiner, le possi
bilità offerte dagli studi medianici per chiarire il problema
della vita oltre tomba degli esseri umani, la discriminazione
che stentatamente (cioè secondo i lumi attuali della scienza)
può stabilirsi fra autosuggestione e rapporti visibili o audi
tivi fra persone viventi e trapassate, e cosi via: sfera im
mensa di attività speculativa, ricerca di possibilità ignorate,
o appena intraviste, team di conquiste presenti, ma domi
natrice per l’attrattiva del mistero « per la pace spirituale
che al mondo verrebbe da una integrale soluzione dell'arduo
problema. Siffatta evoluzione del pensiero religioso del
Biancotti, come elemento ispiratore d’arte, ioebbi ad accen
nare nel mio citato articolo: oggi la noto più accentuata e
decisa nelle novelle di cui ho sopra riprodotto i titoli sug
gestivi: le quali, se nei riguardi dell’arte richiamano, specie
la prima, per le sue rievocazioni, modelli nostrani e stranieri,
tuttavia nei rispetti del contenuto pongono interessanti
problemi teosofici e medianici, che lo stile, qua e là voluta-
mente apocalittico e misterioso, rende più affascinanti.
Sarà questa la via che nelle sue ulteriori manifestazioni
d’arte vorrà seguire il Biancotti, cioè dar veste artistica a
speculazioni di questa particolar forma di filosofia? Se si,
con tutte le riserve dovute alla difficoltà della materia,
per se stessa e nei suoi rapporti con l'arte, non nascondo
che la via sarebbe di una seconda originalità.
A
d e l e
M
o ro zzo
d e l l a
R
o c c a
.
A.
M
o n t e m a g g io r i
,
Dizionario della dottrina fascista.
To
rino, G. B. Paravia e C. Un volume legato in piena tela,
pagg-
774
-
Sono ormai innumerevoli gli scritti che trattano del
Fascismo e del suo Duce, e della dottrina fascista. Libri e
riviste italiane ed estere riempiono ormai intere biblioteche.
Mancava però un libro che sotto forma di dizionario in
ordine alfabetico, offrisse un'idea genuina ed esatta dei
diversi rami e delle varie voci interessanti il fascismo; ed a
questo ha egregiamente provveduto il Montemaggiori, che
ha compilato un’opera utilissima e di grande interesse
per ogni categoria di persone e per ogni ceto di lettori.
Ogni voce è illustrata e chiarita con pensieri degli scrit
tori più significativi che si sono occupati della materia.
Il primo posto è dato naturalmente al Duce, che con la
consueta forma scultoria e incisiva imposta nettamente il
problema e ne fornisce la soluzione e la spiegazione. Talora
si tratta di scritti non raccolti finora in volume, ma apparsi
in fogli quotidiani o settimanali, e quindi soggetti a venire
facilmente dispersi. Era opportuno fermarli in un’opera
duratura, com’è appunto un dizionario. L*A. cosi chiude
la prefazione del volume:
«Libro d’idee e non di nomi, di grandi linee non di
dettaglio; breve rassegna del pensiero politico e sociale
del Fascismo; sintesi degli orientamenti edellemanifestazioni
della nuova cultura; documenti della aderenza totalitaria
e fattiva al Regime, della nuova intellettualità italiana,
ch’è fascista in concreto e in profondo ».
Questo basta per dare un’idea della importanza del
l’opera.
•
Pubblicazioni della casa Editrice Marietti. Torino.
i.
P
r e s s e
L
u c ie
,
Cuori
in
pena.
Traduzione della profes
soressa
G
io rg et ti
B
o n n a t i
.
In-8°, 1934, pag. 250.
L .
6.
Cuori in pena,
tradotto in buona lingua italiana, è un
romanzo psicologico, i cui avvenimenti s'intrecciano e si
complicano inmododa renderne la letturaassai interessante.
Esso ci presenta in Rodolfo d’Oristano un giovane mar
chese strillano che, par rifare il patrimonio dell'antica e
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