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M« r T" P 1 1 JULUE

La morte del Cardinale Gamba

A r c i v e s c o v o di T o r i n o

La mattina del 26 dicembre spirava im­

provvisamente, in seguito ad aneurisma,

S. E. il Cardinale Gamba, Arcivescovo di

Torino, destando nella popolazione torinese

un senso di vivissimo dolore e di rimpianto.

Giuseppe Gamba nacque da una mode­

stissima famiglia di contadini il 25 aprile

1857 a S. Damiano d ’Asti. Allievo di Don

Bosco per un anno nell'Oratorio Salesiano,

passò quindi al Seminario di Asti, ove com­

pì gli studi, fino a che venne ordinato sa­

cerdote.

La sua carriera sacerdotale comincia nel

giorno di Ognissanti del 1881. A quella

data infatti il Capitolo di Asti lo chiamò a

vice-parroco del Duomo.

Il

giovane e semplice prete ventiquat­

trenne seppe distinguersi ed affermare le

proprie doti anche nel compimento del mo­

desto incarico affidatogli. Diventò parroco

del Duomo e vicario generale della Diocesi

per volontà del vescovo mons. Arcangeli.

In breve tempo egli aveva fatto un lungo

cammino nell’ascesa gerarchica della Chie­

sa. Con l'opera assidua e volenterosa l ’o­

scuro figlio della sana provincia era già sa­

lito in alto, in vista alle massime Autorità

ecclesiastiche per altri incarichi ed altre

missioni più importanti.

Fu preconizzato vescovo di Biella il 16 no­

vembre 1901. Rimase nella industre città

fino al 10 dicembre 1906, quando assunse

il Vescovado di Novara. In questa sede,

come già a Biella, ove lasciò ammiratori ed

amici, il degnissimo prelato svolse un’atti­

vissima, illuminata opera di carità e di pace.

Voleva essere sempre presente alle gran­

di manifestazioni patriottiche e specialmente

alle cerimonie per i monumenti ai Caduti.

La dottrina sua, la sua saggia competenza

nel campo sociale, come la rigorosa conce­

zione della disciplina ecclesiastica appar­

vero chiare e convincenti nelle sue elabo­

rate pastorali, tutte soffuse dello spirito be­

nefico della fede, del grande amore per i

suoi figli spirituali.

Il

12 dicembre del 1923 egli ebbe l’alta

nomina all'Arcivescovado di Torino e fece

il suo solenne ingresso nella città sabauda

il 5 maggio del 1924, accolto da imponenti

dimostrazioni di popolo.

Trascorsi i tre anni voluti dalle leggi ca­

noniche, Sua Santità elevava monsignor

Gamba alla dignità della porpora. Nel

Concistoro del 20 dicembre 1926 egli en­

trava a far parte del Sacro Collegio.

Tornato a Torino da Roma cardinale, ri­

prendeva l'opera sua di pastore, quella che

già aveva iniziato tre anni prima quando

aveva accettato di diventare Arcivescovo di

Torino (una delle più povere Diocesi d’ Ita­

lia) per portare in mezzo ai torinesi quell’o­

pera di pastore che lo aveva contraddistinto

nei quattro anni di opera vescovile a Biel­

la, e sopratutto nei 17 anni di vescovato a

Novara. L’uomo guarda al suo gregge con

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