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veri della neutralità, per aver lasciato che
alcune navi del Sud, fra cui 1’ « Alabama »
(nome di uno degli Stati dell'Unione anglo-
americana, posto fra gli Stati del Tennes
see, della Georgia, della Florida, il Mis-
sisipi e il Golfo del Messico), si approvvi
gionassero e si armassero in porti inglesi.
Per tale fatto, gli Stati Uniti reclamarono
dairinghilterra il pagamento di una forte
indennità, che questa negava di esser tenu
ta a versare : la questione era sul punto di
venir risolta colle armi, quando i due Stati
contendenti, col trattato di Washington del-
l'6 maggio 1871, decisero di sottoporla ad
un arbitrato. Gli arbitri furono cinque : uno
nominato dall’ Inghilterra, uno dagli Stati
Uniti, uno dalla Svizzera, uno dall’ Italia e
uno dal Brasile. 11 Tribunale arbitrale, che
sedette a Ginevra, sotto la presidenza del
l ’arbitro italiano, che fu appunto il conte
Sclopis, pronunciò la sua sentenza il gior
no 4 settembre 1871, condannando l ’ Inghil
terra a pagare agli Stati Uniti una indennità
di quindici milioni e mezzo di dollari in oro.
Questa sentenza soddisfece le due parti
contendenti, essenzialmente perchè riuscì
ad evitare una guerra tra gli Stati Uniti e
l ’ Inghilterra.
E* appunto in seguito a questo arbitrato
che, per dare allo Sclopis una prova tangi
bile del loro compiacimento e della loro ri-
conoscenza, i due Governi inglese e ameri
cano gli fecero dono di ricchi pezzi di ar
genteria, e precisamente :
il Governo britannico :
di una grande cassa con serrature e
chiavi, contenente una grande urna o vasca
in argento cesellato, portante incise le armi
di Inghilterra e con due teste di leone reg
genti in bocca un anello, alle due estremità
della vasca ;
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Governo nord-americano :
di un grande cassone di mogano con
serrature e chiavi, con ornati di bronzo do
rato, col nome del conte Sclopis inciso nel
centro del coperchio, contenente cinque
pezzi di argenteria e cioè :
una coppa cesellata, con due teste di
satiri alle estremità, dorata nell’interno e
avente a ll’esterno la dedica al conte Fede
rico Sclopis;
due candelabri con statuette in argento
cesellato, portanti ciascuna dodici lumi ;
due vasi con statuette in bassorilievo.
Alla morte dello Sclopis, la vedova di
lui, contessa Isabella Sclopis di Salerano,
nata Avogadro, volendo in qualche modo
dare un segno tangibile alla Città di Torino
dell'affetto grande sempre nutrito per la sua
patria dal suo defunto consorte, e per lascia
re di lui anche un ricordo che dicesse ai ven
turi tutta l ’alta considerazione in cui lo Scio-