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dato da numerose personalità, fra le quali il Se­

gretario Federale ed il Podestà.

Prese dapprima la parola il prof. Canepa, pre­

sidente dell Ope ra Nazionale Balilla, il quale

con espressioni sobrie ed ispirate spiegò il si­

gnificato della grande manifestazione di giovani.

Parlò quindi il Prefetto S. E. Maggioni, che

rilevò come la gioventù torinese, nell'organizza­

zione e nell'e?empio, non sia seconda a nessun

altra in Italia. Si compiacque dell'om aggio ri

volto al Duce, dopo quello reso a) Primo R e ed

a uno dei nostri martiri più grandi. Mise in luce

l'importanza dell'atto d ’ossequio che i giovani

si preparavano a fare alla Monarchia Sabauda,

rappresentata da ll'Augrsta persona dei Principe

di Piemonte. U n fortissimo » A noi! », lanciato

da migliaia di petti, salutò il nobilissimo discorso

del Prefetto.

I manipoli, poscia, si incolonnarono di nuovo,

recandosi nella piazzetta Reale, per 1omaggio

al Principe Umberto. S. A . R. ricevè subito il

Prefetto, il Podestà ed il Segretario Federale, le

altre personalità ed i piccoli rappresentanti delle

scolaresche, che gli offrirono fasci di fiori. Sa lu ­

tato da fervide acclamazioni, il Principe dovet­

te ripetutamente affacciarsi al balcone.

Le cerimonie per l’apertura dell'anno scola­

stico ebbero un seguito il giorno 12. quando le

schiere di Balilla, delle Piccole Italiane delle

scuole municipali ed una rappresentanza delle

studentesche delle scuole medie si recarono al

Parco della Rimembranza per rinnovare il tri­

buto delia giovinezza agli artefici della grandez­

za italica. Sul colle 'de lla Maddalena, il coro

delle scolare intonò le canzoni della Patria. Qu in ­

di l’ispettore per l'insegnamento della R e lig io ­

ne, prof, don Boria celebrò gli uffici religiosi.

La cerimonia ebbe poi neH’avv. G iorgio Bar

danzellu un ispirato interprete ed un lirico esai-

tatore.

L ’insigne oratore, rilevando la coincidenza

dell’anniversario colombiano col tributo della

giovinezza studiosa ai Caduti, trovò anche modo

di schiudere alle menti dei suoi piccoli e attenti

ascoltatori la visione della caravella che or sono

cinque secoli e mezzo circa, salpava dalle tene

di Spagna per veleggiare incontro a quell'ignoto

che la mente e lo spirito di Colombo avevano

lucidamente scandagliato e presagito.

Chiudendo la sua bellissima orazione, l’ a w .

Bardanzellu auspicò all'infallibile ascesa del

l’ Italia imperiale, marciante, sotto la guida del

Duce e nel nome sacro del Re, lungo la strada

di sacrificio segnata dai Martiri.

I fune ra li della m ad re d i M a r io Gioda

La mattina del

13

ottobre, con larga parteci­

pazione di personalità e di Camicie nere si svol­

sero i funerali della signora Raimonda V ip lelli,

vedova G ioda, madre del compianto on. Mario

G ioda, fondatore del Fascio torinese. Fra gli in­

tervenuti vi erano il senatore conte Delfino Orsi,

il Segretario Federale, il generale Perol, l’a w .

G ay Segretario generale del Comune in rappre­

sentanza del Podestà.

Terminata la cerimonia religiosa, il corteo pro­

seguì per il Cimitero generale, dove ai momento

della tumulazione, fascisti e militi resero ancora

una volta gli onori a colei che fu madre del pri­

mo fascista di Torino.

I d ip lom i ai coope ra to ri ed ai m u tua tisi!

Una duplice cerimonia riunì la mattina dei

13

ottobre nel salone del Consiglio provinciale

dell’economia i cooperatori ed i mutualisti pie­

montesi. L ’ Ente regionale piemontese della coo­

perazione aveva opportunamente abbinato la

consegna dei diplomi ai partecipanti alle mostre

delle Esposizioni di Torino e di Rom a del

1928

e dei diplomi di frequenza agli allievi della

Scuola di cooperazione e di legislazione sociale,

che l’organizzazione piemontese, seguendo le d i­

sposizioni del presidente nazionale onorevole

Dino Alfieri, ha istituito nel

1928

col programma

di portare agli associati la parola di studiosi, di

tecnici e di competenti per appassionarli sem

pre più al movimento cooperativistico.

A lla manifestazione intervennero numerose

autorità che presero posto con l’on. Bagnasco al

tavolo della presidenza. Erano il vice-podestà

dott. Rodano, il colonnello Puel per il segreta­

rio federale, il grand’uff. Bona pe r il Comitato

dell'Esposizione, i'avv. Bernabò Silorata, diret­

tore dei Corsi tecnici di cultura cooperativa.

Il

presidente d e ll’Ente piemontese della Coo­

perazione, on. Bagnasco, illustrò il significato

della riunione, dicendo dell'importanza del mo­

vimento cooperativistico nel gran quadro delle

attività sociali e delle sue finalità le quali, ade­

rendo perfettamente allo spirito de lla legislazione

fascista, si realizzano e si perfezionano sempre

più. L ’onorevole Bagnasco, vivamente app lau - V

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