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nuò ad essere sede dei grandi festeggiamenti;

le torri come pel passato erano adibite a prigioni

ma ormai solo più nella parte sotterranea.

Co ll’ampliarsi della città e colla costruzione

della Cittadella e dei bastioni da parte di Ema­

nuele Filiberto, il Castello non aveva più alcuna

importanza militare. Si pensò quindi di trasfor

marlo definitivamente per renderlo adatto alla

residenza di Principi della Casa Ducale. Molti

progetti si fecero ma in complesso i lavori allora

compiuti furono l’esecuzione di una facciata con

balcone verso la città (cioè verso l'attuale via

Garibaldi), l’abbattimento della torre nel cortile

e la costruzione di una nuova scala; sulla fac ­

ciata di levante l'innalzamento di un piccolo

corpo di edificio detto » Appartamento aderente

al Castello ». che fu conservato fino al 1885.

Questi lavori furono opera d e ll’architetto C.a-

stellamonte fra il 1607 e il 1608; si aggiunsero

molti accessori di abbellimento, stucchi, statue,

quadri, dorature specialmente nel salone princi­

pale verso via Po. Nel Palazzo si diedero d'allora

in poi le principali feste di Corte, ricevimenti

ufficiali, balli e rappresentazioni. Nel 1619-1620

poi, in occasione delle nozze di Vittorio Am e

deo I con Cristina di Francia, fu rifatta la fac ­

ciata principale con nuove decorazioni a stucco

A lla morte di Vittorio Am edeo I nel 1637 suc­

cesse il minorenne Carlo Emanuele 11 sotto !t»

reggenza della madre Cristina di Francia, la fa ­

mosa Madama Reale da cui il Palazzo prese i!

nome sotto il quale è tuttora noto : Palazzo M a ­

dama.

E ’ ormai ben conosciuta la storia della D u ­

chessa Reggente, donna energica e intelligente

in lotta coi cognati Maurizio e Tommaso di S a ­

voia e colla stessa Francia sua patria d'origine

1 Castello divenne l’abitazione della Duchessa e

del giovane Duca e riassunse in certo modo le

funzioni difensive sia pure in forma ben diversa

dall'antica. Ma ad un tempo si volle rendere il

Palazzo degno di ospitare in permanerza una

Corte. 11 primo lavoro che venne concretato fu

quello di ricoprire il cortile com ’è attualmente

ricavandone al disopra il grande salone che tut­

tora fa seguito allo sbocco dalle scale. Assai cu­

rata fu la decorazione degli appartamenti dei d i­

versi membri della famiglia, della Cappella, dei

« Gabinetti » cioè salotti piccoli. Anche dopo

l'avvento di Carlo Emanuele II a maggiore età

i lavori proseguirono pur mentre il Duca curava

l'esecuzione della sua nuova residenza ch’è l’at­

tuale Palazzo Reale. L a facciata del Palazzo M a ­

dama subì una nuova trasformazione : essa ven ­

ne portata più in avanti in modo che le torri ro

mane rimasero nascoste sporgendo solo in alto,

ai due lati dell’edificio si eressero dei corpi più

bassi di fabbricato, quello a nord sostituendo

I antica Galleria di comunicazione col Palazzo

Vescovile e quello a sud prolungato verso il P a ­

lazzo S. Germano ora A lb e rg o d ’Europa. C on ­

tinuò Kedificio ad essere teatro di feste e rice­

vimenti. mentre nelle torri rigurgitavano i dete­

nuti politici di alto bordo .

A lla morte di Carlo Emanuele II nel Palazzo

Madama andò ad alloggiare la sua vedova G io

vanna Battista di Savoia Nemours col figlio mi­

norenne Vittorio Am ed e o II; e quando questi

divenuto maggiorenne assunse il Governo esclu­

dendo dagli affari di Stato la madre, essa rimase

a Palazzo colla sua Corte.

Passate il periodo dell'assedio del 1706, la D u ­

chessa che durante la guerra si era allontanata

da Torino, riprese la sua dimora e seguendo ;1

suo temperamento attivo, desiderosa forse, non

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P r o s p e t t o d e l l a D e c u m a n a